chapter;seven
Alison, si ritrova nella stanza che l'ha ospitata per questi giorni, a fare i bagagli per ripartire per Charleston.
Ancora non può credere che Adam se la sia presa con lei, per qualcosa che non ha senso.
Mentre mette apposto le sue cose, sente bussare alla porta. Neanche fa in tempo a dire 'Avanti' che la figura di Ed si fa spazio sulla soglia della porta.
«Allora è deciso?! Te ne vai di già?» le dice con aria un po' malinconica.
«Già -sospira- Devo parlare con Adam. Devo chiarire faccia a faccia. Fosse per me, rimarrei fino al tempo stabilito, ma non me li goderei questi altri giorni perché sarei troppo occupata a pensare a lui»
«Hai ragione. Cerca di fargli capire le cose come stanno e una volta che lo avrà fatto, sarà tutto come prima -cerca di consolarla, Ed. -Cosa dirò agli altri? Hanno chiesto se stasera uscivi anche tu con noi...»
«Dì che ho avuto un imprevisto e che dovevo ripartire subito. Niente di grave, non voglio che si preoccupino e neanche che il mio ragazzo ha dato di matto per quella foto, Calum e Ashton potrebbero incolparsi e non devono assolutamente farlo»
«Cercherò di inventarmi qualcosa di credibile, allora»
«Mi dispiace lasciarvi tutti così. Siete un bel gruppo e spero che la prossima volta sarete voi a venirmi a trovare in America» afferma Alison, avvicinandosi a Ed per stringerlo in un abbraccio.
«Senz'altro. Mi mancherai tantissimo. È stato bello averti qui, in questi giorni» ricambia la stretta
Si staccano dall'abbraccio e gli occhi di Ed iniziano a farsi lucidi così per nascondere il tutto, le lascia un bacio sulla fronte ed esce dalla stanza.
La bionda torna ai suoi bagagli, finendoli di preparare e poi chiama un taxi che la porti all'aeroporto.
L'unica cosa da fare in questo momento è prendere l'aereo e tornare a Charleston per parlare con Adam.
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Luke aveva appena finito di parlare con Calum, che gli chiedeva se uscisse con loro stasera.
Non ne aveva una gran voglia, detto sinceramente, però non gli andava neanche di rimanere a casa senza far niente quindi alla fine aveva confermato la sua presenza.
Mentre saliva le scale per andare in camera sua, suonano al campanello e quindi riscende per andare ad aprire.
È il postino che gli lascia diversa posta, tra cui un pacchetto e la raccomandata per suo padre. Firma e torna dentro.
Controlla le varie lettere e nota che ce n'è una indirizzata a lui. Proviene dalla Juilliard School, di New York.
Sbarra gli occhi dall'incredulità e si affretta ad aprirla.
Aveva fatto domanda tempo fa, senza dire niente a nessuno, ma pensava che non l'avessero neanche considerata la sua candidatura poiché non gli era ancora arrivato niente.
Non si aspetta di certo di essere stato preso, essendo la più prestigiosa università di arti di New York, però per lui è un traguardo già essere stato considerati.
L'aprì in fretta, ma tentennò nel leggerla. Non era sicuro di voler sapere la risposta.
Aspetta un rifiuto è ovvio, ma non ha comunque il coraggio nell'avere la conferma di esso.
Alla fine, senza troppi giri apre la lettera e fa scorrere i suoi occhi su tutto il foglio.
"Caro Signor Hemmings,
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wherever you will go || lrh {editing}
FanfictionDue bambini, ora diventati adulti che, lasciati in balia del tempo e del ricordo, sono destinati a ritrovarsi proprio in quel parco senza saperlo... I'll go wherever you will go COPYRIGHT © 2015 All right reserved ® to me