CAPITOLO 12 Lontani dal mondo

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Annabelle

Il viaggio in macchina è stato pressoché silenzioso. Marcus non faceva che guardare fuori, come un bambino, mentre guidavo. Una volta arrivati, si è praticamente perso nel paesaggio e nemmeno si è accorto della presenza della signora Callum che lo guardava sbigottita e divertita, la stessa che non si è lasciata sfuggire il commento di apprezzamento e l'occhiolino malizioso.

Ho sistemato la scatola che Conrad ha preparato per il processo di Sally, raccogliendo tutte le prove da presentare e le registrazioni degli interrogatori. Marcus ha portato in casa la sua valigia, piena di vestiti anche per me, oltre allo zaino che avevo preparato. Le ultime cose che abbiamo portato dentro sono state le buste della spesa che abbiamo fatto al minimarket in paese, per non fare tutto il viaggio con possibili alimenti freschi. 

C'è un'atmosfera strana nell'aria. Marcus non sembra lui e la cosa da una parte mi incuriosisce e dall'altra mi allarma. Non ha potuto fare grandi giri all'esterno, visto che siamo arrivati sul tardi e la luce naturale non era il massimo, perciò ha ispezionato silenziosamente tutto l'appartamento, decidendo i suoi spazi e sistemando i vestiti. 

Memore della lezione sul fuoco, mi sono adoperata a cercare di non ucciderlo come l'ultima volta, sempre sotto stretta osservazione di Marcus. Penso fosse più preoccupato del fatto che potessi mettere la testa dentro al camino per distrazione. 

In questa casa, non c'è televisione o alcun dispositivo elettronico. Secondo la signora Callum, è fatto apposta per poter vivere a pieno la vita del posto, quindi i passatempi sono limitati. Marcus ha deciso di iniziare leggendo un libro davanti al camino. Ho provato a sbirciare il titolo, ma non riesco a vederlo chiaramente, ma lui lo sta divorando da quando siamo qui. Non ha alzato la testa dalle pagine che continua a scorrere nemmeno per un secondo, tanto che ho dovuto allungargli un bicchiere d'acqua per ricordargli di bere qualcosa. Lui l'ha bevuta senza rendersene conto. 

Stasera non ho intenzione di lavorare. Dopo aver preparato la cena, mi ritrovo a sbirciare tra i titoli dei libri che si è portato Marcus, cercando qualcosa da leggere. Scopro che è appassionato di gialli, visto che la maggior parte sono di quel genere. Individuo un romanzo della serie di Agatha Christie, Assassinio sul Nilo. Lo prendo tra le mani leggendo la trama e mi siedo vicino a lui, iniziando a leggere la prima pagina. 

Difficile non conoscere l'autrice, ma non ho mai letto questo libro.  

Appoggio la spalla contro la sua e sospiro, godendomi questo momento di pace. Devo ammettere che non riesco a essere concentrata sul libro. Il fatto che lui mi stia praticamente ignorando, cattura completamente la mia attenzione e mi ritrovo a osservarlo di sottecchi, mentre le pagine del suo libro continuano a scorrere tra le dita. Se continua così, lo finirà prima di andare a dormire. 

"Ti do fastidio?" chiedo a bassa voce e lui sbatte le palpebre più volte, come appena sveglio, voltandosi finalmente verso di me. 

"Come scusa?" 

Mi sta prendendo in giro, dai. "Ti ho chiesto se ti do fastidio."

"No, perché dovresti?" ribatte lui e comincio a chiedermi se sono io la stupida. "Va tutto bene?"

No. 

"Certo." rispondo subito e sorrido. "Tu tutto ok? Sei presissimo dal libro."

Quando ha parlato di cedere il controllo a me della situazione, non credevo intendesse questo. 

"Non leggevo per piacere da anni, in questa pausa potrò recuperare qualcosa." Si guarda in giro e annusa l'aria. "Ma hai già cucinato?"

Mica posso dirgli qualcosa: sono stata io a dirgli di fare così, non sta facendo nulla di diverso da quello che gli ho suggerito di fare. Allora, che mi prende?

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