Hi, I'm Gerard and I'm dead

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Eccomi qua, ad assistere al funerale di un tizio con cui avrò scambiato si e no qualche parola in tutta la mia vita; sinceramente non so neanche cosa ci sto a fare qua, dato che a stento ricordo il suo nome. Doveva essere qualcosa come Jared, Geoffrey, Gerald... ecco, appunto, non me lo ricordo. Eppure mi ricordo che, quando ero piccolo e le nostre madri si incontravano, ogni tanto ci giocavo insieme a quel bambino paffuto. Una cosa però è da dire: quel bambino non era il massimo della compagnia, anzi, a volte non lo era affatto; si metteva in un angolo a scarabocchiare con i suoi pastelli dimenticandosi di tutto e di tutti e io rimanevo come un povero coglione a fissarlo, nella vana speranza che si accorgesse di me, finché non mi stufavo e raggiungevo mia madre ad ascoltare i suoi inutili pettegolezzi sugli affari della panettiera.

Dio, pensare che lo stesso bambino paffuto e buffo di dieci anni fa sia morto in un incidente stradale giusto due giorni fa, mi fa uno strano effetto, eppure eccolo lì, e adesso verrà sepolto sotto sette metri di terra.

Un po' mi dispiace per la madre, se non ricordo male si chiama Donna, caspita, sono anni che non vedo quella donna e doverle stringere la mano per farle le condoglianze mi mette un po' a disagio.

Di fianco a lei ci sono anche il marito e il secondo figlio, cazzo, devo stringere la mano e dire "condoglianze" anche a loro. Odio queste situazioni, mi mettono sempre una strana agitazione addosso.

Dio, al posto dei piedi ho due surgelati, il prete non si sbriga con le parole e io sto praticamente morendo assiderato in piedi. Okay, forse dire "sto morendo" ad un funerale non è il massimo della delicatezza, ma cazzo, è così. Forse se strofino le mani e ci soffio dentro un po' d'aria calda dovrei riscaldarmi un po'.

-Frank- mi bisbiglia mia madre dandomi una leggera gomitata al fianco.

Che palle, questa donna è più ansiogena di me; ha sempre il timore di fare brutta figura quando siamo in pubblico, ma dico, sto solo cercando di riscaldarmi prima che diventi un pezzo di ghiaccio, cosa c'è di così terribile in ciò? Meglio accontentarla e tornare con le mani ben piantate nei tasconi del giubbotto.

Guardandomi velocemente attorno mi accorgo di essere l'unico coetaneo del defunto, oltre al fratello, devo pensare che il bambino paffuto non abbia cambiato le sue abitudini? Bah, magari i suoi amici verranno a fargli visita più tardi o magari, non ci sono perché non avrebbero retto la visione della sepoltura di un loro amico. Mi sento un po' l'unico idiota di turno; mi sono svegliato alle sette del mattino, la domenica, per partecipare al funerale di una persona che a stento conosco, il tutto, per accontentare mia madre. Si, credo proprio che tu sia un idiota Frank.

Il prete ci sta invitando a prendere un momento di riflessione per rivolgere i nostri ultimi pensieri al defunto, e io come al solito sto sprecando il tempo pensando a delle inutili cazzate. Ma d'altronde cosa poteri pensare riguardo a questo ragazzo? L'ultima volta che gli ho parlato, probabilmente, risale a più di quattro settimane, non è che abbia molto su cui riflettere.

Eppure se faccio vagare un po' gli occhi, sono tutti a capo chino immersi nei loro pensieri a proferire un silenzioso ultimo saluto a questo povero ragazzo.

Se guardo il fratello riesco a sentire un vuoto dentro di me; non deve essere bello salutare una persona che sta uscendo di casa tranquillamente, con la convinzione di rivederla dopo, per poi essere chiamati di punto in bianco e sentirsi dire che questa è morta. No, non lo è affatto. Posso solo immaginare come ora debba sentirsi senza più una figura accanto come quella del fratello.

Il prete ha dato l'ordine di calare giù la bara, cazzo, questi sono gli ultimi istanti che quella famiglia potrà condividere con quel ragazzo; non so veramente cosa pensare, è assurdo come in un momento prima una persona sia qui mentre in un momento dopo sia dentro una bara.

The ghost of youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora