Solo alcuni scorci di ricordi erano chiari nelle mia mente. Il resto era il vuoto.
Vi erano tre voci distinte: due femminili, una maschile.
-"È lei! David, sbrigati!"- Diceva quella più squillante.
-"Prendila! Lì, sotto il braccio"- Aggiunse una seconda ragazza.
Mi sentii sollevare delicatamente dal pavimento. Le dita congelate della figura che mi stava trasportando fuori, mi diedero sollievo. Poi parlò sottovoce, mentre sentivo un rumore metallico vicino a me.
Aprii gli occhi e vidi le fiamme. Li richiusi. Li riaprii di nuovo: un maglione scuro.
Di nuovo il buio.
-"Andrà tutto bene, Jade,so che puoi sentirmi, io lo so"- Pronunciò, con voce smorzata dai singhiozzi. -"Ti prego..."- Sussurrò al mio orecchio l'uomo, prima dell'oscurità.Uno strano scrigno di velluto rosso era posizionato su una colonna in legno. Sembrava antico, impreziosito con foglie d'acanto dorate. Nei bordi, delle cornici intarsiate, ornavano l'oggetto. Una grossa serratura dorata era posta al centro del baule con la chiave inserita. Mi avvicinai impaziente e la stanza cominciò a girare. La scena cambiò. Tutto ciò che prima era dietro il piedistallo circolare, adesso, era chiaro e lucente. Un'immensa biblioteca rivestiva la stanza, talmente alta da sembrare senza tetto, o forse non lo aveva davvero. Libri di ogni colore erano catalogati sugli scaffali. Di fronte a me vi era ancora lo scrigno, ma adesso, oltre esso, era posta anche una sezione di volumi interamente neri. Posai lo sguardo sulla scatola e ruotai la chiave, bollente al tocco. Urlai per il bruciore. Subito dopo, mi tappai la bocca con una mano, avendo sentito rimbombare l'eco provocato dai miei lamenti. Ritentai ad aprire lo scrigno, questa volta la chiave era fredda come la neve. Riuscii a scoccare la serratura, nonostante il pizzicore ghiacciato. Il coperchio si sollevò, dando sfogo ad un tanfo infernale. Mi sporsi per osservare meglio, quando piccoli ticchettii risuonarono sulla superficie rossa e in seta dell'interno. Piccole creature nere fuoriuscirono dall'oggetto. Prima due, poi quattro, sei, nove, dodici...
Un lungo pungiglione era piegato dietro ognuno dei piccoli insetti corazzati. Arretrai, riconoscendoli: scorpioni.Luce bianca mi accecò gli occhi, sembravano stati chiusi per un tempo che non avrei saputo stabilire. Uno sguardo castano chiaro mi stava fissando, ornato da una spruzzata di lentiggini scure. Era a pochi centimetri dal mio viso, così arretrai velocemente.
-"Olesya, chiama subito David!"- Urlò la ragazza.Era robusta ma non troppo. I capelli erano scuri,lunghi e mossi: era carina.
Mi trovavo in una stanza di pietra, su un letto a baldacchino smontato, con di fronte un armadio ed una porta. Mentre, ai lati, vi era un'unica finestra di vetro colossale. Dalla luce che filtrava, doveva essere l'alba o il tramonto.
Un'altissima ragazza dai capelli corti e neri entrò, con un sorriso rosso stampato sule labbra, cariche di rossetto. Indossava un vestito corto, nero, ed attillato, che mi ricordava molto Kailee. Il mio cuore sprofondò nello sconforto.
-"Ó můj Bože, sarà così felice! Jadeite, sei così bella!"- Urlò, riempendo la stanza con il rumore dei suoi vertiginosi tacchi, rossi laccati, mentre si avvicinava a me.
-"Sya, ho detto andiamoci piano!"- La rimproverò l'altra.
-"Shhh"- La zittì con un gesto della mano e si sedette sul letto, di fronte a me. Immagino di averle guardate come se fossero pazze.
-"Io sono Olesya, e questa seria e noiosa ragazza è Neide."-
-"Non sono noiosa..."-
-"Sì che lo sei!"-
-"No, per niente!"-
-"Sì"-
-"NO!"-
-"Basta!"- Esclamai, in preda alla confusione. Incontrai gli occhi grigi di Olesya, visivamente dispiaciuti, prima che si zittissero. Mi aspettai che fosse lei a parlare, ma fu Neide.
-"Ciao Roheline, ti abbiamo salvato la vita."- Disse con non curanza.
-"Bhe, in realtà è stato David..."- Olesya aggiunse.
-"Chi ha aperto la porta?"-
-"Non significa nulla!"-
-"Si invece sì!"-
-"No!"-
Sospirai pesantemente per farle calmare, e così fecero.
-"Possiamo chiamarti Jadeite? O Jade, era così che facev..."-Iniziò Sya, prima di ricevere uno spintone.
-"Jadeite?Mi chiamo Roheline, e non ho idea di chi siate o di come lei faccia a conoscere il mio nome."- Dissi, indicando Neide.
-"Siamo... Nuove compagne di scuola... Sì, e abbiamo guardato i tuoi documenti."- Improvvisò quest'ultima.
-"Non porto documenti in mensa."- Sbottai. -"E voi siete decisamente troppo grandi per il liceo."-
-"Bhe, oggi li avevi..."-
-"Io... Vado a... Chiamare David..."- Olesya si alzò e si avviò verso la porta.
Lasciai cadere il discorso, consapevole di non aver portato con me nessuna carta d'identità e di averla lasciata nell'armadietto, se non a casa.
-"Ja..Liine?"- Era Neide- "Vorresti, per favore, metterti uno dei miei vestiti? Ecco, i tuoi erano sudici"-
Annuii semplicemente, osservando la camicia da notte che adesso indossavo. Mentre mi alzavo chiesi quanto ero stata a letto, lei si voltò e sorrise.
-"16 ore."- Rispose, porgendomi un vestito giallo.
-"E i miei genitori? Mia madre?"- Chiesi appena lo indossai.
-"Ma chi? Mar...Ehm, tua madre? Mh, si ha chiamato, sa che sei qui..."-
-"Cosa ho avuto?"-
-"Sei svenuta: mancanza di ossigeno. Dovresti stare tranquilla per un po' , un medico è venuto a visitarti. Non hai niente di grave, ma evita di ballare o urlare per adesso"- Sorrise nuovamente.
Si voltò appena qualcuno si sentì arrivare dal corridoio. Era un uomo alto, moro, il suo sorriso era rassicurante, mentre rispondeva a Olesya, che gli camminava a fianco. Si bloccò sulla porta, spostando il peso da un piede all'altro. Indossava dei jeans neri strappati e una maglia bianca, era a piedi nudi. Puntò il suo sguardo su di me e i suoi occhi divennero leggermente lucidi.
-"Jade..."- Disse, spostandosi a grandi falcate verso di me e abbracciandomi. Rimasi un po' spiazzata da quel gesto, ma sentii di dover ricambiare l'abbraccio. Quando ci allontanammo notai i suoi grandi occhi verdi, ormai lucidi, il viso pallido e la bocca rosea, tesa come la mascella.
-"Ciao"- Sussurrai. -"Mi chiamo Roheline"-
-"So tutto. Io sono David, benvenuta in casa mia."- Esclamò, riagganciandomi in un abbraccio.
-"Basta, Dave. Troppo contatto fisico."-Gli fece notare la ragazza dagli occhi grigi.
Lo sguardo di lui fu fulminante, mi riconobbi in quel gesto.
-"Loro sono due mie cugine, penso vi siate già presentate"- Si limitò a dire.
-"Sì. Bhe, grazie per avermi salvato, la scuola?"- Risposi.
-"Solo la mensa è distrutta"- Mi informò.
Annuii e distolsi lo sguardo, per poi notare sul comodino il mio cellulare. Lo presi e controllai i messaggi. Tutti letti.
-"Abbiamo dovuto..."- Si giustificò Neide, quasi leggendomi nel pensiero.
-"Li ho letti soltanto io."- La corresse David.
-"Non era vostro diritto."- Ero irritata. Mi avevano salvata, ma ero in una casa sconosciuta con persone sconosciute. -"Chiamo mia madre e tolgo il disturbo."- Sbottai fredda.
-"NO!"- Esclamarono all'unisono.
Il telefono squillò.
-"Mamma..."-
-"Dove sei?!"- Urlò.
-"A casa di...David...?"- Risposi calma, più che altro come se fosse una domanda.
-"Roheline Petrov. Sono le otto del mattino! Chi è questo David? E che cosa ci fai a casa sua!?"-
-"Ma come, non ti hanno avvisato?"- Chiesi guardando Olesya.
-"David chi?!"-
-"Mamma, non lo conosci..."-
-"Perché, tu si?Il cognome!!?"-
-"Non lo so..."-
-"Rispondimi! Dio, Roheline, mi sono così impegnata per la tua educazione e adesso vai in giro a..."- Si interruppe. -"Se è quel ragazzo..."-
-"Ma di cosa parli!"-
Sollevai lo sguardo e vidi Olesya e Neide fissare il giovane, con uno sguardo carico di preoccupazione. Lui, invece, teneva gli occhi puntati sui miei. I suoi lineamenti erano perfetti, le sue ciglia lunghe erano immobili e gli zigomi erano ancora più pronunciati a causa del labbro inferiore che stava mordendo .
-"Torna subito a casa."-Disse mia madre, con una calma poco rassicurante.
-"Mamma, sto bene..."-
-"Se non vai subito via da quella casa..."-
-"Ma devo..."-
-"Roheline."-
-"Se mi lasciassi parl..."-
-"Sai che c'è? Vengo io."- E riagganciò.*Autore*
Salve ragazzi! Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piacerà perché d'ora in poi questi nuovi personaggi saranno essenziali.
Commentate pure, se vi va :)Xoxo
#Roowolf
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Non sono l'eccezione dei libri. {In Correzione}
De TodoRoheline Petrov, 17 anni. Vive a Tallinn, capitale dell'Estonia, sotto la responsabilità di una madre dittatoriale e di un padre perennemente assente. In un gelido pomeriggio d'inverno, però, il ritrovamento di qualcosa potrà cambiarle la vita. " L...