L'astro che tutto illumina si levò nel cielo molto presto, pochi uccelli cinguettavano, gli scoiattoli si rincorrevano tra i rami degli alberi e le api si posavano sui fiori a nutrirsi di nettare; alcune su viole, altre su rose e altre ancora su campanelle.
Daart si svegliò e furtivamente bardò il suo Cinğiol e prese le sue armi, lo sellò e gli legò sulla groppa abbastanza viveri che sarebbero bastati per una decina di calar di lune e con un colpetto svegliò Dalgat il quale assonnato si rigirò e riprese a dormire, un altro colpo gli arrivò leggermente più forte e allora egli aprì gli occhi, il sole non era particolarmente alto ma venne abbagliato ugualmente dal riflesso molto intenso della luce sull'armatura del principe che bastò a svegliarlo completamente quasi meglio di una secchiata d'acqua, quella luce che aleggiava attorno a lui gli dava un'aria mistica
-cosa vuoi?-
chiese il comandante mettendosi una mano sulla fronte per ripararsi dall'intensa luce
- io parto-
rispose Daart
-tu non hai capito, ci vai da solo al Sole Morente-
ribattè seccato Dalgat
-Questo lo so benissimo! ma dimmi, dato che non so qual'è la via, potresti indicarmela?-
chiese con tono calmo il principe
allora Dalgat puntò il dito verso un bosco di pini e abeti e si rimise a dormire.
***
La tenda si aprì e uscì un nano in armatura d'acciaio con la barba rossa fuoco e un elmo con cresta dello stesso colore di quella che gli cingeva il capo, il viso era diviso da un paranaso e portava un mantello del color di una delle gemme più preziose dello 'Ndoriath ovvero lo smeraldo.
le asce si levarono e con esse un grido di battaglia, gli stendardi quali di color giallo e quali di color verde erano mossi dal vento e il nano attraversando le file delle sue truppe sfiorava con le dita quelli verdi, quasi commosso si mise su un piedistallo
-Kadûm I'Ena-
gridò egli ed ecco che immediatamente le truppe presero a battere sugli scudi con le loro asce e spade, i picchieri in mancanza di scudo colpivano il terreno con le picche e lo stesso grido di quello venne lanciato dai soldati, solo metà delle unità lo gridò di quelle tutte avevano lo scudo e l'armatura color smeraldo.
La tenda si aprì nuovamente e uscì un altro nano con la barba legata in una treccia nera, gli occhi erano altrettanto scuri e portava addosso lo stesso tipo di armatura del compagno uscito precedentemente salvo per il mantello giallo ocra e la cresta dell'elmo nera come la sua barba.
Anche lui si mosse attraverso le file e salì sul piedistallo e levò la sua possente voce
-Kadûk Ir-Nemar-
Il resto delle truppe che prima erano rimaste immobili lo imitarono limitando a chinare il capo ed alzare le loro asce in segno di fedeltà, le armature erano tutte color giallo.
I due nani scesero dal piedistallo e ritornarono nella tenda, nell'accampamento si diffuse un profumo di carne arrosto e molti si gettarono davanti alle tende adibite alla distribuzione dei viveri per poter prendere la parte migliore di quel cibo, certo sfamare quasi quindicimila truppe non è impresa semplice ma in qualche modo il cibo bastò per tutti o quasi, difatti i due nani che stavano sul piedistallo non erano più usciti dalla tenda dopo aver lanciato il loro grido di battaglia.
-Sono quasi cinque calar di lune che non toccano nemmeno una piccola ala di pollo, ebbene come possono nutrirsi?-
dicevano tra loro alcuni soldati azzannando il proprio pezzo di carne
-forse sono davvero figli di Mïr come si vocifera e non hanno bisogno dell'impuro cibo della nostra razza di cui noi non possiamo fare a meno-
dicevano altri deglutendo in un sol sorso caraffe da quasi due litri di birra di malto e ruttando fortemente guadagnandosi gli applausi di chi era nei dintorni per quella incredibile maestria nel farlo (Va infatti detto che la gara di rutti è un gioco molto diffuso tra i nani ,chi riesce ad emettere quello più rumoroso è giudicato forte di animo perché dimostra che interiormente è capace anche di espellere grandi quantità di ciò che loro chiamano "Suprefo" ovvero una debolezza che ogni creatura possiede).
Se si sollevava lo sguardo si potevano vedere tanti pezzi di cibo (soprattutto pane) volare e risate tra le varie file, alcuni tavoli si rompevano sotto la pressione esercitata da chi si sfidava a Braccio di Ferro una delle tante sfide naniche.
Ad un certo punto un nano con una barba corta e marrone, pelato con le guance tatuate si alzò in piedi su un tavolo e iniziò: