L'autobus arrivò puntuale come la morte, portandola dritta al inferno, dove il diavolo insegnava fisica, i demoni cercavano di insegnarti qualsiasi altra materia, nella quale, magari, ne sai pure più di loro. Contornata da peccatori che si credono immortali;al primo piano c'era il girone delle prime e le seconde, ovvero coloro che si credono eroi perché hanno superato gli esami di terza media, ridicoli ; al secondo piano le le terze e le quarte, quello era il girone di adeline, in questo potevi trovare di tutto: le puttane D.O.P., depressi, drogati, secchioni, e per ultimi, i peggiori, i cocchi di papà col rolex da 3000€, ma non possono offrirti una sigaretta.
Poi c'era il terzo piano, ad Adeline sconosciuto, ed era sua intenzione non salire mai quei fatitici scalini che l'avrebbero portata in quinta, ebbene sì, aveva deciso di lasciare la scuola subito dopo essere diventata abbastanza grande per vivere sola.
Alle 8 iniziò la prima lezione, pur durando una sola ora, sembrava passata un eternità, finalmente arrivò la ricezione dopo la terza ora; Adeline uscì per ultima essendo in ultima fila nel angolo, uscendo il professore di fisica le afferò il polso, lei si fermo un secondo e prese un profondo respiro, per evitare di diventare volgare. Sapeva cosa il professore le volesse dire e non sopportava il fatto che il professore pensasse che le interesse qualcosa.
《 so che è il tuo compleanno ma tra poco finisce la scuola e sono obbligato a parlarti》
Ci fu un momento di silenzio.
Lui la guardava in attesa di una risposta che adeline non gli avrebbe mai dato
《 i tuoi voti sono troppo bassi per riuscire a passare l'anno e come ben sai mancano davvero pochi giorni alla fine della scuola, io ti poropongo un accordo: domani faccio l'ultimo test di fisica dell'anno, se mi riesci a prendere un bell' otto ti alzo il voto in pagella"
Adeline stette per qualche momento a fissare il prof e poi rispose:
《Io non so niente di fisica, non ho studiato mai niente della sua materia, e non me ne frega un cazzo di essere bocciata!》...no... questo lo pensò, rispose un banale 《ci conti》fingendo un sorriso al quanto inquietante.
Quando uscì dall'aula mancavano solo un paio di minuti alla fine della ricezione, sufficienti per mangiare qualcosa e andare in bagno. E poi rincominciava l'inferno tutto da capo come in circolo vizioso.
Dopo due ore suonò l'ultima campanella della giornata.
All'uscita la andò a prendere il padre che appena la vide si diresse verso la macchina e lei lo seguì velocemente per evitare di perderlo di vista, poi saltò nel posto affianco al guidatore e alacciò la cintura.
《Adeline, ti dispiace andare a dormire dalla nonna sta sera》disse il padre un po titubante
《È il mio diciottesimo compleanno》
《Sì lo so, ma è anche il secondo anniversario di me e chiara》
Chiara era la ragazza del padre, lei era bellissima, era architetto, ogni volta che andava a casa di Adeline e il padre, portava sempre vestiti alla moda e costosi, senza capire che Adeline non userà mai quei vestiti, ha messo solo una volta un abito belissimo e costosissimo, per il matrimonio del fratello di chiara.
《Allora esco con ricardo, papà il giorno più importante della mia vita non lo passo con la nonna, sai che la odio, e che lei mi odia》
Il padre la guardò arabbiato
《Sai che non mi piace quell'ragazzo》
《È il mio migliore amico》
《A che ora tornerai?》
《Per mezza notte penso sarò a casa》.
Una volta a casa Adeline corse in camera a farsi una doccia.
Adorava sentire l'acqua calda scorrere lungo la schiena nel silenzio più totale del bagno, lo trovava rilassante.
Odiava dover spegnere il getto d'acqua ma arriva sempre il momento di doversi arrotolare nel asciugamano e una cosa che odiava ancora di più era fare il fon.
Una volta pronta aspettò la chiamata di ricardo che la sarebbe andata a prendere per portarla in discoteca.
Arrivarono le otto ed ecco la chiamata di Riccardo
《Sono sotto casa tua, scendi》
《arrivo subito》
Casco, motore, e via in pochi minuti erano davati alla discoteca.
Lui si tolse il casco e lo appoggiò sul manubrio poi con dolcezza tolse pure quello di Adeline.
《Auguri mortissia》
Disse lui ridacchiando in modo ironico
《ti ho detto di smetterla di chiamarmi così》
Disse lei cercando di tenere un espressione seria.
《Perché?sai che mi piacie molto la famiglia Adams》
《Vabe allora fai quello che vuoi》disse lei ridacchiando.