CAPITOLO 1

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CAPITOLO I: L'IMPORTANTE E' CAPIRLO

I piedi erano alzati sul tavolo, le scarpe da ginnastica rigorosamente indosso. Era seduto stravaccato col sedere sulla punta della sedia imbottita, le mani comodamente intrecciate sullo stomaco e la testa abbandonata all'indietro, la nuca sullo schienale, gli occhi avrebbero guardato il soffitto, per la posizione, se fossero stati aperti. Dall'immobilità ed il respiro regolare sembrava fosse addormentato. Agli orecchi le cuffie e la musica dell' i-pod che si sentiva anche da fuori. Canzoni rock ed hip hop si alternavano ma non si capiva se poi il ragazzo le ascoltasse effettivamente. Quando José entrò vide Karim nel suo studio in quella posa plastica come se credesse di essere a casa sua, oppure si pensasse una statua. O tutte e due. Alzò un sopracciglio scettico. Karim era nel suo studio sulla sua sedia mezzo steso e coi piedi sulla sua scrivania. E dormiva! Non ci perse un secondo e non ebbe riguardi, facendo il giro della scrivania diede un calcio alla sedia e lo buttò semplicemente giù. Il tonfo fu sordo e quando il ragazzo fu a terra con una valanga di insulti doloranti e furiosi, si raddrizzò la sedia e vi si sedette trionfante come niente fosse, poi si voltò verso Karim ai suoi piedi, di fianco, e fissandolo con aria di sufficienza di chi si prendeva gioco di qualcuno, disse: - Volevi qualcosa? -Karim lo guardò torvo da terra e togliendosi le cuffie facendole cadere intorno al collo, rispose truce: - Non certo essere buttato giù in questo modo! - José alzò le spalle: - Eri seduto sulla mia sedia coi piedi sulla mia scrivania. Te la sei cercato! - Ne era convinto e Karim scosse il capo capendo che non c'era da discutere. Con lui non c'era mai da discutere. Alla fine si alzò brontolando sotto voce in francese e mettendosi a sedere davanti alla scrivania fece un paio di sospiri profondi e calmatosi lo fissò con serietà, aveva uno sguardo molto diretto e penetrante e José anche se non lo diede a vedere ne rimase colpito. - Insomma, si può sapere che diavolo vuoi? -- Lo sai bene cosa voglio! - José non fece cenno d'aver capito, rimase imperturbabile con aria accattivante, la sua solita. Eppure già solo per quello avrebbe dovuto come minimo vacillare! - Ti sembra il posto? - Chiese solo perfettamente composto. - Non è mai il posto giusto, per te! Né l'ora, né il momento, né il giorno, né un cazzo! - Sbottò seccato, la sua pazienza era sempre molto scarsa ma tendeva comunque a non arrabbiarsi di frequente. José lo metteva sempre a dura prova! L'uomo più grande si appoggiò allo schienale ed intrecciò le dita sullo stomaco in una posa comoda di chi era sicuro di sé e non aveva niente che non andava. Sempre quella dannata espressione divertita. Non lo sopportava quando faceva così! - Siamo in sede, nel mio ufficio, ti sembra il posto davvero, Karim? - Chiese con semplicità, allusivo e provocatorio. Karim sospirò insofferente e si alzò in piedi di scatto, quindi scuotendo il capo fece il gesto di mandarlo a quel paese senza riguardi, dopo di che uscì sbattendo addirittura la porta. José rimase impassibile a fissarla per qualche istante, poi sospirò e si fece cupo e torvo, non era certamente facile come voleva farla sembrare ma gli serviva più tempo per pensarci, tutto lì. I ricordi, a quel punto, furono prepotenti per entrambi.

***

Era un periodo in cui Karim era particolarmente teso e di cattivo umore, sembrava che qualcosa lo preoccupasse ma non era mai stato un ragazzo molto aperto. Non era eccessivamente chiuso e sulle sue ma nemmeno un mostro di espansività. José con lui era sempre sul chi vive poiché era particolare. Tutti i suoi ragazzi lo erano ed ognuno andava trattato in modo diverso, con ognuno una strategia a sé. Quello con cui era più apprensivo in assoluto era Ricardo perché era di gran lunga il più emotivo: stava recuperando con fatica la sua splendida forma di un tempo, aveva ancora da lavorare ma si stava impegnando molto e ce la stava facendo, le volte in cui era in giornata si rivelava prezioso e lui si pregustava il momento in cui sarebbe riuscito a tprmare il Bambino -cresciuto- D'Oro di un tempo, quello che in qualunque modo toccasse la palla la trasformava in qualcosa di importante ed unico. Con lui era apprensivo perché bastava un soffio per farlo crollare dalla complicata struttura di carte in cui era salito... bastava che qualche equilibrio scemasse, bastava che qualcosa andasse storto, che uno degli elementi che lo rendevano sereno e felice venisse a mancare o vacillasse e lui finiva a terra e se succedeva anche il suo rendimento calcistico colava a picco con lui ed il suo umore. Ricardo era sicuramente il più delicato, sotto questo aspetto. Poi c'era, ad esempio, Cristiano. Cris era per lui una sorta di stella polare, quello da seguire nei momenti di difficoltà. Durante le partite difficili tendenzialmente era lui che tirava fuori qualcosa dal cappello magico e che faceva una magia... Cristiano era una roccia, non si abbatteva quasi con niente, non gli dava pensieri o grattacapi e da quando era diventato padre e si era messo con Ricardo aveva messo la testa a posto anche al di fuori del calcio. Si era calmato, non si sentivano più voci pessime sul suo conto ed era sereno. Insomma, una sicurezza. Su di lui avrebbe messo la mano sul fuoco. Era senza ombra di dubbio il suo giocatore chiave. Altra colonna portante era Iker, anche su di lui sapeva di poter sempre contare ma in modo diverso rispetto che con Cris perché a lui poteva anche chiedere di risolvere qualche casino della squadra, sapeva che riusciva a raddrizzare chiunque perché non c'era uno, nel Real, che non lo ascoltava. Anche lui non gli aveva mai dato pensieri o grattacapi e poteva giocarsi la testa che sarebbe sempre stato così. Mesut lo adorava, lo vedeva come un figlio infatti tutti scherzavano chiamandolo 'figlio del coach' o simili... entrambi stravedevano l'uno per l'altro, non erano caratterialmente simili ma erano compatibili, uno ascoltava sempre l'altro e non si mettevano mai in discussione, oltretutto Mesut era uno dei pochi che in assoluto non gli aveva mai dato pensieri. Cris magari poteva essere capitato che, non essendo in serata durante una partita importante, l'avesse poi maledetto. O una piccola tensione all'inizio con Iker, prima che cominciassero a capirsi poiché troppo diversi. Però con lui mai nulla, Mesut gli aveva sempre chiesto delucidazioni per le cose che non capiva e poi aveva semplicemente fatto, come un bravo soldato. Non l'aveva mai deluso, mai fatto casini, mai stato fonte di momenti difficili. Era uno che si impegnava, che faceva il suo e che stava al suo posto. Magari fossero stati tutti così. Insomma, con ognuno c'era un rapporto diverso, una chiave di relazione... e Karim aveva la sua. L'anno precedente avevano avuto molti scontri indiretti, nessuno aveva mai osato contraddirlo apertamente salvo qualche eccezione con cui aveva poi risolto -leggasi Sergio-, però succedeva talvolta che ci fossero incomprensioni. Karim era una testa molto dura, non si spezzava mai in nessun caso e durante lo scorso campionato non era stato in forma. Alla sua forma. Alla forma che tutti conoscevano, una gran forma. José di conseguenza aveva adottato la linea dura perché lui era così, un testone. L'aveva inquadrato subito. Non l'aveva fatto giocare tanto pur avesse avuto bisogno di lui perché semplicemente doveva meritarsi il campo. Alla fine questo sistema brutale aveva dato i suoi frutti perché Karim per fargliela pagare si era impegnato il doppio fino a che, nell'anno corrente, era esploso nel pieno del suo talento. Un po' quello che stava facendo con Ricardo, solo con metodi completamente diversi. Con lui la linea dura non sarebbe mai servita, anzi, l'avrebbe perso. Con lui l'unica era quella morbida e paziente anche se non era abituato ad utilizzarla. Di conseguenza, ora, quando lo vedeva tentennare in qualche modo o preoccuparsi di qualcosa, José scattava sull'attenti convinto che fosse un preludio ad un tremendo periodo di blocco calcistico. Karim si era chiesto a lungo se Josè si sarebbe degnato di venire a vedere di lui, non sarebbe mai andato a cercarlo ma in virtù dell'anno passato dove non si erano praticamente parlati, aveva pensato l'avrebbe lasciato a sé stesso per sempre. Quando se l'era visto piombare in casa dopo l'ennesimo allenamento dove era stato sulle sue, si era stupito non poco. - Che fai qua? - Aveva concesso a tutti di dargli del tu per creare maggior contatto e confidenza, alcuni allenatori non lo concedevano nemmeno dopo anni e anni di allenamento della stessa squadra, altri dal primo giorno. Lui era fra questi. José lo mise da parte senza troppi complimenti ed entrò mantenendo nervosamente le mani in tasca, quindi trovandosi male in un ruolo in cui non era abituato -ovvero non lo era nei confronti di Karim con cui non aveva praticamente mai instaurato un rapporto-andò subito al punto sbrigativo ed impaziente. Lo guardò dritto negli occhi torvo e accusatorio: - Che diavolo ti prende, ora? Hai ripreso a giocare bene, che cazzo c'è che non va? -Karim si sorprese enormemente di quella domanda diretta non perché non lo reputasse tale, sapeva che lo era ma mai con lui. Non gli si era mai avvicinato tanto, non gli aveva mai chiesto cosa succedesse... non si era mai rapportato, insomma. L'aveva sempre accuratamente ignorato. Rimase inebetito un istante, poi in contrapposizione al suo spagnolo dall'accento portoghese, parlò lui col suo spagnolo dall'accento francese. Un accento che faceva sciogliere ogni volta l'uomo. Adorava la sua 'erre' che tendeva all'arrotolato tipica del suo linguaggio. - Perché lo dici? Ti sembra sia calato? - Non gli era sembrato ma non gli poteva venire in mente un altro motivo per cui potesse aver notato qualcosa di lui! - Ehi, per chi mi prendi, una capra? Le noto tutte, le cose! - rispose seccato José capendo che era un'offesa, in realtà. Karim che non era dotato della rara dote riflessiva, rispose istintivo senza frenare la lingua e riflettere. - Non mi pareva! - José s'incupì cominciando a montarsi di rabbia, quindi avvicinandosi pericolosamente gli arrivò a pochi centimetri. Karim non si allontanò e non si spaventò di certo, rimase fermo a guardarlo e cercare di capire come prendere quell'uomo strano che parlò subito minaccioso come se non fosse più basso di lui: - Non li devo spiegare a te i miei modi e le mie strategie, se però ti faccio una domanda sei pregato di rispondere! - Poi si rese conto che se voleva spingere qualcuno alla confidenza quello non era il metodo più indicato, specie se l'altro era rigido e restio come Karim. Infatti, puntuale, si chiuse ancor di più piccato di quell'aggressività. - Ed io non ho certo voglia di parlarne con te se me lo chiedi così, cazzo! - José ebbe una fortissima voglia di mettergli le mani al collo ma si fermò solo perché, stupito del modo in cui gli stava tenendo testa, era più colpito che furioso. Respirò a fondo un paio di volte, poi alzando le mani avanti fece un passo indietro, sia effettivo che figurato, dopo di che riprese più calmo: - Abbiamo iniziato male. Mi offri una birra? - Lontani da partite permetteva ai suoi ragazzi un paio di birre ogni tanto, non certo però di fare seratone ed esagerare ubriacandosi. Questo a Karim parve accettabile e prendendogli la giacca che si tolse, lo fece accomodare in casa. Naturalmente viveva solo e non era un mostro d'ordine. José constatò che non sapeva quale fosse il senso delle donne delle pulizie! Storse il naso quando andò, silenzioso, a prendere due birre in frigo. Non sapeva nemmeno dove sedersi. Quando tornò era ancora indeciso su cosa buttare a terra, Karim ridacchiò e questo sciolse la tensione quasi del tutto. Gli liberò in breve il divano e sedendosi nella poltrona accanto, rimase in attesa che facesse il prossimo passo. Era venuto lui a trovarlo, non doveva mica fare qualcosa per primo! - Hai litigato con la ragazza? - Chiese diretto non avendo la minima idea di che vita privata avesse. Gli altri erano molto più in piazza di lui, nel senso che sapeva chi erano le loro compagne, chi aveva una doppia vita poiché bisessuale e magari aveva l'amante all'interno della squadra ed anche chi era proprio gay. Karim sbatté le palpebre stordito. - Perché ti interessa tanto? - Non c'era verso di non essere maledettamente spontaneo e José in realtà l'apprezzò. - Perché sei nella mia squadra e sto attento a tutto quello che capita ai miei ragazzi. Mi interessate tutti in ugual misura, solo che alcuni necessitano di sistemi diversi. - Gli concesse la spiegazione capendo che altrimenti non gli avrebbe mai risposto. - E dunque cosa hai notato di me? - Karim sembrava più curioso che seccato, ora, quindi José continuò su quella strada, aprendosi un po' per primo. Tanto poteva sempre decidere cosa condividere e cosa tenersi per sé... - Che ultimamente sei giù di corda, più rabbioso e sulle tue del solito. - Karim rimase colpito, non pensava gli sarebbe poi interessato realmente. - Non hai mai mostrato preoccupazione per me, ho sempre creduto che fra tutti io fossi quello di cui ti sbattessi di più! -- Ma se quest'anno ti ho preferito un sacco di volte a moltissimi altri! - Questo era il suo modo per dire che si sbagliava ma Karim rise vedendolo come un modo assurdo per offendere qualcuno nel tentativo di tirarlo su. - Vuol dire che ci sono altri più scarsi di me? - Alla fine non avevano mai avuto un confronto diretto, loro due, e vedendo che poi Karim si era ripreso calcisticamente non si erano quasi mai parlati. Ora sembrava servisse. José si seccò e mettendo giù la birra si mise in punta sul divano per parlargli con maggiore incisività. Cominciava seriamente a seccarsi! - Non ti facevo così rompicoglioni! Non puoi semplicemente accettare che qualcuno si preoccupa e rispondere? - Senza volerlo si era scoperto parecchio, così cercando di correggere il tiro, proseguì: - Ho i miei metodi con tutti. Tu sei un testone ed allora ti bastono. Ha funzionato l'anno scorso, ma ora a quanto pare c'è dell'altro... -Karim a quel punto era propriamente spiazzato. Non si sarebbe mai aspettato tante ammissioni da parte sua e non sapendo cosa dire, fu sincero. Del resto la capacità di filtrare non l'aveva proprio sviluppata: - Non pensavo che fosse così. Credevo di starti solo sulle palle. -- A me i miei ragazzi non stanno mai sulle palle. - rispose deciso. Poi aggiunse. - Men che mai tu che anzi sei uno fra quelli che in realtà apprezzo di più! - Karim a quel punto si mise a tossire come un forsennato con la birra che gli andava storta. Per un momento credette di averlo perso e José si trovò seduto sul bracciolo della poltrona a battergli sulla schiena. Alla fine rosso come un pomodoro si riebbe e alzando lo sguardo sull'allenatore che rimaneva sulla nuova postazione paurosamente vicino a lui, disse: - Non avrei mai detto. -José ghignava, ora, e pareva davvero divertirsi! - Ed io non ti facevo così ottuso! -- Davvero mi apprezzi? Hai un modo assurdo di dimostrarlo! - Non ci stava proprio a fare la parte di quello che aveva riguardi per qualcuno. José rimase lì dov'era e si accomodò meglio per poterlo guardare dall'alto, per una volta. - Lo so, dipende da chi ho davanti. Con qualcuno mi viene spontaneo dimostrarlo, con altri non ci riesco però mi piaci, non sei uno che si lagna e sei duro. Ho un debole per quelli duri. Più che duro sei di coccio... - Aggiunse rendendosi conto che non se ne era mai accorto. Karim rimase a bocca aperta a fissarlo non capendo come dovesse sentirsi. Era un complimento? - E insomma, si può sapere che problema hai? - Chiese vedendolo ben disposto a dirglielo, ora. Karim sbattendo le palpebre stordito decise di aprirsi dal momento che gli stava facendo delle rivelazioni non male. - E' di carattere personale, non c'entra col calcio... - Avvertì come se dicesse qualcosa di importante. José inarcò impaziente le sopracciglia come a dire 'e allora?', così Karim si decise e lo sputò fuori brusco e seccato. - Credo di essere un po' gay! - José rimase inebetito. Non si sarebbe aspettato di certo quello, ma comunque... - E questo ti preoccupa tanto? - anche lui il filtro non l'aveva ed era risaputo. Karim incrociò le braccia al petto punto sul vivo ed offeso: - Certo! Non è una cosa che si affronta tutti i giorni! Ho la ragazza, pensavo di essere etero ed invece... -- Ma ora lo scopri? Di punto in bianco? Sei tardo, Karim! - Esclamò spontaneo José. Questo mollò un po' la tensione ma invece che imbarazzo si creò un altro genere di dinamica. Karim si sentì montare dentro da un fastidio senza pari che però non sapeva decifrare e José invece si stava bellamente divertendo. - Non dire cazzate! Non c'è un'età per scoprirlo! Quando lo senti, lo senti! - José non era d'accordo ed incrociando le braccia al petto a sua volta, rispose altrettanto sicuro di sé: - Ma cosa cazzo dici? Lo sei dalla nascita, non lo diventi come per magia! Può solo essere che lo ammetti a te stesso e dai retta agli impulsi omosessuali in tarda età perché prima ti ostini ad ignorarli. E scambi quella voglia di abbracciare e toccare sempre i tuoi amici per un modo espansivo di essere. Fra uomini non ci sono modi espansivi di essere amici. Se lo sei vuol dire che hai una latenza gay. Io ho la ferma convinzione che in realtà siamo tutti bisessuali! Io stesso ho avuto esperienze omosessuali, non ci trovo niente di male, sono appaganti anche più di quelle etero, forse... l'unico neo è che una famiglia te la può dare solo una donna. -José si aprì con facilità nonostante non avesse mai parlato seriamente con Karim, questi ora l'ascoltava a bocca aperta come se cadesse dalle nuvole. Non aveva mai ascoltato un punto di vista simile in merito all'argomento, non immaginava nemmeno che lo fosse. - Sei bisessuale? - Chiese stupito ed incuriosito. José fece uno dei suoi strani sorrisi enigmatici ed allusivi e Karim si sentì a disagio. - Sì. E ti ripeto, è enormemente appagante una relazione con un uomo. O anche solo del buon sesso. - Karim ora era seriamente imbarazzato ed incuriosito al contempo, avrebbe voluto sapere tutto di lui ma principalmente si chiese come l'avesse capito, quando e cosa avesse fatto. José parve capire la sua curiosità e lo precedette: - Quando ho cominciato a giocare a calcio! Mi sono accorto subito di avere pulsioni verso gli altri maschi come me... però l'ho sfogato quando ero più grande. Ho avuto cose di poco conto, solo da adulto relazioni serie ma sporadiche. Ora tendo ad avere solo rapporti sessuali occasionali, quando mi va. Dipende da con chi sono, insomma. - Non chiese come poteva conciliarlo con sua moglie, sapeva che per molti uomini la famiglia ed il divertimento erano discorsi a separati. Altri invece erano semplicemente bravi a fingere che la propria donna fosse l'unico mondo esistente anche se non era così. - Molti vivono la favola più falsa del mondo convincendosi che sono etero ed innamorati della propria donna. Io non nego che ci possa essere del forte sentimento per lei, però sicuramente, se hai quelle pulsioni, e bene o male possono capitare a tutti, dovresti sfogarle prima che rovinino seriamente te e la tua relazione. Se conta realmente. Altri invece fanno volutamente la doppia vita, in questo caso ci sono molte motivazioni in merito. Comunque quello che dà una donna, specie se è compagna seria, non lo dà nessuno e su questo non si discute. - Karim capì meglio quel discorso che ora gli appariva completo ed esauriente. Comunque avrebbe continuato ad ascoltarlo a lungo se poi non gli avesse fatto una domanda a bruciapelo di punto in bianco: - Perché dici che hai dubbi? -Karim boccheggiò per un istante, poi si diede dell'idiota e rispose sinceramente: - Perché non lo so con certezza. Credo di avere quelle famose pulsioni ma non ho mai testato, non so se sono pazzo o cosa, insomma! - José a quel punto lo guardò più insistente che mai, con quel costante sorrisino stampato in faccia. - A questo punto si prova direttamente! È l'unico sistema, eh? -Karim sgranò gli occhi credendo di aver capito male, poi notando che non si spostava e che lo fissava senza la minima esitazione alzò le spalle e accettò di buon grado. Era un bell'uomo ed era disponibile, questo gli bastava. Senza preavviso o fargli capire cosa stava per fare, impetuoso e veloce, Karim prese José per la camicia, lo tirò a sé e lo baciò senza turbarsene. Lo sentì irrigidirsi per la sorpresa, poi però si rilassò subito e rispose al bacio. Le loro labbra si aprirono subito per venirsi incontro con le lingue che, trovatesi, lottarono per la supremazia dimostrando di avere entrambi la mania del comando e dell'attacco. Fu un bacio che tolse loro il fiato ma che soprattutto piacque indicibilmente, quindi quando smisero per respirare rimasero a fissarsi da vicino, un soffio l'uno dall'altro. José per non crollargli addosso si era tenuto con una mano al bracciolo opposto al proprio, con l'altra allo schienale, dietro la testa di Karim. Improvvisa la stessa ondata d'eccitazione li colse e fu chiaro ad entrambi come sarebbe finita, in un unico modo sensato. Non solo era piaciuto ad entrambi, specie a Karim, ma erano perfettamente disposti ad andare oltre e lo desideravano sentitamente. Ogni vago problema che ci sarebbe potuto essere svanì all'istante, entrambi non erano tipi da farsene e quando José si accomodò meglio a cavalcioni sul ragazzo che se lo prese per la vita, ripresero a baciarsi con impeto e passione, una passione che crebbe istante dopo istante fino a che le mani non frugarono vicendevolmente nei rispettivi vestiti spogliandosi in fretta e furia, come se fosse un bisogno impellente. Si ebbero sulla pelle, si carezzarono e si bruciarono con le bocche che assaggiarono il piacevole sapore dei loro corpi e quando José corse in basso, scendendo a terra, si portò dietro i suoi pantaloni sfilandoglieli mentre Karim l'aiutava alzando il bacino. Avutolo a sua completa disposizione gli dimostrò come si procedeva da lì in poi, conscio che l'istinto di Karim sarebbe comunque andato più che bene. Non ci mise molto a stimolarlo con la bocca, pareva già parecchio eccitato di suo, la sua erezione fu subito più che soddisfacente e José ne fu compiaciuto. Decise che come prima volta sarebbe potuto limitarsi a quello e lo fece venire dimostrandogli quanto diverso fosse il sesso fra uomini. Certe cose erano molto simili, alcune tecnicamente uguali eppure diverse. Diverse per il semplice fatto che mentre uno riceveva un piacere nelle parti intime, l'altro se lo provocava identico con le proprie mani. Quando Karim realizzò che mentre lui aveva l'orgasmo, José se ne stava facendo uno da solo, si eccitò il doppio e capì che più che il sesso orale in sé era stata la consapevolezza che quello era un uomo e che si stava masturbando in contemporanea al suo piacere. Bastò seppure fu poi poco, tutto sommato, confronto a ciò che sarebbe potuto essere. Ma per Karim fu chiaro quanto lo fu per José. Era solo l'inizio ed era proprio quello che sembrava. Tiratosi su e tornato alla sua bocca, José disse basso e con malizia: - E' questo che intendevo. Non puoi avere dubbi una volta che provi perché semplicemente ne vorresti sempre di più. -Karim allora in risposta gli prese il viso fra le mani e lo baciò di nuovo eccitato all'idea che potessero avere dell'altro, perché ormai non poteva più farne a meno, ormai voleva anche il resto. Tutto ed oltre. E lo voleva con lui.

In seguito, però, José riprese il controllo della situazione, com'era nel suo stile, e dicendo che il resto del discorso l'avrebbero avuto in un altro momento e di stare tranquillo, se ne andò facendogli pensare a quello tutto il tempo. Successivamente non ebbe veramente tempo e modo di proseguire e si fece desiderare parecchio fino a che, Karim, incapace di aspettare troppo, non aveva preso la situazione nel suo tipico modo, ovvero di petto, ed era venuto in ufficio dopo una serie di volte che aveva detto sempre la stessa cosa. Che non era il luogo ed il momento adatto. In realtà l'adulto aveva ragione ma Karim non sentiva ragioni, non gliene importava proprio. Lo voleva e basta. Cioè proseguire il discorso del sesso. Non voleva niente altro. Solo che lo voleva specificamente con lui perché ormai l'aveva stuzzicato ed incuriosito troppo. Come quando si assaggiava una fetta di una torta buonissima e si voleva assolutamente il resto. Di torte ne era piena la pasticceria ma quella era diventata il tormento. Questo successe fra loro due.

Da fuori a dentro [Real Madrid AU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora