CAPITOLO 13 Ciò che provo per te

24.2K 1K 68
                                    

Annabelle

"Io ti amo."

L'ha detto. L'ha detto davvero.

Nei giorni successivi, l'atmosfera tra di noi è decisamente cambiata: io ho cambiato atteggiamento e lui si è sentito più libero di manifestare ciò che prova senza freni.

Mentre continuo a lavorare ai vari casi, lui gira per casa a fare... Non lo so, qualsiasi cosa faccia riesce sempre a farmi alzare lo sguardo dal PC per capire le sue intenzioni. Puro magnetismo, i miei occhi su di lui. Ogni tanto capita che sia talmente presa da perdermi qualche suo passaggio, così è lui a ricordarmi della sua presenza, magari con un semplice massaggio sulle spalle.

Continua a ripetere che dovrei andarci piano con il lavoro. Lui lo dice a me. L'uomo che non sa cosa sia una vacanza da tre anni e che è stato costretto dal procuratore a prendersene una.

Finiti i casi meno urgenti, prendo la scatola del caso di Sally per rileggere le deposizioni. Conrad e Ruby stanno ancora indagando, secondo loro deve esserci ancora qualcosa che lui ha  nascosto fino a ora, qualcosa che possa aiutarci nella causa.

Perché ora siamo un po' nella merda.

La spiegazione di Sally al pranzo con il suo assalitore è stata che lui voleva chiederle scusa. L'ha chiamata perché non si è reso conto che lei non volesse, credeva fosse tutto normale. Sarebbe tutto perfetto se lo potessimo utilizzare in aula, peccato che è la sua parola contro quella di lui e, anche se dovessi portarlo all'attenzione della giuria, rischierei il ragionevole dubbio. Lui le ha teso una trappola con quelle scuse, visto che si è parato il culo, facendosi fotografare di proposito.

Alzo la testa dai fogli sul tavolo e non vedo più Marcus che legge sul divano. Mi allungo un po' con il busto e lo cerco nella casa, ma non c'è.

"Dietro di te." Sento dire alle mie spalle e mi tocco il petto per lo spavento. Lui mi accarezza i capelli e alzo la testa, incrociando i suoi occhi azzurri. "Scusa, non volevo. Dovresti fare una pausa, stavo aspettando che finissi di leggere la pagina."

"Ma se l'ho fatta mezz'ora fa la pausa."

"Veramente l'hai fatta quattro ore fa." precisa e guardo l'ora dal telefono. Accidenti. "Brutto segno quando perdi la cognizione del tempo."

"Ti senti trascurato?"

"Beh il sapere che sono più interessanti casi terribili piuttosto che me, ferisce un po' l'orgoglio, ma..." Solleva le spalle come a indicare che non può farci nulla. "È per te che sono preoccupato. Stai lavorando da stamattina presto, hai fatto solo una breve pausa per pranzo... Fermati."

Avrà in mente qualcosa?

Forse ha ragione. "D'accordo, capo."

Sistemo le carte nella scatola in modo da poter riprendere domani.

"Ti va di fare un giro? Il sole tramonterà tra poco, possiamo ancora fare una passeggiata nei dintorni. Non per molto tempo però." propone mentre si prepara già per uscire. "A meno che tu non voglia riposarti un po' prima di cena."

"Perché non per molto tempo?"

"Provo a cucinare qualcosa io, quindi devo tornare in tempo per tutto." spiega con un mezzo sorriso che compare anche sulle mie labbra. "Ho trovato una ricetta interessante ed estremamente semplice."

"Come far bollire l'acqua." lo prendo in giro, mettendo anch'io il giubbino.

"Come sei spiritosa." commenta sarcastico e usciamo, proprio mentre c'è una sferzata di aria gelida. "Ti sorprenderò."

Ti appartengo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora