3º Capitolo.

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Lydia's pov;

«Stiles? Hai capito?» mi alzai sui gomiti, appoggiata al sedile.
«Mh.. sì. Ma perchè a casa di tua nonna? Perchè lì?» chiese lui.
«Non so, credo che mia nonna, o quella donna, Sophia, sia coinvolta. Mia nonna non è morta, non credo.»
Fissava il vuoto e tremava leggermente.
«Stiles, stai bene?» mi alzai del tutto fino a sedermi normalmente e lo guardai negli occhi, lui spostò lo sguardo sul volante, infilò la chiave nel quadrante e partimmo.

Eravamo fuori casa mia, avevo il cellulare in mano, Scott e Malia non rispondevano, Kira aveva fritto, letteralmente, il cellulare tre giorni prima, così chiesi a Stiles il numero di Theo.
«Andiamo, rispondete.» avevo percorso il porticato in tutta la sua lunghezza per tipo 7 volte.
«Cazzo!» lo dissi a voce abbastanza alta.
«Stiles, dobbiamo andare, ora
«Lo so, non c'è più molto tempo.» si passò le mani tra e i capelli e poi le lasciò cadere sul cofano della jeep. Rimase così per circa cinque secondi.
Mi prese le chiavi dalla mano e salì sull'auto.
«Andiamo, dobbiamo salvarli.»

Stiles's pov;
Durante il tragitto nessuno dei due parlò molto: Lydia cercava ancora di avvisare Scott ed io ero semplicemente concentrato sulla strada.
Alla fine Lydia si arrese ed inviò lo stesso messaggio a tutti: 'La casa sul lago, sono lì.'
«Prima non te l'ho chiesto ed è idiota come domanda ma, come ti senti? Senti ancora delle voci o cose da Banshee?»
Continuava a passare lo sguardo dalla strada a lei.
«No, voglio dire, non molto. Mi sento ancora un pò.. strana, ma è tutto okay.»
Non proprio tutto okay, era agitata, tanto, e anche se non riguardava quello che aveva sentito poco prima, ma bensì quello che avrebbe visto poco dopo, ero preoccupato.

Stiles's pov;

«Una volta venivo qui per organizzare feste, ora cerco di salvare dei miei amici da dottori che usano le persone come topi da laboratorio. Ah, e, tra l'altro, non sappiamo nemmeno se sono realmente qui.»
Tirò un sospiro ed aprì la portiera.
Entrammo in casa, c'era un terribile silenzio.
«Cos'è che hai visto, ehm, percepito, esattamente? Voglio dire, in quale parte della casa?»
«Non lo ricordo benissimo, ma credo di aver visto la cantina.» non era convinta, era palese.
Ad ogni nostro passo le scale scricchiolavano, c'erano ragnatele ovunque. Provai ad accendere la luce, ma non appena feci scivolare l'interruttore verso l'alto, la lampadina scoppiò: era stata spenta per troppo tempo.
Lydia tossì e sfiorò il viso con le mani per sbarazzarsi delle ragnatele.
«Saliamo, non è questo il posto.» continuava a tossire.
Salimmo le scale e andammo in salotto.
Nonostante la cantina fosse malconcia la casa, in generale, non era nelle stesse condizioni. «Andiamo, dove possono essere?» le chiesi.
«Non lo so, io davvero non lo so.» il panico la stava assalendo.
«Forza, pensaci, da piccola, qual era il posto in cui Lorainne ti proibiva di stare?»
mi avvicinai a lei, alzò gli occhi verso di me e ci fissammo per un pò: aveva gli occhi lucidi. Avanzai un altro pò verso di lei, poi scosse la testa e balbettò qualcosa.
«Ehm..io, mia nonna, mi diceva in continuazione di stare lontana da.. dalla porta del giardino.»

Lydia's pov;
In quel momento avrei voluto schiaffeggiarmi da sola. -Perchè non mi sono spostata immediatamente?
Cercai di riprendermi e dissi senza balbettare: «Sì, è lì, andiamo Stiles.»
Camminammo a passo svelto fino alla porta, allungai una mano verso il pomello e la serratura scattò.
«È terrificante. Da bambina questo posto sembrava tanto affascinante ma ora..»
«Ora che ci devi entrare per cercare di salvare degli amici, ha perso tutto il fascino.» Stiles continuò la frase.
Iniziai a camminare e sentii una mano sulla schiena, in segno di protezione: -Stiles..
C'erano enormi tubature sul lato destro della parete e quello sinistro era tempestato di scatoloni.
«Lydia, dietro le scatole.»
Misi i capelli tutti da un lato, sulla spalla destra, e mi abbassai per spostarli.
Provammo ad entrare, ma la porta emise un suono acuto non appena la toccai.
«Codici, questi bastardi codici ovunque.» disse Stiles, indicando il pannello di riconoscimento sulla sinistra della porta.
«Dici che se..» iniziai a parlare con la voce rauca e bassa, gli occhi impiantati al pavimento.
«Non ci resta che provare.»
Alzai lentamente la mano sinistra, tremava, quindi mi fermai per qualche istante per riprenderne il controllo, continuai a portarla in alto, verso il pannello e poggiai la mano.
Si sentì un suono ripetitivo e le migliaia di serrature di sicurezza che scattavano, in quel momento avevamo avuto la conferma che la famiglia Martin aveva a che fare con i Dread Doctors.

Stiles's pov;

Iniziammo a correre.
Infondo a quella lunga sala c'era una strana stanza con la porta d'acciaio, aveva sulla sinistra lo stesso pannello di poco prima, Lydia provò di nuovo ad appoggiarci la mano e la serratura scattò.
«Dio, siete qui.» disse Lydia.
Liam ed Hayden si alzarono lentamente e vennero verso di noi, sembravano distrutti.
Improvvisamente dietro di loro uscì un ragazzo, velocemente ci sorpassò e sentii un dolore atroce al fianco.
«Stiles!» sentii Lydia urlare.
«Non è niente, andiamo.» dissi con voce strozzata dal dolore.
Iniziammo a correre verso l'uscita, il sangue mi scorreva lungo il fianco destro.
Usciti dalla porta vicino agli scatoloni vedemmo due Dread Doctors.
«Cazzo..» disse Lydia.
Liam prese un palo di ferro, colpì uno dei due tre volte e poi lo attraversò; l'altro tizio cacciò un grosso ago e si avvicinò ad Hayden, Lydia prese uno degli scatoloni e glielo lanciò contro, cercò di colpirla ma fortunatamente Liam intervenne e il 'dottore' cadde sul pavimento.
Sentimmo dei rumori provenire dalla porta del giardino e vedemmo arrivare Scott e Kira.
Gli occhi di Scott iniziarono ad illuminarsi, la pelle cambiava e gli erano spuntati gli artigli, si avventò sul dottore ancora steso a terra e sentimmo la pelle stracciarsi.
«Muoviamoci.» disse Hayden.
Corremmo fino all'uscita ed arrivammo in auto.

Lydia's pov;

Ormai era tardi, verso le 21.00, ed io ero più stanca che mai.
«Malia è a casa di Lydia, è preoccupata per te.» era Scott, lui era venuto in auto con noi, Kira, Liam ed Hayden erano con l'auto di Scott.
«Sto bene, guarirà.» disse Stiles, mentre premeva la maglia che gli avevo dato contro la ferita.
«Prima di tornare passiamo da tua madre, Scott.» dissi, guardandolo dallo specchietto retrovisore.
«Non se ne parla. Torniamo a casa, farebbero troppe domande..»
«Stiles hai bisogno..» Scott fu interrotto da Stiles.
«Scott, ho detto di no. Sto bene.» era freddo.
Accompagnai Scott a casa di Kira ed io e Stiles andammo da me.
Parcheggiai e sospirai.
«Andiamo, ho ago e filo in casa.» dissi.
Andammo in giardino e trovammo Malia ad aspettarci.
«Stiles, che hai?» era preoccupata.
«È stato ferito da uno degli esperimenti dei Dread Doctors.»
Aprii la porta e dissi a Stiles di sedersi sul divano.
Andai in camera mia, cercai la scatola in cui la mamma teneva ago e filo, presi della garza e una forbice e tornai in salotto.
«Dov'è Malia?» chiesi a Stiles.
«Ha ricevuto una telefonata e ha detto di dover andare.» emetteva versi per il dolore.
«Okay..» tossii e mi sedetti al suo fianco.
Dopo aver disinfettato l'ago provai a fare lo stesso con la ferita; Stiles non si muoveva molto, ma lo sentivo contorcersi dal dolore. Iniziai a chiudere la ferita lentamente, alzai per un attimo lo sguardo verso di lui.
«Vuoi che mi fermi per un pò?» chiesi dolcemente. «Meglio continuare e finire il prima possibile.»
Così feci il più velocemente possibile; infilzare la pelle con l'ago dava una strana sensazione. Presi la forbice e tagliai il cotone in più. Appoggiai delicatamente la garza sul fianco e ripassai i bordi con le dita per farla aderire alla pelle.
«Finito.» sorrisi leggermente.
«Grazie.» ricambiò il sorriso e si alzò, credo per andare in bagno.
Mi poggiai al lato del divano, tolsi le scarpe, tirai le gambe verso il fondoschiena e cercai di dormire, ma sentii Stiles tornare.
Tornò a sedersi e mi guardò.
«Vieni qui.» con un gesto mi fece capire di avvicinarmi, così lo feci; misi la testa tra il collo e la spalla e chiusi gli occhi. Lo sentivo respirare sulla mia testa. «Lydia.. mi dispiace per quel che ho fatto oggi, alla casa sul lago.» si riferiva all'imbarazzante momento in cui non faceva altro che avvicinarsi a me, lentamente. Annuii con la testa, mi sistemai meglio e mi cinse la vita con il braccio sinistro. Caddi in un sonno profondo tra le sue braccia.

Stydia; "He still likes her, doesn't he?" - Italian FanFiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora