Collisione

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Parte 1.

Anno 3022 d.C.

Giorno 6805.

Ella camminava sul terriccio frastagliato del campo di addestramento con il naso ficcato tra le pagine sgualcite del suo libro di fiabe preferito.

Era l'unica bambina ad averne uno, perché gli altri professori non erano buoni come il suo e non permettevano svago ad esperimenti di livello inferiore all'undicesimo.

Il professor Pavlovich le diceva di adorare la sua inclinazione particolare per la letteratura.

La rendeva diversa e speciale, più di quanto già non fosse.

Mentre era immersa nella lettura di Biancaneve e i sette nani, qualcosa di massiccio e abbastanza prepotente le sbarrò la strada, facendola sbattere e cadere il libro a terra.

«Hey, marmocchia! -esclamò la vocina, di poco più profonda della sua-Non pensi sia arrivato il momento di lasciar perdere quel libro e guardare dove metti i piedi?. »

Ella alzò lo sguardo sulla figura che le si era parata di fronte.

Un dodicenne biondo, con un paio di guance rosse e paffute le sorrideva irrisorio, con le mani poggiate sui fianchi tondi e sporgenti. Una benda nera da pirata gli calava sull'occhio sinistro.

«Io non sono piccola! » esclamò estremamente irritata la bimba, soffiando via una ciocca di capelli castani che le era finita di fronte ai grandi occhi verdi.

«Sì che lo sei, hai nove anni. » constatò il ragazzo, crogiolandosi nella sua spavalderia da dodicenne.

«Ella, Crux! »

Una voce adulta alle loro spalle si stava avvicinando velocemente, chiamando i loro nomi.

Ella non poteva fare a meno di pensare quanto fosse strano che il professore fosse l'unico ad aver dato loro un nome.

Ogni volta che venivano chiamati da altri professori, questi usavano solo i loro numeri di serie.

00097, 00098, 00099, 00100, 00101.

Crux, Yian, Axel, Wilow ed Ella.

Gli unici cinque bambini a non avere gli occhi spenti e tristi come fossero stati privati della propria infanzia.

«E' pronta la cena! »

Il professor Pavlovich stava affacciato sull'entrata dell'Ufkit, guardando con occhi paterni i due ragazzi, stretto nel suo camice candido da scienziato.

«Arriviamo! » urlarono in coro i due.

«A chi arriva prima alla mensa? » la sfidò il ragazzino con lo sguardo strafottente di chi è sicuro di vincere.

Ella piegò le labbra in un sorrisetto divertito.

«Ci sto. »

Ottantacinque anni prima.

Swonia.

Ventimila anni luce dalla Terra.

«Uno, due, tre... »

Questo nascondino che gli umani gli avevano insegnato era proprio divertente!

Lyscar vide Aryahize imboccare il corridoio che portava alla serra e pensò che fosse decisamente scontato.

Del resto lei e Rayina ci passano giornate intere...

H.Y.B.R.I.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora