TRENTAQUATTRESIMO CAPITOLO:

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<<Dove si trova ora?>> la voce di Basil era leggermente incrinata dalla rabbia che gli aveva inoltre procurato una linea sottile ma visibile sulle fronte. Le sue sopracciglia erano quasi sul punto di toccarsi e i suoi occhi azzurri non più tanto innocenti e puri come invece si ci si aspetterebbe da lui.

Dimitri mise da parte l'istinto di prenderlo a pugni e si avvicinò al grosso armadio a muro della stanza.

Al contrario del gemello adorava il lusso e la modernità ma solo ad eccezione fatta per le sue stanze personali; aveva dovuto adattare l'intero regno ad uno stile del tutto medievale, il periodo storico in cui il tasso delle sofferenze e dei malcontenti era salito a livelli vertiginosi, ma per arredare ciò che possedeva si era adattato ai tempi.

Tirò via da una delle stampelle una semplice camicia nera che si infilò rapidamente sotto lo sguardo esigente e spazientito del gemello.

Un tempo avrebbe riso di quel suo muso imbronciato che aveva stampato in faccia ma il suo interessamento alla Prescelta stava diventando un vero e proprio fastidio per lui.

<<Sarà qui a momenti.>>lo liquidò rapido.

<<E tu!>> ruggì puntando un dito in direzione del giovane Arthur <<Prega che il mio buon umore non finisca altrimenti il cumulo di cenere di Vergard avrà compagnia!>> terminò minaccioso lanciandogli un ultimo sguardo gelido. Non gli era mai importato di come i suoi uomini occupassero il proprio tempo ma lasciare Teresa da sola, nelle mani di quei due era stata una scelta che difficilmente gli avrebbe perdonato.

Se non l'avesse sentita urlare probabilmente sarebbe accaduto il peggio e a quel punto non solo i colpevoli avrebbero visto la loro esistenza evaporare, ma ogni singola anima di quel tetro regno avrebbe pagato con la stessa sorte.

Il giovane medico leggendo quei truci pensieri nello sguardo del suo Re aveva abbassato il proprio con fare colpevole, stringendosi nelle spalle. Il senso di colpa per quello che aveva fatto lo stava consumando da ore ormai. Si era precipitato di corsa nella sala delle armi non appena aveva visto Reginald venir trascinato dalle guardie verso le segrete del castello, trovandola però vuota. Sapeva che lui e il suo compare erano soliti a lasciarsi andare ai più miserabili e malsani vizi ma non li credeva tanto folli da arrivare addirittura ad aggredire la Prescelta del loro sovrano.

Intervenendo prontamente il giovane Re del regno opposto fece ricadere l'attenzione del gemello lontano dalle sue colpe.

<<Se l'avessi lasciata libera di vivere nel mio regno tutto questo non sarebbe mai successo!>> sbottò agitando le mani in maniera quasi compulsiva, facendo apparire una smorfia di fastidio sul volto di Dimitri che sembrava sul punto di esplodere.

<<Libera?>> chiese con un tono ironico accennando ad un falso sorriso <<L'hai portata con te per saziare il tuo smisurato egoismo, con la vana speranza che così facendo sarebbe caduta ai tuoi piedi! Non atteggiarti a giustiziere, le tue azioni non hanno nulla di innocente.>> terminò avvicinandosi al biondo con aria di sfida.

La tensione che si respirava lì dentro era quasi asfissiante, Arthur che era ancora immobile in un angolo, in attesa solo di essere congedato il più rapidamente possibile per accertarsi delle condizioni della sua amica, guardava la scena a disagio e con la reale paura di essere coinvolto.

I due fratelli sembravano intenti a volersi sopraffare per l'unica ragione che più dei loro elementi li aveva portati per sedici lunghi anni ad allontanarsi sempre di più fino a perdersi. Non era raro vederli discutere delle volte anche animatamente, ma prima della comparsa di Teresa mai nessuno si sarebbe sognato di vederli litigare in quel modo.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora