Capitolo 17

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Emma's p.o.v.
-Pronto?-
-Emmì, stasera ti porto in disco! -.
La voce di Tina risuona nelle mie orecchie come una campana. Ecco, l'ultima cosa che vorrei fare, andare a ballare.
-Assolutamente no.-
-Assolutamente si! Vengo alle dieci.-
Aaaaaargh!!! Che nervi! Ma non si può nemmeno starsene a casa da soli in compagnia delle proprie pillole e di un I-Pod?
-Ti odio.-
-Okay, ci vediamo stasera.-
La mia amica riattacca, ed io mi ritrovo di nuovo sola, stravaccata sul divano con il barattolo della Nutella a guardare un film romantico in TV. Se vi state chiedendo il perché della Nutella, be'... oggi stranamente avevo fame. Non toccavo cibo dalla cena con Fabio. Stamattina mi sono venuti i crampi allo stomaco e ho dovuto prendere assolutamente qualcosa da mangiare. In assenza di altro, ho preso la Nutella. Poi Fabio si lamenta se ingrasso! Ma se ne andasse a fanculo una volta per tutte! Questi sono i miei pensieri, sei giorni dopo che ho visto Mattia l'ultima volta. Ogni tanto rileggo la lettera, e poi piango, come adesso, per esempio. Mi ritrovo con quel fottutissimo foglio in mano, a riempirmi gli occhi ed il cuore delle sue parole, quelle che mi ha dedicato, che mi fanno più male ogni volta che le leggo. Non parlo solo di male emotivo: quel vuoto che mi si espande nel petto fa male ad ogni respiro, quel tipo di dolore che ti viene quando prendi un colpo d'aria, però moltiplicato per mille, tanto che certe volte mi chiedo se non mi sia ritornato il cancro. Poi, con un amaro sorriso, penso: "È mal d'amore.".
Già, amore. Perché di amore si parla. Da quando ho scoperto che mi ama penso di essere diversa, più viva. Cerco di farmi piacere la compagnia di Fabio, perché in questo modo posso proteggere Mattia. E un giorno forse, quando tutta questa merda sparirà, potrò tornare da lui, come le principesse delle favole, come la merdosissima sognatrice che sono. Perché, seppur bello, non sarà mai possibile. Cioè, io lo amo, lui mi ama, qual è il problema? Il problema è che io voglio proteggerlo, non voglio che sia oggetto di pettegolezzi e gossip, e poi, Fabio potrebbe mettere in giro notizie non vere e rovinarci la carriera. So che ne è capace, ecco perché devo stare lontana da Mattia.
Solo Dio sa quante volte ho composto il suo numero sul cellulare, per poi cancellarlo, perché non avevo il coraggio di chiamare, e quante volte sono stata tentata di fregarmene di tutto e tutti, e scappare da lui per essere protetta dalle sue braccia. Il motivo per cui non l'ho fatto? Eccolo, sta entrando dalla porta in questo momento.
-Amore!-. Si avvicina al divano e si china su di me per baciarmi.
-Ciao. -
Inizia a baciarmi con foga, conosco già le sue intenzioni, quindi mi scanso.
-Non mi va, dai...-
Mi risponde con uno schiaffo in pieno viso, facendomi malissimo. Automaticamente mi porto una mano alla guancia, cercando di soffocare le lacrime.
-Adesso tu fai quello che dico io.- dice con un ghigno.
Mi strattona per farmi alzare dal divano. Ricomincia a baciarmi violentemente, toccandomi dappertutto. Io cerco di resitergli, ma non ci riesco. Sono sopraffatta dalla paura, quasi non riesco a muovermi. Mi spoglia e vuole costringermi a soddisfare il suo piacere, ma, come scossa da un'ondata di audacia, gli tiro una ginocchiata dove non batte il sole e mi chiudo a chiave nella camera. Le lacrime scendono a fiotti sulle guance, mentre rimango rannicchiata sul letto, con le urla di Fabio che mi impongono di aprire la porta. Come faccio adesso? Pensa, Emma, pensa! Ci sono! Mi rivesto il più velocemente possibile, prendo telefono e borsa, e prima di rendermi conto di ciò che sto facendo, scappo dalla porta-finestra della stanza da letto. Raggiungo di corsa il garage e prendo la macchina, dirigendomi a casa si Tina.
Solo una volta partita mi rendo conto della mia azione. Cazzo, no! Stavolta Fabio mi uccide! Quando Tina viene ad aprire, non devo avere proprio una bella cera, perché mi guarda e fa:- Cazzo, Emma, ma cosa è successo?-
Io mi fiondo ad abbracciarla, e le racconto, un po'singhiozzante, quello che è accaduto dieci minuti fa.
-Q-quando s-si a-accorgerá c-che n-non c-ci s-sono, c-chiamerá la p-polizia.-
-Dovresti chiamarla tu, la polizia.- replica Tina con disappunto. Una volta accomodata sul divano, mi prende la mano, dicendo:- Cazzo, stai tremando!-
-S-scusa... io...-
-Vuoi che chiamo un dottore? Vuoi fare un bagno caldo?-
Cerco di fermare le lacrime, e penso che se ci fosse stato Mattia con me tutto questo non sarebbe mai accaduto.
-Va benissimo il bagno caldo...-sussurro.
-Vado a preparartelo, okay?-
Si alza dal divano, e lascia la stanza.
Io la seguo poco dopo, raggiungendola in bagno.
Dopo una mezz'ora passata nella vasca pensavo di uscirne rilassata, e invece mi ritrovo coi nervi più tesi di una corda di violino. Ho paura di quello che Fabio potrebbe fare a Mattia. E a me. E a noi.
Rimango davanti allo specchio a fissare il mio corpo nudo, che sembra abbia perso il vigore che aveva una settimana fa. Avrò perso... Quattro, cinque chili?
Il mio viso è più incavato di quanto ricordassi e le occhiaie sono onnipresenti. Mi vesto, cercando di muovermi il meno possibile perché ho tutti i muscoli indolenziti e il dolore al petto che non si decide ad andarsene. Quel dolore che ancora si fa sentire, nonostante le pillole e tutti gli alcolici che ho ingerito per dimenticare. Tuttavia, non esistono medicine per riparare un cuore infranto che, tralaltro, si è distrutto sa solo. Servono le persone per aggiustare i cuori, non la droga, perché dimenticare non è curare, ed io questo lo so bene. Serve amore per ricomporre i pezzi di un cuore ferito e spezzato, mentre la droga sa solo strappartelo via ancora più crudelmente, in cambio di momenti di pausa dalla vita. Alcune volte mi piacerebbe non avercelo per niente, un cuore. La vita sarebbe molto più facile, no? Nessun innamoramento, niente tradimenti, nulla come il dolore che provo adesso.
Tina entra nel bagno quando sono già vestita, mentre metto il mascara con un po'di difficoltà in più rispetto al solito, visto che riesco a stento a trattenere le lacrime. Anche lei si è vestita, e mi chiede se voglio ancora andare in discoteca.
Io annuisco, poco convinta. Per una sera voglio divertirmi.
-Ho già un'idea di come andrà a finire la serata, e non mi piace per niente.- risponde lei.
Sbuffando, esco dal bagno e vado a finire di prepararmi. Non vuole che mi ubriachi? E chi ne aveva l'intenzione? Certe volte la odio...
Quando usciamo di casa sono le undici. La discoteca dove Tina mi porta è enorme, con tante di quelle persone che non si respira. La musica si sente addirittura da fuori, mi aspetto una serata movimentata...
Quando entriamo la puzza di alcool e fumo è asfissiante. Subito mi avvicino al bar ed ordino una vodka alla ciliegia. Trangugio la bibita velocemente e ne chiedo subito altre. Dopo un paio di drink mi sento un po' ubriaca.
Tina è scomparsa in mezzo alla folla, non mi metto a cercarla sapendo che non la troverei. Scendo in pista ed inizio a ballare per divertirmi un po'. La musica sembra carina, ma vengo interrotta da una voce che mi dice:- Ciao piccola!-
Subito mi salgono le lacrime agli occhi, e penso a quel nomignolo che Mattia mi aveva dato. Ricordandolo, sento il suo calore sulla mia pelle, quegli occhi verdi che mi fissavano, l'accento romano con il quale pronunciava il mio nome... è come se fosse qui, avanti a me. Ehi, aspettate un attimo: lui è qui davanti a me! Come un'allucinazione, i suoi occhi verdi si incatenano ai miei, lasciandomi confusa. Il mondo si ferma per un attimo, ed il mio cuore pure. È veramente lui o me lo sto immaginando? Forse sono troppo ubriaca per ragionare con lucidità. Pensi solo ad una cosa, mentre corro scansando persone: devo uscire da questo locale. Appena arrivo fuori, mi siedo su una panchina con i gomiti appoggiati alle ginocchia, cercando di fermare il battito accelerato con dei respiri profondi. Inspira, espira, inspira, espira. E se fosse stato davvero lui? Inspira, espira. Mi avrà vista? Inspira, espira. Oddio, basta!
Una mano mi afferra un braccio, io rimango paralizzata, mentre cerco di resistere all'impulso di voltarmi a guardare i suoi occhi verdi, di nuovo.

Mattia's p.o.v.
Seguo Emma fuori dalla discoteca. Con non poche difficoltà dovute alla calca riesco ad uscire, e la vedo seduta su una panchina, tutta tremolante, col fiato corto. I capelli le ricadono in onde morbide sulle spalle incurvate, i gomiti a sostenerle la testa. È lei. Non riesco ancora a metabolizzare questo pensiero del tutto. Cautamente, mi avvicino fino a toccarle il braccio con le dita. Dopo un momento di esitazione si gira a guardarmi. Ci fissiamo per un tempo che pare interminabile. Noto che è più magra di quando l'ho conosciuta, il volto è incavato e gli occhi, quei bellissimi occhioni da cerbiatta, sono vuoti, spenti.
-Emma...- sussurro.
Lei spalanca gli occhi, forse per lo stupore, forse per la paura, ma non sta guardando me, bensì qualcosa alle mie spalle. O meglio, qualcuno. Fabio corre trafelato fino a raggiungerci, e, prendendo il viso della mia amata fra le mani, dice platealmente:- Amore, non sai quanto mi sono preoccupato! Dai, su, vieni a casa.-
Lei mi rivolge uno sguardo fugace, per poi rispondere:- Certo, amore. Andiamo via. -
Quelle parole mi trafiggono come un pugnale in gola.
Fabio la prende per il polso, e si incamminano. Vedo Emma girarsi verso di me come per volermi dire qualcosa, ma si limita ad uno sguardo triste. Sono troppo scioccato per rispondere in alcun modo. Quando spariscono dalla mia visuale, mi accascio sulla panchina e sento le lacrime rigarmi le guance. Se n'è andata via di nuovo, ed io non ho fatto niente, NIENTE, per fermarla. Era qui davanti a me, cazzo, perché non ho fatto niente!? Potevo baciarla, abbracciarla, stringerla a me, eppure non l'ho fatto. Potevo farla rimanere, ma ho preferito lasciarmela scivolare via dalle mani come sabbia perché sembrava stare bene con Fabio. Sono un coglione... ma non costringerei mai Emma a starmi accanto se lei non lo vuole. E non lo voleva di certo! "Amore"... Amore un cazzo! Dovrei essere io a chiamarla così! Evidentemente non mi ama e non l'ha mai fatto, magari ama quel cretino che l'ha anche stuprata, ma per me va bene così, perché preferisco la sua felicità al mio egoismo. Ormai sembra che le lacrime non vogliano fermarsi. Dopo alcuni minuti passati così, con le scene d'amore di Fabio ed Emma nei miei occhi, vengo risvegliato da una voce squillante, che mi dice:- Mattia, lei ti ama.-
M

i giro a guardare chiunque abbia pronunciato quest'orrenda falsità, e vedo una ragazza sulla ventina seduta accanto a me. Probabilmente sto dando di matto...
La guardo bene... sembra vera, però.
Occhi sorprendentemente grigi, capelli castani sciolti, mingherlina, leggins fucsia e scarpe da tennis. Assomiglia a Ludovica, penso tra me e me.
-Nun me di' che sei 'a voce della mia coscienza che tanto nun te credo.- rispondo ironicamente. Lei ride di gusto, poi ritorna seria, e fa:- Senti, io so che ti ama, ma tu sei troppo cieco per capire cosa stia succedendo.-
Infatti, non capisco.
-E che succede?-
-Ma non vedi che lei non è con Fabio che vuole stare?-
-Me spieghi che stai a di'? Se amano.-
-Evidentemente sei meno intelligente di quanto credessi.-ribatte lei, sarcasticamente -Ma io non posso aiutarti, queste sono cose che devi scoprire da solo.- conclude.
Se solo capissi come fa a sapere tutti 'sti fatti...
-Senti, ma chi sei? M'hai scocciato.-
-Mi chiamo Claudia.-
-...E come fai a conoscermi?-
-Ti conosco.- risponde con un sorriso misterioso che mi urta il sistema nervoso.
-Senti, Katrina...-
-Claudia.- mi corregge.
-È uguale. Ma che te impicci nei fatti miei?-
-Faresti meglio ad ascoltarmi. Chiamala, lei ti ama.-
Detto questo, se ne va, lasciandomi solo come uno stoccafisso su questa stramaletdetta panchina.

Spazio autrice
Sarò breve perché sto morendo di sonno. Vi ringrazio per tutti i likes ed i commenti e mi scuso se ci sono errori di battitura, perché non ho la testa di correggerli. Vi voglio un sacco di bene, baci.♥

"QUEL SORRISO MESSO COME SCUDO"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora