Prologue

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Purtroppo l'università era cominciata appena il giorno dopo il mio ritorno dal viaggio con Ashton in California. Tutto quello che avevo potuto fare, l'avevo fatto, ma ormai il marcio si era insinuato troppo in fondo per poter salvare qualcosa nella relazione tra me ed il mio migliore amico Jonathan. Ashton mi aveva sostenuta molto in quella settimana. Ashton. Era partito per un suo tour con la band. Non l'avei rivisto per diversi mesi e questo a volte mi faceva stare male. Come d'altronde faceva stare male Rachel stare distante da Michael. Loro stavano nell'altro emisfero, in Europa in giro a godersi il cibo e basta, almeno speravo per Ashton. Le fans erano diventate molte ed io ero costantemente in pensiero, come se i professori esigenti ed irritanti che avevo non bastassero a tenermi sottopressione. Ritornai nella mia camera del dormitorio.

- Ciao, Christine! – mi salutò euforica Kayla, la mia compagna di stanza. Mi stupivo come riuscisse ad essere sempre allegra. I suoi capelli rossi spiccavano come una fiammata nell'oscurità, come i miei corvini che spiccavano tra la massa di capelli biondi. I suoi occhi erano di un verde acceso, come due smeraldi. Da quanto erano accesi assomigliavano parecchio a quelli di Luke.

- Ciao, Kay. – la salutai cortesemente appoggiando i miei libri sulla scrivania. Dopo otto ore di corsi, tra cui matematica, chimica e fisica, ero stremata.

- Come va? –

- Tutto bene. – sospirai buttandomi sul letto. Tirai fuori il telefono e guardai se mi fossero arrivati dei messaggi o delle chiamate. Niente purtroppo. Era fine novembre, e mancava una settimana alla pausa Natalizia. Un mese in compagnia della mia famiglia e del mio portatile, con cui avevo deciso avrei iniziato la maratona dei film con Josh Hutcherson.

- Non mi sembra tutto bene. Aspetti la telefonata dal tuo ragazzo? –

- Ashton non è il mio ragazzo. – obbiettai. Le avevo parlato del tempo che avevamo trascorso in quel mese e lei si era impuntata che Ashton era il mio ragazzo, pur non avendolo mai conosciuto, se non in fotografia.

- Potrà diventarlo presto, in un mese si possono fare molte cose. Tornerà a casa, no? –

Mi coprii il volto con le mani e mi sfregai gli occhi stanchi. – È questo il punto. Non tornerà a casa. – sospirai. – Tu invece? Tornerai ad Adelaide? –

- Non lo so ancora. Non ho voglia di passare il Natale in compagnia di mia sorella e di tutti i nostri cugini. – rispose spensierata. Quanto avrei voluto avere la sua spensieratezza per un giorno, così non mi sarei rovinata la giornata pensando costantemente a quel ragazzo che se ne stava in mezzo a migliaia di ragazze urlanti.

- Non ti manca la tua famiglia? –

- Sì, ma non voglio tornare a casa. Preferirei passare le vacanze qui. Potremmo passare un po' di tempo insieme poi. Che ne dici? –

Non riuscii a rispondere che il telefono cominciò a squillare.

- Pronto? –

- Ciao Micetta! – parlò, con voce che lasciava trapelare stanchezza, Ashton.

- Ashton! – esclamai entusiasta. Kayla mi lanciò uno sguardo malizioso ed io le lanciai un'occhiataccia di rimando.

- Come va? – sbadigliò.

- Potrebbe andare meglio. – risposi accoccolandomi sul letto, sdraiata su un fianco, con il telefono incastrato tra l'orecchio ed il cuscino. – Tu invece come stai? –

- Mi manchi molto. – sospirò a bassa voce.

- Anche tu. – sussurrai. – Sono passati già tre mesi e ne devono passare altri sette prima che ritorniate. –

69 Things That You Love About Me || Ashton Irwin #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora