CAPITOLO 34

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Mentre la canzone in sottofondo finiva, e i miei pensieri si dissolvevano nel nulla, mi ricordai di Harry.
Perché mi aveva avvertito, dicendomi che Nathaniel avrebbe potuto farmi del male? E perchè ora si era offerto di aiutarmi e di riaccompagnarmi a casa?
Senza pensarci troppo, diedi voce ai miei pensieri. "Perché?" Sussurrai alzando lo sguardo su di lui.
Il suo volto era teso, e il suo sguardo perso nel vuoto. "Cosa?"
"Perché mi stai aiutando?" Gli chiesi in cerca di risposte.
"Perché é giusto così." Distolse lo sguardo.
"Non é una risposta." Affermai decisa.
Conoscevo questo ragazzo da poco, e già avevo capito che c'era qualcosa di più importante sotto quelle parole.
Si rigirò verso di me, piantando i suoi occhi nei miei. Non erano più di quel verde/azzurro di prima. No, ora erano scuri, cupi e coperti da sentimenti completamente negativi.
Tristezza, odio e vendetta, ecco cos'erano quei sentimenti.
Doveva essergli successo qualcosa di terribile. Non avevo mai visto gli occhi di nessuno diventare così nel giro di pochi secondi.
Fece un respiro profondo prima di iniziare a parlare. "Due anni e mezzo fa, quel bastardo infame, senza cuore di Nathaniel, ha violentato mia sorella..." Si fermò qualche secondo, interrotto da una lacrima che gli solcava il viso. "Le ha fatto talmente tanto male psicologicamente, da indurla al suicidio..." Strinse la presa sul volante.
Ero esterrefatta. "Oh Dio." Velocemente mi affrettai ad asciugargli la lacrima, con la mano.
"Ho aspettato troppo, e ora é il momento della mia vendetta." Strinse i denti fissando di nuovo gli occhi nei miei.
Per un attimo, avevo pensato che fosse tutto un piano di Nathaniel per ingannarmi, ma gli occhi di quel ragazzo, così pieni di sentimenti... mi avevano fatto capire che era sincero.
"E ho bisogno di te. Devi aiutarmi. Sei l'unica persona in grado di batterlo." Mi prese la mano. "Spero solo che tu riesca a fidarti di me." Concluse con un sospiro prima di spostare lo sguardo.
"Perché adesso? Sono passati più di due anni, perché hai aspettato così tanto?" Cercai di dargli conforto, accarezzandogli la mano.
"Perché non ne ho mai avuto il coraggio. E tu sei la mia unica possibilità." Disse in fine, con un tono disperato.
"Facciamo così: Vai a casa, riposati e poi fatti trovare qui," Gli passai un foglietto con sopra un indirizzo. "Alle 15:00. Mi fido di te." Sussurrai.
"Grazie." Disse leggermente imbarazzato.
"Vai..." Sorrisi.
Uscì dalla macchina e, dopo avermi salutato e sorriso ancora, scomparve nuovamente nella via.
Leggermente sotto shock, mi spostai sul posto del guidatore e tornai a casa.
Erano solo le 05:05 del mattino e avevo già un livido sulla guancia e il labbro spaccato.
Il modo migliore per iniziare una giornata!
Mi guardai un'ultima volta dallo specchietto retrovisore prima di scendere dall'auto.
Entrai in casa, mi tolsi le scarpe e la cintura, ed andai al piano di sopra, in camera di Justin.
Era come lo avevo lasciato.
Mi avvicinai, e mi sedetti sul letto.
Era così carino che quasi mi dispiaceva svegliarlo.
Gli posai un delicato bacio sulle labbra e gli accarezzai la guancia.
Si lamentò muovendosi nel letto, prima di schiudere gli occhi e sorridermi. "Ciao." Sussurrò con voce bassa e roca.
"Ciao." Ricambiai il sorriso.
"Che... Che hai fatto alla faccia?" Si mise a sedere e mi prese il viso tra le mani.
Cazzo. Non ci avevo pensato! Avrei dovuto trovare una scusa plausibile mentre tornavo a casa... Se avesse saputo che ero andata dai The Street da sola, probabilmente mi avrebbe gridato contro quanto stupida e imprudente fossi stata, e che Nathaniel avrebbe potuto uccidermi.
"Quindi?" Mi chiese ancora, aspettando una mia risposta.
"Niente di che..." Sorrisi e posai di nuovo le labbra sulle sue.
"No. No, Shade." Interruppe il bacio. "Dimmi che hai fatto." Ordinò questa volta con un espressione da 'non ammetto repliche'.
"Niente di importante, credimi."
"Niente di importante?! Questo non é niente di importante!" Sbottò agitanfo le mani. "Dove sei stata?"
Fantastico! E mo' che cazzo gli dico?! "Ehm... Justin... Ero da mia madre in ospedale..." Cercai di essere convincente.
"Alle cinque del mattino?! Per favore! Vallo a raccontare a qualcun'altro!" Si alzò dal letto diretto verso la porta del bagno.
"Dove vai?" Gli chiesi restando a guardare il suo corpo seminudo, seduta sul letto.
"In bagno! Dove credi che stia andando?!" Rispose irritato lanciandomi un'occhiata di fuoco, prima di girarsi e mettere la mano sulla maniglia della porta del bagno.
"Smettila di gridarmi addosso!" Alzai la voce più di lui, facendolo girare.
Il suo sguardo passo dall'irritato, al confuso e infine si fece addolcito in meno di due secondi.
Scosse la testa e si riavvicinò a me. "Scusa. É solo che mi fai arrabbiare." Mi accarezzò la guancia, quella non ferita.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai al suo tocco.
Li riaprii qualche secondo dopo e sospirai. "A che ora dobbiamo essere al capanno?"
"Verso le 06:30."
Annuii e sorrisi. "Ho bisogno di un abbraccio." Dissi nascondendo nella frase una specie di supplica.
Ridacchiò e mi prese tra le braccia, stringendomi forte.
In quell'abbraccio, le mie preoccupazioni, per il ballo, Harry e tutto il resto, svanirono.
"Anche io ne avevo bisogno..." Sussurrò posando le labbra sul mio orecchio.
"Ora posso andare in bagno? Mi sto pisciando addosso." Si stacco dall'abbraccio e mi sorrise.
"Fine come uno scaricatore di porto!" Lo spinsi ridendo e lui andò in bagno.
Mi lasciai cadere a peso morto sul letto, aspettando Justin.
Uscì dal bagno poco dopo, ma restai nella stessa posizione, senza guardarlo.
"Perché hai la mia maglietta?" Chiese guardandomi dall'alto.
"I miei vestiti erano a casa di Tris..." Mi giustificai.
"Non ti sta male, ma ti preferisco senza." Sorrise maliziosamente.
"Pervertito!" Lo rimproverai ridendo.
Voglio Justin quanto lui vuole me, ma devo resistere.
Scrollò la testa e si sedette accanto a me. "Cosa c'é fra noi?"
Che?!
"Cosa intendi?" Domandai preoccupata.
"Non lo so... Lascia stare, non so cosa mi é venuto in mente." Si alzò dal letto e fece per andarsene, ma lo bloccai.
"Non lo so nemmeno io..." Confessai. "Un attimo prima ci baciamo, e l'attimo dopo litighiamo... Non so mai cosa aspettarmi da te..." Gli presi la mano cercando un contatto visivo, ma lui tenne lo sguardo basso, fisso sulle nostre mani.
"Io... credo che... insomma... tu..." Era imbarazzato? Non mi ricordavo di averlo mai visto così... "Tu mi piaci." Disse in fine.
COSA?!
Ero senza parole... Mi aveva appena confessato che gli piacevo, o me lo ero solo immaginata?
Il mio stomaco si attorcigliò come le mie cuffiette quando stanno nella tasca della mia giacca per giorni.
"Dì qualcosa..." Sussurrò vedendo che ero rimasta zitta.
"I-io... non so cosa dire." Balbettai sbattendo le palpebre più volte cercando di riprendere il controllo della situazione. "Non pensavo di piacerti..." Dissi sinceramente.
"Cosa?! Ti ho baciata io per primo, mi sembra ovvio che sono attratto da te dal giorno in cui sono venuto a casa tua per la ricerca. Ti avrei baciata lì se solo non avessi visto la foto di te e Brock." Rispose. "Sono rimasto senza parole quando l'ho visto. Non pensavo avesse una figlia!"
Sorrisi. "Sei un'idiota." Scossi la testa e gli posai una mano sulla guancia.
"Ti ho praticamente detto che sono cotto di te, e tutto quello che hai da dire è che sono un'idiota?" Gridò facendomi sobbalzare.
"Credi davvero che i sentimenti che provi tu non sono gli stessi che provo io?" Chiesi con voce calma.
"Ho bisogno che tu me lo dica." Fece un passo verso di me, accorciando la distanza.
Senza pensarci mi buttai sulle sue labbra.
All'inizio sembrò sorpreso, ma poi rispose al bacio, liberando un bel mucchio di farfalle nel mio stomaco.
In assoluto il nostro bacio più bello.
Non avevo mai provato qualcosa di simile per nessuno, ma da quando Justin era entrato nella mia vita, la regola che diceva di non provare sentimenti, era andata a farsi fottere.
Ero cotta. Per la prima volta nella mia vita, ero seriamente cotta di un ragazzo.
"Tu mi piaci." Sussurrai sulle sue labbra. "Tanto. Troppo." Confessai.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora