Eccolo sulla bocca dello stomaco quel maledetto senso di nausea.Guardarlo lì,sorridere,con in braccio una ragazza che non sono io,non faceva bene ai miei nervi.Mi voltai prima che potessero sorprendermi a guardarli e magari spaventarsi del mio sguardo assassino.
Sette anni fa non avrei mai immaginato che potesse succedere questa catastrofe.Che lui potesse abbandonarmi così,senza un motivo.
Presi la mia matita ormai vecchia e consumata e ricominciai a scrivere quelle stupide frasi che mi facevano sentire ancora peggio.Ormai il banco non era più un banco era diventato un aforismario.
Mi sentivo chiamare.
-Tessa?Tessaaaa!-
Era la mia compagna di banco.
Scacciai via quegli stupidi pensieri e mi girai ad ascoltarla.
-Che c'è Em?-risposi secca.
-Vuoi spiegarmi perché è da una settimana a questa parte che continui a fare la depressa?-mi rispose in tono quasi arrabbiato.
Io la guardai in silenzio e come se mi avesse letto nel pensiero continuò.
-Non dirmi che è per via di James?-
-Oh...beh..-lei non sapeva tutta la storia,le avevo solo accennato che avevamo litigato.
-Prima o poi mi spiegherai quello che diamine è successo fra voi due!-sbottò.
-Senti Em ti chiamo pomeriggio okay?Ora non ne voglio parlare.-dissi in tono stranamente calmo.
Fortunatamente la campanella suonò ed Em si girò ad ascoltare la professoressa che batteva il registro sul tavolo.
-A posto ragazzi!Non vorrei ritrovarmi in prigione per la vostra disattenzione a dove mettete i piedi!-tuonò.In un lampo tutti i miei compagni scattarono ai loro banchi come delle lucertoline inseguite da chissà quale insetto.
Presi pigramente il libro dallo zaino e cominciai ad ascoltare la noiosa lezione di fisica.
-Come dicevamo poco prima,la distanza rispetto allo spazio equivale ad...-
James,così bello nella sua polo grigia che faceva risaltare quelle sue spalle adorabilmente larghe,e poi i suoi occhi color cioccolato,io li avevo ammirati da vicino una settimana prima eppure non si direbbe.Era stata tutta colpa di quella buona donna di Amber,lo aveva spinto a lasciarmi dopo nemmeno un anno,dovevo anche dire,però,che lui non si era fidato di me,è questo era...
Sentì una voce ovattata che mi chiamava da qualche parte,ma dove?
-Pettyfer!Pettyfer!-strillò la professoressa,intanto Em mi pizzicava una gamba,indicandomi la professoressa che mi chiamava.
Mi destai dal mio 'sonno' e risposi con voce stranamente roca.-Sì prof?-
-Signorina Pettyfer mi sa riassumere la lezione che ho appena spiegato?-squittì la prof.
-Ehm,no... non ero attenta professoressa-mormorai paonazza in volto.
Em accanto a me si mordeva le labbra per non ridere e proprio quando la professoressa stava per ribattere la classe proruppe in una fragorosa risata.
Adesso non ero paonazza ero viola di vergogna.
Em mi chiese scusa sottovoce e si unì ai miei compagni.
Mi voltai verso James,lui stranamente non rideva continuava a leggere quelle stupide regole di fisica sul suo libro.Mi aspettavo qualche attenzione da lui,anche negativa,ma non cedeva e restava sui suoi passi.
-Basta!-ringhiò la professoressa,prendendo un fischietto dalla borsa.Ci soffiò per tre volte,e io mi chiesi se fosse pazza.
Tutti si zittirono.
Ma questo non alleviò la vergogna che provavo.Volevo abbassarmi sotto il banco,avvolgermi le gambe con le braccia e dondolare avanti e in dietro piangendo.
-In quanto a lei signorina,-disse la professoressa guardandomi,-veda di essere più attenta perché il compito del prossimo giovedì sarà basato sulle regole che ho spiegato oggi.-disse sprezzante la prof.
Un 'noo' plateale si levò da tutta la classe.
-Volete farmi licenziare per caso?Un'altra parola o grido di troppo e farò una sospensione a tutta la classe.
-Magari!Così non vedremmo la tua faccia di merda.-sussurrò,in tono udibile solo da noi, Joseph (il pagliaccio della classe).Soffocai una risata nella mia sciarpa adorata.
-Zitti!-ringhiò per l'ennesima volta la professoressa.
Aspettò che calasse il silenzio e poi parlò.
-Pretendo che per il prossimo giovedì tutti voi sappiate a memoria le regole dal capito quindici al capitolo venti per poi trascriverle nel compito.-Detto questo se ne andò via trascinandosi dietro quella sua cartelletta orribile color fango ingiallito che aveva avuto giorni migliori.Appena la professoressa uscì Joseph si mise a ridere e fra una risata e l'altro disse:-Ma avete visto com'era combinata oggi?Che merda!-ed a lui si unirono gli altri compagni e Amber la barbie della classe e cioè la ragazza che meno di due ore prima era seduta sulle gambe di James.Farfugliai un 'troia' e mi voltai nell'attesa della professoressa di francese.Come da manuale arrivò in ritardo e naturalmente non avremmo fatto niente e non perchè era l'ultima ora,ma perchè la stessa professoressa non si faceva rispettare!Guardando i miei compagni si prospettava un'ora di caos.Io afferrai la mia carissima matita e cominciai a scrivere uno di quegli aforismi che mi piaceva tanto,ma non riuscì a scrivere la seconda parola che una mano mi afferrò il mento e mi voltai di scatto era Jasper Les,chiunque ci avesse visto in quel momento avrebbe pensato che fossimo fidanzati,ma questo sarebbe successo se la persona in questione non sapesse dell'omosessualità di Jasper, però non mi sarebbe importato perchè Jasper era una perdita per il genere femminile:alto,addominali che si intravedevano da qualunque cosa mettesse,biondo e occhi verdi.Il classico ragazzo che sarebbe piaciuto a qualunque donna.-Hey Jas!-dissi sorridendogli.-Dai sputa il rospo e dimmi che succede!E' da una settimana a questa parte che sembra ti sia morta la madre.-disse in tono serio.-Davvero niente Jas.-gli risposi calma.-E ti aspetti che io ti creda?-.mi rispose sgranando gli occhi.-Mhh non lo so.Dai ti chiamo pomeriggio!-risposi. -No no pomeriggio sono a casa tua alle quattro e se non mi apri ti sfondo la porta è chiaro?-strillò.-Come sei prepotente Jas,-rispose per me Em,-comunque verrò anche io,quindi prepara quei tuoi gustosi biscotti al cioccolato.- Mi sorrisero entrambi,si prospettò un lungo pomeriggio quel giovedì.