Uno

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Castiel era seduto e ascoltava la lezione con interesse, prendendo appunti velocemente, facendo schemi rapidi e sottolineando i concetti importanti. Qualche minuto e sarebbe finita la lezione, sarebbe potuto tornare a casa e si sarebbe buttato stremato sul suo comodo divano beije, dopo aver mangiato un pezzo di pizza avanzato dalla sera precedente ed essersi fatto una doccia rilassante. Era alla facoltà di legge, voleva diventare avvocato, per questo si impegnava molto nello studio. Finalmente il suono acuto della campanella, il professore finì la sua spiegazione e tutti si alzarono, presero le loro borse e uscirono dalla costruzione. Era fine inverno, l'aria era ancora fredda e il cielo minacciava un temporale. Castiel era perso nei suoi pensieri, era stanco e aveva molto sonno. Odiava il freddo, gli faceva rabbrividire ogni frazione di pelle, gli faceva battere i denti e respirare profondamente per scaldarsi. I suoi pensieri vennero interrotti dal suono fastidioso di un clacson, che lo fece sobbalzare e guardare in direzione della impala nera dalla quale proveniva.

'Ehi Sammy, muoviti, devo andare a lavorare'

Un giovane ragazzo, molto bello, come pensó Castiel, stava chiamando Sam Winchester, un suo compagno di corso. Castiel pensó che si trattasse di qualche suo amico.

'Dean, quanto cavolo rompi, sto arrivando'

Dean. Quattro lettere. Quattro lettere che fecero sobbalzare il cuore di Castiel, quando i suoi occhi verdi si posarono su di lui e rimasero lì. Il giovane studente pensó a quanto fosse bello e attraente, con quel suo giubbotto di pelle e la sua aria da spaccone. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, era come una calamita. Anche l'altro continuava a guardarlo, con le labbra socchiuse. Castiel sentì un brivido lungo la schiena, si accorse di essersi fermato, immobile, perso in quei profondi occhi magnetici. Sam salì in macchina, che con un rombo di motore schizzò via, gli occhi di Dean ancora su Castiel.


-


Continuava a pensare a lui, a Dean, mentre camminava verso casa, mentre saliva le scale del suo appartamento, mentre girava la serratura, mentre lanciava la borsa sul pavimento. Cosa gli stava succedendo? Castiel non credeva nei colpi di fulmine, nell'amore a prima vista. Erano tutte cazzate.


Quanto lo trovava bello però, talmente tanto da fargli girare la testa al solo pensiero.
Andò in bagno e si spogliò, entrò nella doccia e aprì l'acqua calda, che lo fece rilassare in poco tempo. Chiuse gli occhi e vide ancora il viso di Dean. Sobbalzò. Era impossibile, come poteva pensare a quel ragazzo? Di lui non sapeva nulla, solo il nome. Castiel scosse la testa nervosamente. Non aveva senso pensare a lui, non avrebbe potuto dargli ciò che voleva. A primo impatto Dean sembrava un ribelle, un donnaiolo. Esatto, un donnaiolo. Non avrebbe avuto nemmeno una possibilità con lui, doveva levarsi quel viso così perfetto dalla testa, subito. Chiuse l'acqua, si asciugó i capelli e andò in cucina, dove mise un pezzo di pizza avanzato dalla sera precedente a riscaldare e dopo averlo mangiato si buttó esausto sul divano, dove si addormentó, con il viso di Dean ancora proiettato sulle palpebre chiuse.


-


Castiel si sveglió di colpo, spense quella fastidiosa sveglia con una mano e si rigirò tra le coperte. Non aveva per niente voglia di alzarsi da quel morbido letto, buttarsi nel gelido vento ed andare a lezione. Lezione. Forse Dean sarebbe tornato a prendere il suo compagno di corso Sam Winchester e avrebbe potuto affondare nuovamente nel verde dei suoi occhi. Il pomeriggio del giorno prima si era svegliato intorpidito sul divano e finché non si rimise a dormire aveva pensato sempre e solo a quel cavolo di Dean.


Si alzò di scatto e si preparó lentamente, era ancora mezzo addormentato. Fece colazione con un caffè e qualche biscotto, prese i libri e uscì di casa.

Entrò in aula, si sedette e cercò con lo sguardo Sam Winchester. Se lui c'era, forse ci sarebbe stato anche Dean all'uscita, ad aspettarlo sulla sua bellissima impala. Continuò a cercare e si accorse che il suo compagno di corso non era presente. Castiel venne travolto da tristezza e dispiacere. Ci teneva, ci teneva a vedere quel ragazzo ancora. Non capiva perchè, ma voleva vederlo.
Come mai prima d'ora quelle dannate lezioni gli sembravano così noiose e lente. Non aspettava altro che finissero, non riusciva a seguirle, era distratto. Perchè Winchester non era venuto? Si sentiva quasi frustrato. Le lezioni finirono e Cas camminò stancamente fuori dall'aula e per i corridoi, prese l'uscita, alzò lo sguardo e lì smise di respirare per qualche secondo.

Eccolo, Dean, in piedi, le mani in tasca, appoggiato all'impala.
Si stava guardando intorno, in cerca di qualcuno. Ma di chi? Sam non era venuto. Castiel pensò che stesse aspettando qualche bella ragazza, magari proprio una di quelle che gli aveva presentato il suo amico Sam. Sempre se Sam era solo un amico di Dean. Castiel non poteva saperlo, non ancora.

Dean si girò in direzione di Castiel, lo guardò per una manciata di secondi e gli sfoderò un vorace sorriso.

'Ehi tu, occhi blu' 

Castiel si scordò ancora una volta di respirare per qualche istante e continuò a fissare Dean con un'espressione terribilmente idiota. Si sentiva lo stomaco sottosopra, era cosciente del fatto di sembrare uno stupido ma non riusciva a non essere così sorpreso. 

'Guarda che dico a te, vieni qui, dai' 

Continuava a non crederci, quasi non riusciva a realizzare ciò che stava succedendo. Dean, il bellissimo ragazzo a cui aveva pensato ininterrottamente nelle ultime ventiquattro ore era venuto lì per lui, per Castiel. Il ragazzo dalle iridi blu si sistemò il golfino, cercò di assumere un'aria tranquilla e si avvicinò all'altro.

'Ehi, senti, mi chiamo Dean Winchester, ti va di fare un giro?'

Allora quel misterioso ragazzo non era un semplice e qualsiasi amico di Sam, ma suo fratello. 

'N-no, non ti preoccupare, devo tornare a casa a studiare' 

Balbettò e non riuscì a dire altro. 

Che cavolo stava facendo? Lui voleva conoscere Dean, ma l'agitazione lo stava mangiando, era nel panico. 

'Eddai, solo per un'ora. Non dirmi che anche tu sei come quel secchione di mio fratello. Sam, Sam Winchester, non so se lo conosci' 

Castiel fece cenno di sì con la testa e non disse nulla. 

'Allora? Ci vieni a fare un giro con me?'

Il giovane studente sapeva che si sarebbe pentito se si fosse lasciato sfuggire quell'occasione così unica. Fece un respiro profondo, alzò le spalle e rispose 'Perchè no? Mi hai convinto'

Dean sfoderò un altro dei suoi bellissimi sorrisi, così coinvolgenti, e il cuore gli esplose nel petto.

'Fantastico. Ah, come ti chiami amico?'

'Castiel, Castiel Novak'

'Bel nome. Sali sulla mia bambina, dai' 

Dean fece il giro della macchina e entrò dentro, accendendo e facendo urlare il motore.

Castiel si prese un momento per ricomporsi e aprì lo sportello della macchina.

Da quando mi sono innamorato di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora