Ti appartengo

CAPITOLO 30 La resa dei conti

Annabelle 

"Chiamo a testimoniare il mio cliente, Christian Fallen." 

Prendo un respiro profondo nel vederlo salire le due scale che portano alla sbarra, giurando sulla Bibbia di dire tutta la verità. 

Erik Kane non si è mosso dal suo posto, è rimasto in piedi a fissare il suo cliente, poi la giuria e, infine, mentre si slaccia il bottone della giacca, me. Rimando lo stesso sguardo battagliero e incrocio le gambe sotto il tavolo, mettendomi comoda sulla sedia, pronta ad assistere al suo show.  A questo punto, ce la giochiamo ora. 

"Signor Fallen, di lei abbiamo sentito parlare ampiamente in questo processo, in negativo e positivo." inizia così il suo avvocato, appoggiandosi al banco. "Ancora non abbiamo capito chi è davvero, quindi perché non partiamo dal principio e ci dice qualcosa su di lei, così possiamo capire anche il perché siamo qui."

"Io non lo so perché siamo qui, questa è la verità." afferma e si trattiene dal sorridere come se fosse accusato di qualcosa di assurdo. "Non sono certo una persona normale, sono sempre stato un po' sopra le righe, ma mai questo mio atteggiamento aveva causato un simile casino."

La giuria continua ad avere gli occhi puntati su Fallen, cercando di scorgere in lui o il mostro egocentrico descritto dai nostri testimoni o l'eccentrico artista di cui parlano i suoi amici.

"Io sono un artista." Si porta la mano al petto e la batte, guardando le dodici persone sedute alle sua sinistra. "Fin da bambino, sono sempre stato descritto come la persona strana, quella che tutti evitavano, perché non la capivano. I miei compagni mi isolavano, io mi sono isolato pur di non sentire il vuoto che mi circondava e, poi, un giorno, mia madre mi ha regalato una tela bianca, affinché potessi imprimere ciò che avevo dentro. All'inizio, non sapevo cosa farne, non avevo idea di come usare i colori e come mescolarli per creare qualcosa. Quella tela è rimasta bianca per molto tempo, poi durante una vacanza al mare, sono stato sfidato da alcuni ragazzi del posto a buttarmi dalla scogliera più alta ed io... L'ho fatto. Mi sono buttato e nel momento in cui ho sentito il vuoto sotto di me, nel momento in cui sono atterrato nell'acqua, mi sono sentito vivo. Avevo rischiato di farmi male per una stupida scommessa, ma quando sono emerso dall'acqua gelida, io lo sapevo, l'ho sentito l'impulso. Qui, è nata la mia passione per l'arte, grazie a mia madre  che ha saputo cogliere la fragilità di un bambino e a quel salto nel vuoto che mi ha permesso di provare l'emozione più forte che avessi mai sentito. Da quel momento, ho messo tutto quello che avevo dentro una tela, tutto il malessere e il mio essere diverso diventavano magia. Potevo essere me stesso senza paura, potevo mettermi a nudo e osare, rischiare davanti a quella tela. Per me è difficile descrivere la sensazione che provo quando dipingo, non ne sono in grado a parole, però... Non farei mai ciò che è stato detto di me in questo processo. Crescendo sono diventato sempre più esuberante, mi sono spinto sempre più in là con i limiti per potermi migliorare. Ho fatto diverse cazzate, lo ammetto, ma mai questo."

Kane l'ha addestrato bene per suscitare compassione nelle persone con le sue parole. 

"Eppure l'avvocato Morgan è convinta che lei possa aver fatto quello di cui è accusato." Erik Kane mi indica. "Partiamo da come ha conosciuto la ragazza in questione, com'è nato il vostro rapporto?"

"Lei si è presentata a una delle mie mostre e ha attirato la mia attenzione, perché... Cavolo, è bellissima. Se ne stava ferma davanti al mio quadro e mi chiedevo se capisse cosa stesse guardando. La rinascita è uno dei miei pezzi migliori, il più acclamato, nato dopo un periodo buio dove avevo smarrito la strada."

Cerco di mantenere un contegno. Ecco come l'ha scelta. 

"E poi cos'è successo tra di voi?"

"Abbiamo iniziato una frequentazione, siamo usciti qualche volta e abbiamo parlato molto. le ho raccontato della mia vita, della mia arte e di come sono riuscito a farmi un nome."