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ANNA.

Mercoledì.

Ancora non posso credere che Valerio ora faccia parte della setta che diceva di odiare. Era diventato l'uomo che odiava diventare.
Perché lo aveva fatto?
In questi due giorni Mostro ha dimostrato di tenere davvero molto a questo trasloco, ha trovato almeno 10 appartamenti decenti in 2 città diverse, e tutte a buon prezzo. Penso che un po' si senta in colpa, sarà LowLow a pagare il viaggio e il primo anno di vita nella nuova casa, e non rivuole i soldi indietro, dice: "col cavolo che mi ridarai i soldi Mostro! Devi 10.000 euro a Briga!"
LowLow è davvero buono, non so cosa faremo senza di lui.
Anche questa mattina era iniziata con Mostro al mio fianco e ancora una volta, pensai che tutto questo fosse solo un incubo assurdo ma, ancora una volta, il dolore all'addome mi fece scendere dalle nuvole.
Preparai come ogni mattina il caffè e mi misi alla finestra, non pensai ad un foturo impossibile questa volta, pensai invece a me e Mostro al nostro matrimonio, io in bianco, lui in smoking, LowLow al fianco di Mostro e tutti i nostri parenti che mi guardavano mentre camminavo su un tappeto di rose rosse e riso che gli invitati mi lanceranno in testa come da usanza. Immagino le nostre promesse, lo scambio delle fedi e il bacio finale.
Invece di piagere, sorrisi come una scema e mi ripromisi di pensare ad un futuro possibile e non impossibile come il fatto di diventare genitori.
Il contatto improvviso con il petto nudo di Mostro mi fece sobbalzare per la sorpresa.
-Mi piace quando sorridi così.-
Diventai color pomodoro e sorrisi ancora di più, ma nemmeno un secondo dopo, presi a mordermi il labbro inferiore per controllare i piccoli gemiti che mi procuravano i baci sul collo che mi stava facendo Mostro.
Oddio..
Quando mi girai, ed iniziai a baciarlo intensamente, mi accorsi che saremmo sempre stati io e lui. Io mi sarei svegliata tutte le mattine con i dolori all'addome, avrei preparato il caffè e Mostro mi avrebbe dato il buongiorno baciandomi il collo.
Sarebbe sempre stato così, ogni giorno della nostra vita, anche dopo il matrimonio. Ma, se le giornate avessero sempre preso questa piega, beh, non mi dispiacerebbe affatto.
Mi persi così tanto nei miei pensieri perversi che non mi accorsi che stavano diventando realtà. Mostro mi aveva preso in braccio e mi aveva adagiato delicatamente sul letto.
Da quanto tempo non facevamo sesso? Due anni? Cavolo.
L'impazienza si faceva largo dentro di me. Mostro mi sfilò la cannottiera e i pantaloncini; rimasta in intimo aspettai che lui facesse lo stesso, ci mise un po' di più dell'ultima volta a trovare il preservativo, ma alla fine si avvicinò al letto, si avvicinò con la testa al mio inguine e mi levò gli slip usando i denti, risi e rise anche lui. Ma le risate furono sopraffatte dai gemiti non appena entrò dentro di me con uno scatto che mi fece venire i brividi. Sul volto di Mostro aleggiava un sorriso soddisfatto e beffardo.
Che stronzo.
Al suo sorriso beffardo si aggiunse un espressione di beatitudine quando iniziai a muovere il corpo insieme al suo. I brividi mi gelavano il sangue. Avevo dimenticato quanto fosse fantastico il sesso con Mostro.
Dopo essere entrato e uscito da dentro il mio corpo, uscì definitivamente e ricominciò a baciarmi, mi avvinghiai al suo collo e ci immersi le unghie nel momento in cui entrò dentro di me con due dita, poi tre, e poi non ci vidi più dal piacere e dal dolore, i miei gemiti diventarono vere e proprie grida di piacere e di dolore.
-Oddio Mostro.-
-Dillo di nuovo, di il mio nome Anna.-
Mi morsi il labbro in preda ad un orgasmo.
-Dillo.-
-Dio.. Mostro!-
E lo urlai lascisndo che lorgasmo si diffondesse in tutta la stanza.
Sorridente e soddisfatto, Mostro uscì da dentro di me, mi lasciò dei baci umidi lungo il petto e sull'addome. Sapevo cosa stava per fare, e mi preparai ad una nuova ondata di emozioni e brividi.
Mostro arrivò dove la pelle si fa più delicata e, ad ogni bacio, rilasciava dei piccoli brividi che mi facevano sorridere. E poi Mostro osò, e dove prima c'erano i 3 diti, adesso c'era la sua lingua, e si divertiva a fare spirali dentro di me.
Se il lenzuolo potesse parlare, adesso mi direbbe: "hey, stringi i suoi capelli, razza di perversa produttrice di orgasmi".
E diedi retta alla vocina inesistente del lenzuolo. Spostai le mie mani su i suoi capelli e lasciai che continuasse il suo lavoretto.
O Gesù.
Quando finì mi baciò sulle labbra.
-Sei bellissima.-
-Davvero non vuoi che ti faccia niente?-
-Sentire che pronunci il mio nome in un orgasmo, beh, è la soddisfazione più grande.-
-scemo-
E lo baciai.
-Ti amo.-
-Ti amo anche io.-

"ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ" Io avrei fatto di tutto per scordarti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora