Amare è letale

Chapter 1

Ultimo giorno di riposo, era da mesi che ormai non prendevo una bella vacanza, partire per Dubai mi ha aiutato a distogliere i pensieri dal mio lavoro e da ciò che avevo passato.

A volte fare una pausa è la miglior cosa, pensar ad altro pensando a progetti futuri e magari dimenticando passati difficili.

Ricordo ancora quando mi deprimevo per quanto ero grassa, quando la gente mi chiamava "palla" non riuscivo a trattenere le lacrime e finivo per andare a piangere nei bagni delle ragazze, così conobbi Clair, la mia più grande amica, non che una delle poche ragazze molto popolari a scuola. Uscii dal bagno per tornare in classe, ero in corridoio, camminavo a testa bassa qualcuno venne a sbattere contro me, abbassai lo sguardo cercando di raccogliere o libri ormai sparsi per il pavimento:-Mi dispiace davvero non volevo- dissi restituendo i libri a testa bassa mentre con dorso della mano mi asciugavo le lacrime:- Non mangio sai?- sentii una risata, alzai lo sguardo era bellissima, aveva dei capelli lisci come la seta gli occhi azzurri ed un sorriso bellissimo, la guardai negli occhi, sforzai un sorriso:- Piacere Clair..

Le voglio un gran bene, è merito suo se adesso sono la ragazza che sono. Mi ha insegnato ad amarmi anche con quei stupidi difetti che mi ritrovavo sotto gli occhi.

Dopo la morte di Eric rimasi sola, cercai di non legare con nessuno ma alla fine Clair fece "eccezione",lei era tutto ciò di cui avevo bisogno fin da sempre..

Eric era il mio miglior amico fin dalla nascita, sapere della sua morte mi ha sconvolta, era l'unico amico che mi aveva sempre sostenuta ed io l'avevo perso.

Una lacrima mi rigò il viso

La mia famiglia lavorava molto, io passavo le mie giornate con lui e la sua famiglia, Dana era una donna fantastica, per non parlare di Edward,
li adoravo non c'era dubbio.. Dopo la morte di Eric le mie visite a casa Erlberg era sempre più rare, entrare in quella casa mi faceva davvero male.

Con il tempo, trovai lavoro in un'agenzia, cercavano una persona abbastanza disinvolta e sveglia.
Il mio capo è Brett Hooker, un gran bell'uomo, che purtroppo come tutti gli altri non era interessato al matrimonio e relazioni legate ad essa, quindi si ritrovava sempre con una donna diversa sulla sua scrivania.
Ormai mi ero abituata.

Scesi dall'aereo aspettando la fila che continuava a camminare lenta davanti a me, dopo un'oretta stavo già prendendo la mia valigia per tornare a casa, uscii dall'aeroporto. Presi un taxi.