Capitolo sesto. Primo incontro

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Mi gettai nella vasca da bagno, l'avevo riempita d'acqua tiepida e avevo immerso qualche goccia del mio bagnoschiuma al cocco in modo da creare una voluminosa schiuma.
Quando entrai, sentii i brividi lungo la gamba fino ad arrivare al mio braccio, poggiato al mobile bianco che ospitava la mia biancheria pulita.
L'acqua iniziò a pervadermi il corpo e notai subito come questa potesse rilassarmi. La sentivo massaggiarmi le spalle, in quel momento niente è nessuno poteva disturbare la mia quiete se non i pensieri che mi tartassavano la mente.
Ripensai alle parole di Billy, quando mi aveva parlato di Rosemarie. Aveva negli occhi una luce abbagliante, si vedeva che era innamorato. Pensai anche alle sue parole sul conto di Douglas, così misterioso, così... Lui. A Douglas ci pensavo spesso ultimamente, ma ogni volta che provavo a parlarne con Adelaide, lei cambiava discorso.
Anche lei, ultimamente mi trasmetteva una sensazione strana. Ma forse ero solo io.
Restai nella vasca per molto tempo, tanto che mia madre bussò ripetutamente alla porta per una manciata di volte.
"Ho finito." ripetei tante volte quanto aveva bussato. Ma ovviamente non era vero.
Comunque, presi a sciacquarmi il corpo e successivamente i miei capelli che scendevano morbidi lungo la mia bianca schiena.
Una volta uscita, li raccolsi in un turbante improvvisato e rimasi calda nell'asciugamano bianco.
Fissai a lungo il mobile bianco sul quale avevo posato la biancheria e mi accorsi che i miei slip non erano lì.
Pensai di averli dimenticati o che mia madre fosse entrata nel momento in cui mi ero appisolata.
Con le mie inseparabili ciabatte color canarino, raggiunsi la cucina mentre parlavo.
"Mamma, ma hai visto i miei slip? Li avevo preparati, non li hai messi di nuovo in lavatrice, vero? Erano puliti."
Sentii il rumore del frullatore cessare e successivamente le parole di mia madre.
"Come dici, amore?"
In quel momento raggiunsi la cucina. "Dicevo che i miei slip erano..."
Mi bloccai di colpo.
Davanti a me in piedi, con una giacca nera che lasciava intravedere una camicia bianca, con i capelli amorevolmente arruffati e bagnati e la barba più cresciuta rispetto all'ultima volta, c'era Douglas.
"Puliti?" aggiunse lui.
Sollevò gli angoli della bocca e questa diede inizio alla mia morte.
"Diane, tesoro. Va' a vestirti!" mia madre scherzava mentre io sarei voluta sotterrare cento metri sotto terra.
Apparentemente calma, mi voltai e corsi in camera. Cercai di sistemarmi il più veloce possibile, volevo vederlo.
Respirai a fondo, chiedendomi anche il motivo della sua visita.
Estrassi dall'armadio un pullover rosa confetto e un paio di jeans dal colore chiaro. Misi le mie converse e sgattaiolai in bagno a sistemarmi i capelli. Li raccolsi in una cosa di cavallo sistemando la frangetta all'indietro con due forcine. Tanto sarebbe bastato a non gocciare troppo a terra.
Guardai il mio viso pallido e mi feci coraggio per andare di la.
Douglas si era seduto e la sua giacca era sull'attaccapanni. Notai che era rivolto verso lo spiazzale che dava alle stanze e non appena mi vide sembrò sobbalzare.
"Ciao." mi disse tenendo lo sguardo su di me.
"Ciao" continuai "Non mi aspettavo visite, scusami per prima."
Sorrise e mia madre ci porse un frullato alla banana ciascuno. Anche per Hazel.
"Attenta a non rovesciarlo, Hazel! Scusatemi." mia madre si allontanò.
Poggiai le labbra sul lungo bicchiere per assaggiare il frullato. Delizioso, in fondo era il mio preferito.
"Non lavori oggi?" mi domandò, come se mi conoscesse da una vita e sembrasse strano trovarmi a casa.
"Ho detto a Billy che non sarei andata."
continuai "Billy, cioè, il mio capo."
Spostò lo sguardo sul bicchiere. "Lo conosco."
Mia madre tornò con una notizia da dare.
"Diane, devo chiederti di andare tu dall'avvocato, quando lo richiederà."
La guardai. "E quando lo ha richiesto?"
"Quando sarai libera dai tuoi impegni, Diane." sentii Douglas pronunciare il mio nome per la prima volta.

Rimasi a bocca aperta. Perché mai lui dovrebbe sapere qualcosa del genere?
"Si occupa del caso di papà."
Sbarrai gli occhi e non sapevo cosa dire.
Poi, parlai. "Veramente se ne occupa il dottor Miller."
Mia madre abbassò lo sguardo e sorrise.
Le lunghe dita di Douglas si muovevano, si intrecciavano. Sembrava nervoso.
"Comunque, il dottor Miller sarà lieto di riceverti."
"Io sarei sempre libera. Ma tu, cosa ne sai? Perché insisti tanto?"
Non riuscivo a starmene zitta.
Mi tese la mano e mi sorrise, come la prima volta in caffetteria.
"Sono l'avvocato Miller."
Quello che avevo visto mi sembrava più grande di età.
Aggrottai le sopracciglia.
"Il figlio di Sebastian." mi spiegò.
Capii tutto e compresi che il ragazzo di cui mi aveva parlato qualche giorno prima era Douglas. Il ragazzo che si era appena trasferito a Roseville.
"Ah, sì." fu tutto quello che riuscii a dire.
Mia madre si prestò a sciacquare i bicchieri e fare un'altra lavatrice che si trovava al garage.
"Cosa fai questo pomeriggio?" esitò lui.
"Penso che studierò."
"Mi auguro che per te sia ancora valida quella proposta."
Annuii sonoramente e quasi mi vergognai della mia ingenuità.
Prese la sua giacca e uscì di casa, pregandomi di porgere i saluti a mia madre.

In camera, poggiai lo sguardo sulla mia scrivania e presi il biglietto, guardandolo.
Forse, pensai, non tutto era perso.

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Anche un altro capitolo è stato pubblicato anche se un po' in ritardo!
È stata scoperta la "vera identità" di Douglas e chissà cosa succederà prossimamente!
Grazie ancora per le visualizzazioni, buon pomeriggio!

riversiris

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