Louis si rivolse alla segretaria, dicendole nome e cognome e attese che la signora cercasse sull'elenco dei ragazzi per dirgli il numero di quella che sarebbe stata la sua "casa" per l'ultimo anno.
"Tomlinson, ecco... Stanza 162"
Louis ringraziò con una faccia scocciata per la troppa attesa e, prendendo la chiave che la signora gli stava porgendo, si diresse verso la sua stanza.
Quando entrò, convinto di essere arrivato per primo, quasi urlò quando vide un ragazzo sdraiato sul letto -tra l'altro, quello che avrebbe voluto lui-.
Il ragazzo era, a parere di Louis che di ragazzi se ne intendeva, bello, di una bellezza oggettiva, chiunque lo avrebbe detto.
I ricci gli arrivavano quasi alle spalle, gli occhi erano verdi chiari, e le labbra... Louis le fissò per qualche secondo. Erano rosse e carnose, in netto contrasto con la pelle chiarissima, quasi bianca.
Il ragazzo sorrise, alzandosi e avvicinandosi a Louis, tendendogli la mano.
"Harry" disse con la voce roca.
"Louis" gliela strinse, senza però sorridere. "Ti sei preso il letto migliore" gli disse, giusto per non sembrare apatico.
"Chi prima arriva meglio alloggia." Rispose allora il ragazzo con un sorrisetto impertinente, e Louis poté vedere i denti bianchi, tra cui spuntavano i canini leggermente più lunghi degli altri.
Aveva il fisico del modello, con le spalle grandi ma non troppo e i fianchi fini, le gambe lunghe e magre e le braccia muscolose. Indossava degli skinny jeans neri e una maglia nera con sopra una felpa azzurra.
Louis sorrise e andò a poggiare la borsa sull'altro letto, che era in una posizione più sfavorevole per vedere la tv, ed era il primo che trovavi di fronte aprendo la porta. Dovette però accontentarsi e si sdraiò, decidendo di riposare e che avrebbe disfatto la borsa dopo. Si trovava un po scomodo con gli skinny e la felpa rossa della Vans, abbinata alle scarpe della medesima marca nere con i lacci rosso fuoco -Louis li cambiava in base a cosa indossava, era una specie di ossessione. Ne aveva minimo 20 paia nella borsa-.
Prese l'iPhone tentando di rilassarsi in quel silenzio ma a quanto pare il suo compagno di stanza non era della stessa idea.
"Allora, Lewis, da dove vieni?"
"Louì, non Lewis. Vengo da Doncaster, te?"
Louis lo sentì mormorare un "pure precisino me lo sono trovato" ma sorrise divertito e fece finta di niente.
"Io da Holmes Chapel. Quanti anni hai?"
"23"
"Anche io"
"Okay"
Harry dovette capire che a Louis non andava di parlare, perché senza rispondere si alzò e andò in bagno.
Quando uscì ancora bagnato con solo un telo intorno ai fianchi, Louis credette di svenire. Non andava per niente bene.
Quel ragazzo era perfetto. Le braccia ricoperte di tatuaggi, che continuavano anche sul petto e sulla pancia, i muscoli della braccia perfettamente visibili e gli addominali scolpiti ma non troppo. E Louis poté immaginare un culo da svenimento dal modo in cui l'asciugamano curvava sul suo fondoschiena.
Il ragazzo raggiunse i cassetti, dove già aveva sistemato le sue cose, e prese dei vestiti, poggiandoli sul letto.
Louis, per non farsi beccare a fissarlo, finse di vedere qualcosa di interessante sul telefono, anche se Harry dal canto suo se ne accorse eccome, dello sguardo dell'altro che gli bruciava addosso.
Il castano però si impose categoricamente di distogliere lo sguardo quando Harry tornò in bagno e ne usci con solo i boxer addosso. Louis non guardò, o meglio non fissò -era ovvio che l'occhio c'era caduto- ovviamente il suo culo dalla forma perfetta, né le gambe muscolose e lunghissime.
Il riccio era molto più alto di lui, dieci centimetri minimo, ma anche Louis aveva il suo bel fisico, ne era consapevole, e non perché fosse vanitoso, non se lo diceva da solo. Glielo dicevano i ragazzi quando andava alle feste, e qualche ragazza sfacciata che aveva ancora la vana speranza che a Louis potessero interessare di nuovo le tette. Ah già, Louis era gay, e anche dichiarato da quando al primo anno aveva fatto coming out -non programmato- baciando il ragazzo per cui aveva avuto una cotta in mensa, davanti a tutti. Comunque, oltre il culo, che probabilmente era la parte migliore di lui, dopo gli occhi, Louis aveva anche i muscoli: forse meno accennati di quelli del compagno, tranne per i pettorali, ma comunque bel visibili sulla carnagione ambrata.
Un messaggio lo distolse dai suoi pensieri sul dio greco che era Harry.
Da: Zay
Bro, sono in stanza, la mia è la 247. La tua?
Sorrise leggendo il nome del suo migliore amico e digitò una risposta.
A: Zay
Oh bro, la mia è la 162. Il tizio che sta con me è tipo un figo da svenimento.
Louis condivideva sempre tutto con il suo migliore amico, e tutto comprendeva anche i ragazzi che secondo lui erano belli. Zayn era etero, ma non aveva nessun problema con questi argomenti.
Il telefono squillò di nuovo.
Da: Zay
Descrivi
Louis sorrise, era sempre così.
A: Zay
Alto tipo, troppo; fisico per-fet-to -sapeva che era davvero molto da principessa scrivere in quel modo, ma a volte non poteva farne a meno-, riccio, occhi verdi, sorriso da urlo.
La descrizione non rendeva certamente giustizia alla bellezza di Harry, ma non poteva fare di meglio.
Da: Zay
Devi presentarmelo allora.

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Blood | Larry Stylinson OS
FanfictionCollege!AU Vampire!Harry / Human!Louis Larry | Accenni Zouis!friends with benefits Louis è all'ultimo anno di college e tutto ciò a cui pensa sono feste, alcool, fumo e divertimento. Certamente tra i suoi pensieri non rientra Harry, il suo compagno...