Bellatrix continuava a combattere, non troppo distante dal suo padrone, Voldemort, per poterlo osservare durante la battaglia e correre in suo aiuto in caso di necessità. Non avrebbe mai permesso che gli succedesse qualcosa. Il suo Signore, era la sua unica priorità... o almeno una delle due.
Stava lottando contro tre avversari contemporaneamente: la ragazza del rosso, quella di Potter e la bionda pazza. Ce la stavano mettendo tutta ma Bellatrix, con mano salda sulla bacchetta, si difendeva egregiamente. Sapeva di doverlo fare e per quale motivo dovesse. Con ogni fibra del suo corpo avrebbe dovuto proteggerlo. Doveva uscire indenne da quel combattimento. Per lui. Se lo meritava. Così scagliò una Maledizione Mortale che per poco non colpì la rossa, la quale indietreggiò spaventata, ma pronta a reagire. Ma un'altra figura accorse in suo aiuto, frapponendosi tra le due. Era Molly, la madre, pronta a difenderla.
« MIA FIGLIA NO, BASTARDA! »
La donna si sfilò il mantello, pronta a lanciare maledizione. Bellatrix scoppiò a ridere alla sua vista, ma era una risata disperata. Sapeva cosa stava per succedere e la paura la riportò nelle tenebre della sua mente, in cui veniva distrutta l'immagine futura della sua felicità, di ciò che avrebbe ravvivato quel suo cuore nero come la pece. Quella donna non era molto diversa da lei, pensò. Entrambe combattevano per lo stesso motivo: l'amore. Difendevano coloro che amavano. Ma erano capitate in versanti opposti e ciò significava soltanto una cosa: distruzione e dolore.
La Weasley lanciò per prima la Maledizione e lo scontro iniziò. Il sorriso di Bellatrix svanì e divenne ciò che stava tentando di nascondere: rabbia, tristezza e disperazione espressi in un ringhio spietato. Schivò la luce verde e contrattaccò.
Alcuni studenti si radunarono attorno a Molly per prestarle aiuto.
« No! » gridò però lei « Indietro! INDIETRO! È mia! »
Bellatrix percepiva rabbia mista a determinazione nella sua voce. Molly avrebbe difeso i suoi figli con tutta se stessa, solo la Morte glielo avrebbe impedito. Ma Bellatrix sapeva che anche lei aveva una causa per cui combattere. Ma, a differenza di Molly, lei non poteva permettersi di morire.
Non avrebbe dovuto, ma sapeva di doverla cogliere nel suo punto debole per poterla sconfiggere.
« Cosa ne sarà dei tuoi figli quando ti avrò ucciso? » le chiese allora con la sua stridula voce, non facendo trapassare il dolore che aveva provato per averle detto ciò e per ciò che stava per dire. Ma doveva. Per lui. « Quando mammina sarà morta come Freddie? »
Molly divenne ancora più rossa di quanto non lo fosse già. Una lacrima cascò impercettibile su una guancia. Quella di Bellatrix.
« Tu... non... toccherai... mai... più... i... nostri... figli! » urlò la sua avversaria.
Bellatrix rise, risata che mascherava la compassione che provava per quella donna e il dispiacere che avrebbe provato quando la avrebbe uccisa.
Ma qualcosa di diverso successe. Molly mise tutta la sua rabbia nel lampo di luce verde che significava Morte. Colpì Bellatrix in pieno petto, al cuore.
I suoi occhi si dilatarono, fece cadere la bacchetta a terra, e con l'ultimo residuo di forza vitale che le rimaneva si portò le mani alla pancia. Era lì, lo sentiva. Ma si sarebbe spento insieme a lei. Quel bambino innocente che come colpa aveva solo quella di avere come madre una Mangiamorte e come padre un Signore Oscuro. Sentì l'urlo straziante di Lord Voldemort, l'amore della sua vita.
Il bambino scalciò. Bellatrix sorrise. Caddero a terra.
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Morte di Bellatrix Lestrange
FantasyLa scena della caduta della Mangiamorte dal suo punto di vista.