-Quando hai fatto ci sono due asciugamani sul davanzale della finestra- Disse Holt aprendo alla ragazza la porta del bagno, per permetterle di fare una doccia. Era fradicia, e l'acqua calda le avrebbe fatto sicuramente bene. Lei annuì -Grazie mille-. Entrò nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle ignorando gli occhi di Holt che sicuramente la stavano osservando. Il bagno era identico al loro, solamente con mobili più moderni, e i Courter al posto della doccia avevano una vasca idromassaggio, nuova ed accogliente. Come prima cosa aprì l'acqua per farla riempire e poi si osservò allo specchio. Assurdo. L'abito era completamente sporco di punch rosso acceso, che le aveva appiccicato anche i capelli al volto. Si sfilò il vestito delicatamente, senza capire il senso di farlo così piano, dato che somigliava molto ad un gesto da film, e lasciò le sue cose vicino alla porta, su di un mobiletto turchese dall'aria costosa. Tolse le scarpe e la biancheria per rimanere senza niente e poter entrare subito nell'acqua. Mise prima una gamba e poi l'altra e infine si appoggiò piano sul fondo, dando al suo corpo il calore che fino a quel momento le era stato rubato dal pessimo gesto di Camel. L'acqua era calda tanto che emanava dei leggeri vapori che le bruciavano leggermente gli occhi. Scivolò piano e immerse anche la testa per qualche secondo prima di tornare in superficie per prendere aria. L'unica cosa che mancava in quel bagno perfetto era un bagnoschiuma degno del nome, così, prese ad osservare la raccolta dei ragazzi attaccata a parete con una mensolina bianca. Per la maggior parte vi erano bagnodoccia 2 in 1, perfetti per gli sport che faceva Holt oppure c'era un ampia scelta di shampoo dalle fragranze maschili. Ce n'erano un paio di marche di supermercato e alcuni che avevano l'aria di esser molto costosi. La ragazza prese uno dei doccia-shampoo senza pensarci troppo e se ne versò un po sulla mano per andare poi a massaggiarlo prima sui capelli e poi sul resto del corpo. Aveva un odore stranamente familiare, anche se i bagno doccia da uomo per lei avevano sempre lo stesso odore, sin da quando a Sindey aveva cominciato ad andare a dormire a casa dei suoi due amici. Aprì la doccia e si sciaquò sotto il getto di acqua tiepida ripensando alla bella serata che aveva vissuto fino all'arrivo di Camel. Era stata molto bene con Holt. Dal primo, e ultimo, ballo, fino alla foto che avevano scattato nel club. Non voleva metterci troppo, infondo non era casa sua, così dopo poco si alzò, mentre la sua pelle si riempiva di brividi per la differenza termica fra la vasca e l'ambiente. Prese gli asciugamani e avvolse quello grande attorno al corpo mentre con quello più piccolo si strofinò i capelli energicamente per togliere l'acqua prima di aprire la porta. Lasciò uscire il vapore, che scomparì assieme ai cattivi pensieri, indossò le mutande sotto l'asciugamano, l'unico indumento asciutto, poi vuotó la vasca e uscì. Il corridoio era deserto, non si sentiva nemmeno un rumore, e le luci erano spente. Si diresse in camera di Holt lasciando una scia di goccioline d'acqua che le cadevano dai piedi mentre tentava di camminare sulle punte. -Ho fatto- Disse andando verso il ragazzo che se ne stava seduto sulla sedia girevole con l'aria stanca. Aveva tolto la camicia e le scarpe, e si era spettinato i capelli come suo solito. Anche se non era la prima volta che lo vedeva a torso nudo Hope rimase comunque sorpresa dalla sua bellezza. Era il ragazzo piu bello, nelle sue stranezze, che avesse mai visto. -...Un casino piu che altro- Concluse lei con un sorriso colpevole. Holt si sporse a guardare dietro di lei mentre i muscoli del petto gli si tendevano. -Vedo- Rispose semplicemente sorridendogli, troppo impegnato a osservarla. Era questo che facevano sempre loro due. Si osservavano. Passavano il tempo a scrutarsi e a guardarsi, senza dirsi l'un l'altro quello che pensavano veramente. Era un gioco che facevano da sempre, senza pensarci, dal primo momento in cui si erano incontrati, e non riuscivano a smettere. Era una droga. Era una maledizione.
