Capitolo 20

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3am, le strade londinesi erano completamente vuote mentre guidavo attraverso la grande città inglese dal famoso ospedale Barts Health, dove avevo passato un paio d'ore a discutere con Louis sul fatto di potermi fidare della ragazza che ora sedeva sul sedile del passeggero accanto al mio.

''Hai detto tu di non fidarmi di lei ed ora vuoi che io lo faccia?''

''Hai un' idea migliore, Harry? Forse Edward sarebbe felice di tagliarti la gola una volta per tutte.''

''E' mio fratello, Louis!''

''Non si è mai comportato da fratello con te.''

Dopo essere tornato alla mia macchina, ero entrato nell'abitacolo sbattendo la portiera e facendo spalancare gli occhi di Heaven, che si era tranquillamente addormentata sul sedile del mio veicolo durante il tempo in cui ero stato dentro a parlare con Louis.

Quel ragazzo sapeva davvero come farmi incazzare a volte.

''Come è andata?''

''Non male.'' avevo mormorato mettendo in moto la macchina ''Ti porto a casa mia, sono troppo stanco per guidare fino alla tua.''

Non era volata nemmeno una parola da quel momento e non sapevo dire se questa situazione di completa tranquillità mi irritasse o mi facesse rilassare dopo la pesante giornata passata. Quello che avevo detto ad Heaven era vero, non avevo davvero intenzione di guidare fino a casa sua, smarrita chissà dove tra le tante case londinesi, per poi tornare alla mia nel bel mezzo della notte. Le avrei ceduto il mio letto se l'idea di dormire sul divano non l'avesse convinta non appena arrivati nel mio appartamento, l'unica cosa che volevo fare in quel momento era dormire, non mi importava dove.

Spensi la macchina, estraendo le mie chiavi, una volta arrivati nel parcheggio condominiale. La prima cosa che feci dopo essere sceso dal mio veicolo fu controllare se qualcuno fosse venuto a riprendere l'auto di Louis e fui grato che fosse così, la macchina non c'era più nel grande spiazzo sotto l'edificio.

Capii che fosse il momento di entrare quando notai che Heaven continuava a stringersi nella sua giacca nera, il suo naso che aveva iniziato ad arrossarsi a causa del freddo vento che continuava a tirare sulla città. Le feci cenno di seguirmi, avviandomi verso l'entrata del palazzo e aprendole la porta per farla entrare quando mi ebbe raggiunto.

Non appena fui entrato all'interno dell'edificio avvertii l'accogliente calore, che mi faceva rilassare nella mia stessa giacca, che c'era nell'ingresso, segno che Finn aveva fatto riparare finalmente il sistema calorifero. Poggiai una mano sulla schiena di Heaven, intimandola ad andare avanti verso l'ascensore, ma non appena fummo vicini alla cabina della sorveglianza, il viso tagliente di Finn spuntò e si spostò nella nostra direzione, il suo sguardo stanco dimostrò sorpresa quando mi vide e un sorriso esausto gli dipinse il viso pallido.

''Harry amico, hai fatto tardi a lavoro?'' si mise composto sulla sedia, poggiando i gomiti sul bancone e alzando il vetro davanti a sé per poterci parlare e intimandoci così di avvicinarci al gabbiotto.

Strinsi il fianco di Heaven con la mia mano, facendola scuotere dal suo stato di trans a causa della stanchezza che entrambi sentivamo, e mi avvicinai alla cabina salutando Finn con un sorriso. In quel momento non avevo davvero voglia di passare del tempo a parlare con lui, visto che mi lasciava senza forze ogni volta che mi tratteneva a parlare dei suoi problemi e dei suoi incontri ravvicinati con esseri del suo sesso opposto, tra i quali aveva un rapporto molto ravvicinato solo con sua madre, la quale era arrivata a buttarlo fuori di casa dalla disperazione.

''Ho dovuto sbrigare delle cose e ho completamente perso la cognizione del tempo.'' annuì, mostrandomi un leggero sorriso ''Mi dispiace averti fatto allarmare, sono consapevole del fatto che sia molto tardi.'' mi grattai la nuca, notando lo sguardo di Finn spostarsi da me ad Heaven, la quale si teneva in piedi per miracolo.

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora