CAPITOLO 5 Latitanza

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Annabelle 

Arrivare qui non è stato semplice come credevo, tanto che mi sono persa un paio di volte. Ho dovuto noleggiare una macchina per raggiungere questo posto. 

L'atmosfera è esattamente come me l'ero immaginata, anzi molto meglio. Il freddo di ottobre qui è più pungente, sembra entrarti nelle ossa, forte da costringermi a chiudere meglio il giubbino pesante che mi sono portata. Sapevo che le temperature qui sarebbero state più basse, ma non credevo tanto. 

Con il mio zaino in spalla, cammino nel sentiero boschivo. I colori del verde intenso e dell'arancio fanno da padrone, mostrando l'autunno in tutto il suo splendore. C'è così silenzio che l'unico suono a riempire questo vuoto sono le foglie degli alberi che danzano grazie al vento. Faccio un giro su me stessa, alzando leggermente la testa, senza riuscire a smettere di sorridere. 

Avrei potuto fare questa strada in macchina, ma ho preferito lasciarla più lontano per godermi il panorama e fare una passeggiata. Non molto lontano, sento indistintamente il profumo dell'acqua di lago che si mescola a quello degli alberi.  

Controllo ancora una volta il telefono e constato che effettivamente non c'è campo. Meglio così. 

Intravedo la casa, dopo circa ottocento metri, come mi aveva avvertita la proprietaria. Dal camino del cottege fuoriesce del fumo e solo l'idea mi scalda abbastanza da farmi percorrere gli ultimi passi più velocemente. Non appena fuoriesco dalla boscaglia fitta, la vista che ho davanti mi toglie il fiato. 

"Wow..." Riesco a dire solo questo.

Il cottege si affaccia direttamente sul lago, praticamente a due passi dalla porta d'ingresso c'è un ponte di legno che porta direttamente al lago, permettendomi di godere di una vista mozzafiato. I colori del sole sorto da poco illuminano e scaldano la superficie dell'acqua calma, donandomi la pace che mi è mancata in questa settimana. Riprendo fiato. 

"Bella, vero?" La voce femminile alle spalle, mi fa sussultare così forte che ho perso qualche battito. "Scusami, non volevo spaventarti."

Non appena mi volto, vedo una donna sulla cinquantina con i capelli raccolti e il sorriso gentile mi guarda. "La signora Collum, giusto?" Annuisce.

"E tu sei Annabelle Morgan, corretto?" Annuisco anch'io, mentre le stringo la mano. "Benvenuta, sono felice di averti... Sei da sola?"

"Sì, esatto." confermo. 

"TI fermi una sola notte? Sei di passaggio?"

"Non proprio. Non potevo prendermi delle ferie a lavoro, ma visto che ho appena avuto un colpo di fulmine per questo posto, credo proprio che non sarà l'ultima volta che ci vedremo."

"Questo posto è magico, lo so." Sorride e mi fa cenno di entrare in casa. "Prego, ti spiego un paio di cose, va bene?"

"Certo, grazie."

Varcata la soglia, mi rendo conto di essere appena stata catapultata in un'altra epoca. Gli arredi sono completamente in legno chiaro, così come il parquet sul pavimento, mentre le pareti sono di una tonalità panna che donano ampiezza alla stanza. Il cottege è di modeste dimensioni, tanto che dalla porta d'ingresso riesco a vedere il letto matrimoniale poco più in là della piccola sala. Il camino acceso scoppietta davanti a un divano fatto apposta solo per due persone, il tappeto color tortora, uno di quelli morbidi e pelosi, si estende vicino al fuoco, come a voler invitare le persone a starci seduti. 

A lato dell'ingresso, vi è un piccolo tavolo con tre sedie, proprio davanti a una grande finestra rettangolare che dona una splendida vista del lago e, poco più in là, la cucina modesta, sufficiente per poter cucinare qualcosa di non troppo sofisticato. L'ultimo spazio da vedere è il bagno, dotato di una vasca da bagno abbastanza grande e una finestra che dà sul retro della casa, dove vi è il bosco. Sul lavandino ci sono piccoli shampoo e bagnoschiuma, di quelli usa e getta, pronti per il monouso.

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