Skate

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Ecco. Avevo trovato il posto dove potevo trascorrere i miei adorati pomeriggi. La pista da skateboard. Abbastanza grande, e verde, con tanti ostacoli da percorrere con il tuo adorato skate. Ormai era una routine, passavo intere giornate ad ascoltare musica, leggere e fangirlare, seduta in un angolo, su un muretto alla fine della pista. Nel frattempo era passata una settimana e mi stavo appassionando a questa attività, e volevo tanto praticarla. Ma all'imporovviso mentre ascoltavo "Girls" dei 1975 e pensavo a Mia su uno skateboard...
"Da dei giorni che ti fisso, sei nuova qui?" disse un ragazzo, alto con dei pantaloni stretti, neri, e una canotta bianca, semplice, e con delle timberland classiche. In questa settimana lo fissavo sempre, era carino ma un po' scontroso, e fino al giorno prima aveva i capelli rosso scuro, ma oggi erano biondi. Ha due tatuaggi, un triangolo su entrambe le mani. Ha un sorriso stupendo, anche se non ha gli occhi chiari, come piacciono a me, mi ha subito colpito.
"Si sono nuova..." dissi con una vocina delicata, abbassando lo sguardo.
"Lorenzo" disse sorridendo, adoravo.
"Ehm..." dissi arrossendo, alzando gli occhi al cielo.
"Piacere, io sono Lorenzo, tu?" disse ridendo.
"Mia, sono Mia..." dissi, guardandolo negli occhi.
Sono sempre stata timida, e il fatto di essere da sola, in quel momento, mi metteva un ansia tremenda.
"Come mai qui?" chiese.
"I miei si sono trasferiti per lavoro"
"Quindi non conosci nessuno qui?"
"Nessuno, a parte la mia migliore amica. Oltre a non conoscere nessuno, non so neanche come sia fatto questo posto, al massimo so la strada da casa mia a questa pista" gli risposi
"Bene, alza il tuo culo da quel muretto, e vieni con me" disse prendendomi dal polso, facendomi alzare di scatto.
"Non sembra il caso, non ti conosco" dissi un pochino arrabbiata per il gesto.
"Si mi conosci, sono Lorenzo. E ora vieni con me, andiamo a prendere un gelato" disse scortesiemente.
"Ho detto di no!" dissi arrabbiandomi di piú
"Beh, non volevo farti incazzare. Volevo conoscere solo questa bella ragazza che osservavo ormai da una fottuta settinana." disse arrabbiandosi leggermente anche lui.
"Sei uno stronzo sai? Va bene. Dove lo andiamo a mangiare il gelato?" dissi scherzando e lui mi sorrise, alzando le spalle e lo sguardo al cielo.
"Le rimorchi tutte cosí?" chiesi riscaldandolo un po'
"Forse piccola" disse sorridendo, cazzo, basta sorridere.
Mi portó in una piccola gelateria, era abbastanza carina, si trovava di fronte al panorama di una collinetta.

Believed.|| lorenzo paggiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora