CAPITOLO 18 Conoscere il nemico

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Annabelle

Sono giorni che Marcus ha qualcosa che non va. Ha ricominciato a lavorare a inizio settimana, appare carico e pieno di energie, ma se lo si guarda bene, con i miei occhi, si capisce che sta nascondendo qualcosa. Sempre più spesso si perde in pensieri solitari, come se facesse lunghe discussioni con sé stesso.

Ho avuto conferma dei miei sospetti quando anche James ha notato lo stesso atteggiamento. Parlando tra di noi abbiamo cercato di capire cosa potesse essere, senza trovare una soluzione. Ho chiesto anche a mia madre, nella speranza che con lei avesse parlato di qualcosa per cercare un confronto diverso, ma non mi ha riferito nulla.

Tra di noi non ci sono problemi, ha fatto una vacanza ed è ritornato a lavoro, senza casi particolarmente stressanti.

Quindi, cosa mi sfugge? Se non me ne ha parlato è perché non si sente pronto?

Passo davanti al suo ufficio, fingendo di trovarmi lì per caso, quando in realtà è ma settima volta che faccio avanti e indietro. Marcus è impegnato a scrivere qualcosa con una mano, sfogliando dei fogli con l'altra. È talmente assorto che non si accorge di nulla e...

Vado a sbattere contro qualcuno e mi tocco la testa dolorante.

"Mi dispiace, non volevo..." Alzo lo sguardo e vedo il procuratore che mi guarda sorridente. "Mi scusi, mi sono distratta."

"Sta bene." mi dice lui e mette le mani in tasca. "Non dovresti preoccuparti, Marcus sta bene."

Mi si ferma il respiro in gola. Lo sa. Ok, lo sa. E adesso?

"Procuratore, io..."

Come glielo dico? Senza Marcus? Non ho un discorso pronto.

"La vacanza sembra averlo caricato." continua e guarda il suo allievo attraverso il vetro. "Meglio così. Ora sarai un po' più libera e lo so che sei preoccupata per lui, ma non dovresti... Anche se lavorate da poco insieme, siete una bella squadra. Ho visto che andate d'accordo e che hai legato anche con James. Anche se l'inizio non è stato dei migliori, no?"

Amici? Ok, non lo sa.

"Ehm no." Rido divertita e nervosa allo stesso tempo. "Ha ragione non dovrei preoccuparmi. È stato strano non vederlo per due settimane in ufficio."

"Perché vi siete visti fuori?"

"No!" rispondo subito. "Ogni tanto, qualche messaggio per sapere come andava qui. Niente di più."

Si è trasferito a casa mia e abbiamo una relazione, ma niente di più.

"In amicizia." concludo e mi sento stupida ad averlo specificato. "Fa davvero freddo oggi, vero?"

Sono patetica.

"Oh sì, d'inverno sarà peggio." mi avvisa e annuisco senza una ragione. "Sarà un bel cambiamento per te. Ah proposito... Ho notato che il vostro trio ha preso ferie per le vacanze di Natale, negli stessi giorni, è una coincidenza?"

Ok, lo sa. Proviamoci lo stesso a deviare.

"Oh sì, io torno dai miei e so che James mi parlava di voler andare a sciare ad Aspen, quindi penso che vadano insieme."

"Bella meta. Oh, ehi, James!" Il diretto interessato si avvicina non appena sente di essere chiamato. "Se andate a sciare ad Aspen, dovreste mangiare in questi ristorante..." Prende carta e penna, scrivendo un nome. "Ditegli che vi mando io, li conosco."

"Aspen? Ma io..."

"Non avevi detto che volevi andare a sciare?" lo interrompo e lo guardo fisso negli occhi, cercando di trasmettergli i miei pensieri. "Ad Aspen... Per Natale... Ferie..."

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