Beach on fire

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Avevano deciso di appartarsi.
Era stata una scelta presa di comune accordo, voluta dopo un'intera giornata al mare. Era bastato uno sguardo. Avevano trascorso il meriggio distesi nel bagnasciuga a prendere il sole, consumati dai loro sentimenti, gli stessi che tentavano di celare insieme all'impulso di baciarsi. Avevano tenuto a lungo i piedi nell'acqua e la schiena incollata all'asciugamano in spugna color ocra, mentre con le palpebre serrate respiravano l'aria salmastra, cercando di non guardarsi troppo a lungo e di non cedere al desiderio di stringersi in un nodo di braccia e gambe.
Si erano amati in pubblico, tacitamente, toccandosi appena le dita, intrecciandole sotto la sabbia. Avevano evitato di attirare su di loro sguardi spiacevoli, parlando del tempo che quel giorno aveva regalato finalmente un po' di vento fresco e un cielo senza nuvole, o semplicemente stando in silenzio a osservare i bambini che si tuffavano nelle onde o che costruivano castelli erranti di sabbia e fanghiglia.
Tutto quello era una splendida vista e una gioia per gli occhi di entrambi, ma la vera gioia per le nocciole castane di Liam era vedere il suo Zayn steso sopra le orme dei passanti che quella mattina avevano camminato in riva al mare. Aveva le labbra schiuse a godere della brezza e ormai divenute secche.
Avevano deciso di appartarsi, perciò, al calar della sera. Liam voleva inumidire quella bocca inaridita dal vento.
Quando il sole aveva cominciato il suo lento tramontare, la maggior parte dei bagnanti se ne era già andata per le folate sempre più violente e sferzanti. I bambini avevano pianto, trascinati via per un braccio dalle madri che irose li avevano minacciati alla vecchia maniera; i soli rimasti erano coppie di anziani che dopo cena portavano il loro cane a passeggio, o coppie giovani che volevano osservare il sole calare nell'orizzonte.
Coppie come Zayn e Liam, che si avvicinarono un po' di più per osservare quello spettacolo meraviglioso e naturale. Il cielo che a poco a poco cominciava a tingersi con sfumature di rosso parve essere per loro un segnale, come lo stringersi più prepotente delle dita ancora sepolte dalla sabbia, o il movimento frenetico del palmo della mano di Liam sulla sua coscia.
E si erano appartati, in fine. Al calar del sole. Zayn voleva che quel palmo si sfregasse sulla sua, di coscia.
Si erano alzati e avevano sbattuto l'asciugamano prima di camminare in silenzio, l'uno al fianco dell'altro. Calpestavano la schiuma delle onde e i pezzi di conchiglie sparsi per l'intera riva, desiderando intimamente di poter fare un bagno insieme e – perchè no – nuotare, fare l'amore e sorridersi come se oltre a loro non ci fosse altra cosa più importante. E forse un giorno lo avrebbero fatto davvero. Quando le loro insicurezze si sarebbero dissipate, quando la paura dei pregiudizi sarebbe svanita insieme alle incertezze, forse lo avrebbero fatto veramente.
Avevano camminato fino a un piccolo ormeggio, un ponte di legno dove sotto, tra le rocce, si nascondeva una piccola conca. Lì due persone avrebbero benissimo nascondersi agli sguardi. Era il posto perfetto per loro, ecco cos'aveva pensato Liam, mentre prendeva una mano di Zayn e lo trascinava lì dentro con sè per poter finalmente intrecciare le dita tra i capelli neri del suo ragazzo.
Zayn, per Liam, era forse il diamante incastonato in una corona d'oro, il più prezioso e brillante tra tutti i diamanti. Era di una bellezza onirica che si distingueva dalle mille e più bellezze. Aveva quei capelli neri come la pece, folti e setosi che si ostinava a curare caparbiamente e che profumavano di balsamo al caffè nero. Poi c'era la sua pelle che aveva il colore della resina e la morbidezza di una pesca matura che si arrossava sul viso magro e scarno; un viso da cui spiccavano due splendidi occhi di un castano cangiante in base al sole. Quando i raggi del mattino illuminavano le sue iridi le schiariva e, mutevoli, si coloravano di un color ambra tenue, la notte invece li faceva diventare di un cioccolato fuso e amaro, ma profondo come un abisso. Era bello come un Dio con quel corpo magro e tonico. Liam avrebbe potuto toccarlo con le palpebre serrate ed avrebbe saputo come destreggiarsi tanto lo conosceva. Sapeva la lunghezza e la sensibilità di ogni osso che sporgeva in quel manto di pelle color castagno e avrebbe potuto tracciare un percorso la punta di un dito. Gli ilei erano, però, la parte che preferiva e che amava stringere.
E che, appartati, stava stringendo in quel momento.
Erano finalmente soli, abbandonati a loro stessi; nessuno sguardo che sarebbe potuto diventare indiscreto e nessun rumore. Erano soltanto Zayn e Liam avvolti nell'odore salmastro delle onde.
Fu come toccarsi per la prima volta. Per loro, il tempo era come se si riavvolgesse e si trasformasse sotto i loro occhi chiusi. Era come se ripetessero ogni momento ancora, e ancora...e ancora. Si baciavano, ed era come se fosse il loro primo bacio. Si toccavano, ed era come se fosse il loro primo tocco. Gemevano, ed era come se i loro gemiti non si fossero mai mischiati prima di quella volta; come se non si fossero mai intrecciati l'uno con l'altro, avvolti stretti in lenzuola bianche come nuvole.
Dopo una giornata fatta solo di fantasie silenziose, era arrivato il momento di potersi guardare davvero. Il palmo di Liam attraversò il fianco di Zayn e ne sentì la curvatura accennata. Quella forma a clessidra era ciò che apprezzava quando la notte, nel buio, sfiorava quel corpo che conosceva come se fosse il proprio e ne provava il gusto con le labbra. Il caffè era la sua bevanda preferita e le braccia, le gambe, la pancia di Zayn profumavano, nella sua interezza, del caffè più buono che Liam avesse mai assaggiato. Era meravigliosamente perfetto. Poter gustare quel collo era molto meglio del semplice succhiarsi le labbra immaginandolo. Liam sentiva quella pelle buona come l'aroma forte dei chicchi scuri e i suoi sensi scalavano le vette delle montagne più alte ogni volta. Era come drogarsi di un odore impertinente, talmente piacevole da portarlo alla dipendenza.
Abbracciare e stringere Zayn non era come abbracciare e stringere qualunque ragazzo. Era come se sentirlo addossato al suo busto lo facesse sentire pieno della consapevolezza che non avrebbe mai potuto vivere senza di lui, o come se l'idea di morire non lo sfiorasse nemmeno nei periodi più bui. Liam si sentiva come se percepire le mani di Zayn sulla sua schiena implicasse eliminare la solitudine e la tristezza dal suo passato, presente e futuro; era come se fosse certo di ciò che ne sarebbe stato il resto dei suoi giorni, in compagnia di un uomo bello da fare invidia egli Dei e allo stesso sole che li illuminava il mattino presto.
« Ti amo. » sussurrò Liam, sul mento del ragazzo che davanti a lui lo accarezzava dolcemente sulla schiena.
E quando si baciarono, non pensarono a quanto sarebbe stato romantico farlo davanti al crepuscolo, o nel mare mentre facevano il bagno, o stesi nel bagnasciuga. Non pensarono a quanto sarebbe stato fantastico poterlo fare davanti alle persone che leggevano il giornale o sfogliavano una rivista. Quando le loro labbra si incontrarono, frementi e secche, pensarono che quel bacio era valso l'attesa. Le loro lingue si cercarono con un'iniziale accondiscendenza, poi sempre più passionali e decise, riconoscendosi e temendo di allontanarsi per troppo tempo.
Le dita di Zayn percorsero la spina dorsale di Liam più e più volte, soffermandosi talvolta a premere vigorosamente i polpastrelli nelle scanalature profonde dei muscoli allenati. Era piacevole potersi toccare e Zayn amava il corpo del suo ragazzo come ne adorava pochi altri. Era un piacere poterlo avere, baciare, sentire addosso. Gli morse il labbro per il desiderio e quando le mani raggiunsero le spalle nude di Liam lo spinse ad abbassarsi sulla sabbia, e lui lo raggiunse di conseguenza.
Fecero l'amore silenziosamente, stesi sulla terra fredda. Le gambe di Liam avvolte sui fianchi stretti e ossuti di Zayn, le loro mani intrecciate, le nudità scoperte e i membri eccitati; tutto era un déjà-vu stupendo che avrebbero volentieri ripetuto all'infinito. Mentre ansimavano, non vi erano volgarità. Non c'era niente di impuro o sbagliato in quello che stavano facendo. Condividevano il loro amore ad ogni spinta. Liam gemeva vergognosamente, senza esagerare, sotto al corpo esile di Zayn, che gli sorrideva e lo baciava teneramente quando affondava dentro al suo corpo.
Era un'armonia che non aveva bisogno di parole. Una melodia suonata con un pianoforte a coda.
Quando si stesero l'uno di fianco all'altro, i respiri affannati, ma in sincrono, era già buio e non riuscivano a distinguere nient'altro che la luna piena. Era tutto così incredibilmente perfetto da lasciare il segno nei loro cuori, che palpitavano ancora per un amore consumato interamente.
Si amavano, era quello che contava per loro. E stavano bene, nonostante a loro farsi vedere con le mani intrecciate fosse proibito.
Liam stava quasi per addormentarsi, con la testa appoggiata al pettorale di Zayn, quando quest'ultimo disse con il suo accento orientale « Andiamo a camminare. », piegando le ginocchia e posando le labbra sui capelli castani del più piccolo. « Nessuno ci vedrà. »
Camminarono nuovamente in riva al mare, ma dopo pochi metri si fermarono a stendere l'asciugamano e ci si sedettero, vicini, spalla contro spalla. Guardarono il cielo stellato per minuti interi, chiacchierando del più e del meno, come due ragazzi che si piacciono da poco e cercano di conoscersi. Di tanti in tanto le labbra di Liam si posavano sulla guancia di Zayn, ispida per la barba. Si guardavano e sorridevano. Poi si baciavano, complici in quel romanticismo bello da fare invidia.
Stavano parlando del tempo quando udirono uno scoppio e un boato. I loro visi si illuminarono di una luce rossa e poi, subito dopo, di una luce verdognola e brillante. Migliaia di stelle parvero cadere nel mare, lentamente e con fluidità, spegnendosi a pochi metri dall'orizzonte illuminato da quei lampi.
Liam sorrise. « È la notte perfetta per i fuochi d'artificio. »
Guardarono le luci sopra di loro a lungo. Liam parve incantato, ma Zayn era più incantato dal ragazzo che sedeva accanto a lui. Ogni cosa che Liam faceva, sembrava fosse la prima volta; sembrava che annusasse il mondo prima di buttarvisi a capofitto, di pancia, una risata costante sempre sulle labbra morbide. I suoi occhi possedevano una fiamma vivace che Zayn non aveva mai visto in nessuno; e non perché le sue iridi richiamassero il legno che ardeva tra le lingue di fuoco, ma perché vi era qualcosa di indefinito che lo portava a compiere le cose più irrazionali, come baciarlo in pubblico. Liam era di una bellezza disarmante mentre con il capo rivolto verso il cielo sorrideva assorto. La sua gola era morbida e liscia; Zayn l'amava perdutamente, come adorava guardare il pomo d'Adamo muoversi ogni volta che deglutiva. Amava anche la voglia sulla pelle, quella a forma di chicco di caffè, e amava le ossa sporgenti delle spalle, come anche le braccia, il busto, le gambe. Era sgraziato nei movimenti, ma meraviglioso, di una bellezza impacciata e tenera.
« Ti amo. » sussurrò Zayn, nonostante la sua confessione fosse arrivata tardi rispetto a quella di Liam. Ma questo non ci pensò e sorrise, accarezzando la guancia del maggiore e avvicinandogli il viso al suo, così che le loro bocche – non più secche – potessero baciarsi.
Fu un toccarsi lento, sotto a quelle luci prepotenti che filtravano da sopra le palpebre. E nonostante i movimenti tenui, per entrambi fu un'implosione intensa di emozioni che li spinsero ad abbracciarsi.
Non importava più dove fossero e chi fossero. Non importava più nulla di quello che stavano facendo, seduto nel bagnasciuga, sotto ai fuochi d'artificio. Erano rinchiusi nell'infinità delle loro emozioni e stavano bene, si sentivano completi e felici nella loro piccola bolla di sapone. Non c'era paura, non c'era solitudine.
Erano loro due, i loro cuori in simbiosi e una passione quieta e amabile come l'acqua che scrosciava sulla riva.

Beach on fire||OS Ziam MayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora