CAPITOLO 8 Nonostante tutto - Seconda parte

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Annabelle

Camminiamo almeno per un chilometro, forse qualcosa di più, fino a quando Lucas si volta e si accorge di noi. Gli faccio ciao con la mano, abbozzando un sorriso forzato e lo vedo tornare.

"Non vi ho proprio sentito, scusatemi! Credevo di essere da solo."

"Non fa niente." risponde Marcus e prende ancora un passo di distanza da me. "Ci piace camminare."

"Dovremmo tornare, non è così?" chiede senza aver bisogno di una risposta. "Starete morendo di freddo."

"No, non ti preoccupare." Gli scompiglio i capelli e lo copro con il cappuccio della felpa, sentendo che le sue guance sono fredde. "Ora va meglio."

Lucas guarda Marcus che ha voltato lo sguardo altrove, verso l'altra parte della strada. L'uomo dagli occhi di ghiaccio si volta e ci lascia qualche passo di distanza per non essere troppo presente.

"Ho interrotto qualcosa?" Faccio cenno di no con la testa e lo guardiamo coprirsi la testa anche lui con il cappuccio della felpa. "Te ne sei scelto uno parecchio geloso eh?"

"Non ho ancora scelto nulla." ammetto e lui fa un mezzo sorriso.

"Come no, certo." afferma divertito. "Ehi, Marcus? Vieni qui, dove stai andando?"

"Faccio due passi." dice e con la punta del piede tocca i vari quadrati che compongono il marciapiede. "Voi che fate? Tornate?"

"Torniamo tutti insieme, così mangiamo qualcosa?" propone il detective e il viceprocuratore annuisce lievemente. "Wow pubblico difficile eh?"

Gli sorrido e accarezzo il braccio, perché è chiaro che sta sdrammatizzando per il nervoso. Marcus cammina al fianco di Lucas, ben lontano da me.

"Qual è il piano?" domanda Marcus, tenendo la testa bassa.

"Vediamo cosa succederà quando rientreremo."

"Non un buon piano." commento. "Ma se non c'è di meglio, andrà bene così."

Il passo è aumentato rispetto a prima e la casa che sembrava lontana, ora è di nuovo a pochi passi. Lucas prende respiri profondi, non appena nota Michael fuori dalla porta di casa, seduto come se lo stesse aspettando. Sento la tensione tra i due e comincio a credere che Michael abbia intuito qualcosa dal modo in cui guarda il suo partner. Per istinto, afferro il giubbino di Marcus all'altezza del gomito, non so perché e, mentre lo guardo, capisco che lui ha già puntato la possibile situazione che si sta per creare.

"Come mai hai reagito in questo modo?"

Gli occhi verdi di Michael e il suo atteggiamento, nonché il suo tono di voce, mettono in allarme i due uomini davanti a me, spingendo Marcus a fare un passo per mettersi in mezzo e coprirmi.

"Michael, è il caso di parlare di una cosa." Inizia Lucas e il modo in cui Sanchez assottiglia lo sguardo mi fa rabbrividire. "Questo va avanti da troppo tempo. È ora di prenderla in mano e discuterne da persone adulte."

James ci raggiunge, intimando a Maria di stare dentro, ma lei non lo ascolta.

"Maria vai dentro." ringhia il fratello. "Subito."

"Smettila di trattarla come una bambina stupida!" sbotta Lucas e la reazione sorprende Maria come i presenti. "Parliamo da soli o lo facciamo davanti a tutti?"

"Credo di essere rimasto l'ultimo a saperlo, no? È chiaro dalle loro facce che gli altri lo sanno già."

James sposta Maria nello stesso modo in cui Marcus sposta me. I due migliori amici si scambiano un'occhiata di intesa, segno che se la situazione dovesse degenerare si dovranno dividere i due poliziotti.

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