Posò lo sguardo sulla pelle umida di Hope e poi tornò ad osserare il modo in cui l'asciugamano bianco la fasciava perfettamente, mettento in risalto il bacino e le altre curve. La ragazza sorrideva timidamente con il solito volto perfetto, pur avendo i capelli che le gocciolavano ovunque. -Meglio che vada a fare la doccia anche io...- Fece piano, mettendole una mano sulla spalla delicatamente. -... o rischio seriamente di non riuscire piu staccarmi da te-. La sorpassó fissandola negli occhi con il volto allegro e poi uscí dalla stanza pestando l'acqua con i piedi nudi. Hope lasciò il respiro che aveva trattenuto quando lui l'aveva toccata, si lasciò cadere pesantemente sulla sedia e continuò a sfregarsi i capelli energicamente finche non rimasero solo leggermente umidi. Dalla finestra della stanza entrava solo un flebile raggio di luna, che illuminava parzialmente il parquet davanti al letto. Il cielo sembrava limpido e cosparso di stelle brillanti. Non aveva idea di quanto ci avrebbe messo Holt, e quindi del tempo che avrebbe atteso prima di vestirsi, così si alzò in piedi cercando qualcosa di interessante da fare nell'attesa per evitare di addormentarsi. Non era stanca, ma tutto il dolore che aveva provato per colpa dei tacchi e il freddo del punch le si erano convogliati in un mal di testa sopra il collo che trovava sollievo solo se chiudeva gli occhi. Si sedette piano sul letto poi posò lo sguardo su un libro, poggiato sottosopra sul comodino. Lo prese delicatamente e lo girò per leggere il titolo. "Joyland" di Stephen King. L'autore non le era nuovo ma non aveva mai sentito di quel libro, non che fosse strano, lei non amava leggere. Lo girò fra le mani notando la copertina strappata in piu punti e le pagine spiegazzate. Holt non le aveva mai detto che leggeva, e non lo aveva mai visto farlo così rimase un po' sorpresa, positivamente. -Ti piacciono i thriller?- Disse lui di colpo, facendola sobbalzare. Hope si girò mentre metteva istintivamente una mano sul cuore e lo guardava. Holt era appoggiato allo stipite, come suo solito, e aveva un asciugamano attorno alla vita mentre i capelli biondi erano gia asciutti e sparati ovunque. Spettacolo. -No io non leggo- Disse lei rimettendo a posto il libro. Lui sorrise mentre entrava e attaccava il phon alla spina, vicino l'armadio. La ragazza lo guardò e si accorse che lui la stava fissando. -Che c'e?- Lui agitò il phon come se fosse ovvio. -Vuoi adare a letto con i capelli bagnati?- Allora Hope si alzò e lo raggiunse subito porgendogli la mano. Lui sorrise -Faccio io- E si mise alle sue spalle. Hope rimase ferma, sorpresa dal suo gesto improvviso e lo lasciò fare. Lui accese il phon e prese ad asciugarle i capelli muovendolo energicamente e spostando i capelli con le mani di tanto in tanto. Fu una sensazione alquanto strana per entrambi. Hope fu felice del gesto e assaporò ogni attimo in cui lui le sfiorava delicatamente il collo con il polso o con il phon. Holt invece si chiese per tutto il tempo se quello che stesse facendo fosse giusto, se le stesse facendo male o meno, ma intanto sorrideva divertito. -Ecco fatto- Fece ad opera compiuta spegnendo quell'apparecchio dal rumore infernale. -Grazie mille Holt, se mi servisse un parrucchiere, saprei dove trovarti- Disse lei dolcemente dopo essersi girata verso il ragazzo. -Disponibile ventiquattrore su venntiquattro- Finí Holt staccando e poggiando il tutto sulla sedia. La guardò un po triste -Fosse per me... dormiresti cosi- Esordì indicandola con un dito -Ma siccome, sono dolce e gentile, ti offrirò la mia maglietta e un paio di shorts-E si diresse all'armadio carismatico. -Sceglila carina eh- Disse lei mentre con le mani strecciava i capelli in assenza di una spazzola. -La piu carina di tutte Mims. Stanne certa- Fece lanciando sul letto alcuni capi. Volarono pantaloni e camicie per la stanza ma lui non pareva intenzionato a fermarsi. -Non trovo... Eccola!- Esclamò praticamente urlando mentre le mostrava una T-shirt. Era grigia, senza maniche e aveva una scritta nera sul davanti, leggermente rialzata. Holt la sfoderava fra le mani come una bandiera, sorridendo. -Mi piace Courter. Andata!- E Hope gliela rubò dalle mani in estasi. Non vedeva l'ora di potersi vestire, quell'asciugamano cominciava a diventare umidiccio e scomodo. -Al volo- Urlò lui lanciandole anche un paio di pantaloncini neri. Lei li prese al volo e li guardò. Erano scuri, classici pantaloncini da sport con il loro Kipsta sul lato, in bianco. -Perfetto, grazie ancora Holt- Disse mentre se ne andava in bagno a cambiarsi. Ci mise un secondo, dato il freddo che l'assaliva, e poi tornò in camera col sorriso sulla faccia. Holt era sdraiato sul letto, a pancia in su, e fissava il soffitto dopo essersi cambiato. -Non ho mai visto qualcuno che stesse cosi bene con la mia roba addosso- Disse contento mentre metteva le mani dietro la testa. -Posso dire lo stesso di te- Fece lei indicando la maglietta senza maniche della scuola e gli short grigi che portava. Lui le indicò il letto un po' imbarazzato. -Vieni?- Hope lo guardò un attimo, poi scosse la testa. -Avevamo detto che avrei dormito sul divano...- Lui si mise a sedere a gambe incrociate sulle coperte, col viso contorto in una smorfia triste. -Ti preeego...- La ragazza guardò il pavimento per evitare di essere corrotta da quel suo sguardo perfetto. -Holt, divano... ricordi?- Il ragazzo rimase ancora per qualche secondo in quella posa adorabile e quando vide che Hope era irremovibile si alzò in piedi. -E va bene Mims. Il letto è tutto tuo, vado io sul divano- Lei lo guardò dirigersi al piano di sotto colta di sorpresa -No Holt, non scherziamo, ti prego- Lui sorrise dolcemente alzando un lato del labbro. -Buonanotte Mims- E scomparì per le scale buie. Come doveva fare con quel ragazzo? Si guardò attorno osservando quella camera che non le apparteneva. L'orologio segnava mezzanotte e venti a intermittenza, emanando leggere luci blu. Hope si poggiò sul letto e si stese piano, comodamente e tirò le coperte per coprirsi. Il letto era morbido e caldo e la stanza scura creava insieme ad esso un ambiente perfetto per farsi una lunga dormita. Però tutto il resto, in quella stanza, le urlava di stare sveglia. Il cuscino, intriso dell'odore inebriante di Holt, il libro, che la incuriosiva troppo, le coperte, su cui fino a cinque minuti prima era steso il ragazzo e soprattutto i le parole di Camel, che erano tornate a tormentarla da quando lui se ne era andato. Sembrava stupido ma non poteva fare a meno di pensarci. Prese a girarsi e rigirarsi nel letto. Si diceva che erano solo brutti pensieri inculcati da una ragazza in cerca di attenzioni ma allo stesso tempo si domandava se Holt stesse fingendo o meno. Era quasi un mese che era arrivata e da allora non avevano fatto altro che litigare e far pace per litigare di nuovo. Era come quella cosa del guardare. Si guardavano e contemporaneamente litigavano. Si alzò dal letto improvvisamente e uscì dalla stanza per raggiungere il salotto. Mentre posava velocemente i piedi sui gradini delle scale, queste scricchiolarono come in un film dell' orrore. -Holt?- Chiamò timidamente al buio. Qualcosa si mosse in lontanaza ma nessuno rispose. -Holt- Chiese nuovamente lei. Cominciò a tastare gli oggetti attorno, cercando di capire come arrivare al divano. Mosse le mani attorno a lei e trovò il tavolino di vetro. Lo percorse piano cercando di muoversi senza impacci ma fini addosso a qualcosa che le bloccava la strada. Allungò la mano e sfiorò quella che sembrava... pelle. -Oddio- Disse facendo un passo indietro. Quella che ormai era sicura fosse una persona la prese per la vita e la attirò a se. -Mims, sono io. Sono Holt. Calma- Fece il ragazzo passandole una mano sui capelli. -Ho sentito un rumore e mi sono alzato- Lei riportò il suo respiro a condizione normale. -Mi hai fatto prendere un colpo- Lui sorrise anche se Hope non poteva vederlo. -Non riesci a dormire??- scosse la testa. -No- Il ragazzo la strinse a se dolcemente. -Come mai?- Domandò curioso mentre si staccava e accendeva una luce sulle scale. L'ambiente si illuminò leggermente e la ragazza distinse la forma di Holt per le scale che le dava una mano. -Vieni, andiamo a parlarne di sopra- Lei si lasciò condurre come una bambina e insieme salirono, dirigendosi in camera. Si sedettero sul bordo del letto, mentre Holt incrociava le gambe. La mente della ragazza era stata colma di pensieri fino a tre minuti prima, e ora, che doveva parlare, che sentiva il bisogno di farlo, non sapeva che dire. -Va bene. Parlo io. È per quello che è successo al ballo? So che è stata Camel. Me lo ha detto Gage quando sono andato a prendere le chiavi- Esordì lui cercando di non ferirla. La ragazza scosse nuovamente la testa. -Non è per quello. Cioe si ma... non per il punch. È stato dopo- Disse mentre si mordeva il labbro. -Lei ha detto, che ti conosce, molto bene e... ha detto che io sono solo un passatempo per te. Che sa che non ci trovi niente in me e....- Holt le mise una mano sulle labbra. -Hey, hey, hey. Mims...- Fece avvicinandosi a lei e mettendole le mani sulle giance. -È Camel. L'ha detto lei, non io. Ha sviluppato un senso da vipera nei tuoi confronti. Ma tu lasciala perdere. Sono sue fantasie nient'altro- Hope annuì silenziosamente mentre cercava di convincersi che quello che diceva il ragazzo fosse vero. -Vuoi sapere cosa penso di te io invece? Cosa penso realmente?- Lei lo guardò titubante e Holt le sorrise. -Vieni qui- Disse facendola stendere vicino a lui. Le mise un braccio sotto il collo e lei si mise su un fianco, pronta ad ascoltarlo. -Sai Mims, la prima volta che ti ho visto eri così... buffa. Avevi quel pigiama, e io... Dio, io non avevo mai visto un pigiama così bello- Hope rise silenziosamente mentre lui continuava. -Sarei potuto stare li guardarti per ore. Non mi avresti mai stancato- E sorrise mentre le baciava la testa. -Era ridicolo, provavo questo sentimento assurdo, che mi legava a te ma che allo stesso tempo mi faceva comportare da stronzo, come quando ho preso le parti di Camel, e ti allontanava sempre di piu. E ogni volta che ti vedevo io esplodevo. E lo faccio tutt'ora. Non capisco piu niente. Non so nemmeno come sia possibile ma è cosi- Prese un respiro lentamente e quella parte di lui che aveva represso sin dall'inizio parlò per lui. -Penso di amarti Mims- Si voltó verso la ragazza e le fece una carezza in attesa che disse qualcosa, poi la osservò meglio. Si era addormentata. Aveva un dolce sorriso stampato in faccia e sembrava un angelo. La strinse forte e sorrise anche lui, quasi con le lacrime agli occhi. -È cosi. È ridicolo, assurdo, inspiegabile. Ma ti amo-.
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Quasi Diversi ● Quasi Uguali (#Wattys2015)
ChickLitNEW! "Era questo che facevano sempre loro due. Si osservavano. Passavano il tempo a scrutarsi e a guardarsi, senza dirsi l'un l'altro quello che pensavano veramente. Era un gioco che facevano da sempre, senza pensarci, dal primo momento in cui si e...