La notte compieva il suo corso abitudinario, la luna era coperta da grandi nuvole grigie ma la sua luce filtrava tra piccoli spazi imprecisi di esse.
I brividi scorrevano sulla mia schiena poggiata sul freddo pavimento, i capelli erano sparsi e intrecciati in piccoli nodi.
I miei occhi guardavano il cielo in balia di qualche raggio di sole che spuntava quasi a tratti, come se giocasse a nascondino.
Riuscivo a scorgere quella brezza leggera, era da ore che restavo immobile a fissare qualcosa di incomprensibile e ignoto.
Ogni singola sera me ne stavo qua, godendomi la tranquillità del rumore delle macchine che sfrecciano sull'asfalto bagnato e magari anche qualche clacson differente uno dall'altro.
La vista da un palazzo di città può non essere una delle migliori ma riuscivo ad accontentarmi del poco che avevo.
"Piccola, quante volte ti ho vietato di salire qua sopra?"
Una voce roca e maschile riempì l'atmosfera facendomi sobbalzare e placando tutta la tranquillità che ero riuscita a raccogliere precedentemente.
Mi sedetti prendendo un gran respiro, posai lo sguardo sulla figura davanti a me.
La sua altezza m'intimoriva, il suo sguardo penetrante bruciava sul mio corpo.
Ogni sera veniva a controllare che io fossi qua, ed ogni sera appuntava qualcosa sul suo diario rilegato in pelle marrone.
Alcune volte pensavo che avesse scritto dei versi descrivendo tutti i nostri incontri ma non ne ero certa.
Si sedeva in un angolo distante da me e mi guardava osservando ogni mio movimento impugnando la penna e scrivendo su quello che reputo il suo diario segreto.
I suoi piedi si mossero e lo vidi sedersi accanto a me.
Le altre sere mi congedava con una semplice predica che mi ricordava il suo mestiere di sorvegliante, ma quella sera sentivo che l'aria era diversa.
Girai il mio volto verso di lui, rimasi incantata dalla bellezza del suo viso visto da così vicino.
Osservai meglio i suoi lineamenti marcati, le sopracciglia erano aggrottate mentre cercava in qualche modo di scrutare qualcosa all'orizzonte.
Le sue labbra erano premute l'una contro l'altra risaltando la loro forma delicata e il loro colore roseo.
Ricci castani irregolari incorniciavano il suo viso e si muovevano liberamente a seconda del vento.
Puntò il suo sguardo nel mio, dandomi la possibilità di bearmi del colore giada dei suoi occhi.
"Raccontami di te mia Hanna"
Non seppi rispondere, tutto quello che avevo intenzione di dire, di raccontare si volatilizzò nel nulla.
I miei pensieri evaporarono.
Il suo sguardo continuò a persistere nel mio, non riuscii a staccare i miei occhi dal suo viso.
La sua era una bellezza particolare che può non essere compresa a volte, era diverso dal classico ideale di ragazzo occhi azzurri e capelli biondi.
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Shades of the night | H.S.
FanfictionHanna amava la notte, lui la osservava fissare il buio impugnando una penna e scrivendo di lei sul suo diario in pelle marrone. Ma cosa succederebbe se Harry decidesse di fare il passo decisivo? Scene, fatti e azioni sono puramente casuali e inventa...