CAPITOLO 35

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Justin's Point Of View

Non potevo crederci. Io le piacevo.
Pensavo... Nah... Forse mi sbagliavo.
I suoi occhi, la sua bocca, così vicini... Non riuscivo a pensare ad altro. Ero come stregato, imbambolato. Per la prima volta in tutta la mia vita, nessuna ragazza era mai riuscuta a farmi un effetto simile. Quando non era con me, mi mancava. Quando era con me, invece, non era mai abbastanza vicina. E la perdita del controllo ogni volta che le sue labbra sfioravano le mie? Vogliamo parlarne?
Avrei passato ore intere a guardarla. Ogni volta, scoprivo un nuovo, piccolo, quasi invisibile dettaglio.
Sul mio viso, dopo quelle parole, quelle semplici parole, spuntò un enorme sorriso. Uno di quelli spontanei, e che non puoi controllare.
"Ti odio Bieber." Ridendo si taccò da me e si lasciò cadere a peso morto sul mio letto.
"Hai appena finito di dirmi che ti piaccio, e ora mi odi già?" La presi in giro.
"Voglio che tu, Shade Hamilton, mi prometta una cosa." Mi sedetti sul letto, e lei si sedette vicino a me, guardandomi e aspettando che continuassi.
"Appena tutto questo sarà finito," Le presi il viso tra le mani. "Voglio che tu venga con me. Voglio portarti in un posto fantastico. Saremo solo io e te. Niente e nessuno portà intromettersi e rovinare tutto. Solo io e te."
I suoi occhi si riempirono di gioia e subito sorrise annuendo. "Si, si e si."
"Forza piccola, ora alzati che dobbiamo andare al capanno." La presi in braccio e la appoggiai sul pavimento di camera mia.
"Comunque, trovo che la mia maglietta stia meglio a te che a me." La guardai ancora una volta. La maglietta le arrivava circa a metà coscia, e lasciava in vista le sue bellissime gambe.
Si mise a ridacchiare e andò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Nello stesso istante, il suo telefono iniziò a vibrare. Sbuffai e lo presi dal comodino.
Il numero sullo schermo, non era salvato in rubrica, quindi risposi.
"Si?"
"Shade, ti devo parlare." Disse una voce maschile dall'altro capo del telefono.
"Shade è occupata." Mentii.
"Beh, dille che deve richiamarmi." Rispose acido.
"Chi sei?"
"Harry. Dille anche che é urgente." Sbottò prima di attaccarmi in faccia il telefono.
"Chi era?" Chiese Shade uscendo dal bagno.
"Chi é Harry?" Ignorai la sua domanda.
Sgranò gli occhi fissando il suo telefono, ancora nelle mie mani. "É... un amico." Balbettò insicura.
"Non sei brava a mentire. Ritenta." Le dissi con voce fredda.
"Te l'ho detto. Un amico." Cercò di sembrare più decisa.
"Bene. Il tuo amico, ha detto che devi richiamarlo, e che é urgente." Allungai verso di lei la mano con il telefono, ma quando fece per prenderlo, mi ritrassi. "Questo lo tengo io, e la chiamata la fai in vivavoce."
"Justin. Ridammi il mio telefono." Fece lei più incazzata.
"C'é qualcosa che forse dovresti dirmi? Che magari mi nascondi?" Incrociai le braccia al petto.
"Non é il momento di giocare." Disse avvicinandosi a me, per cercare di riprendersi il telefono.
"No, no. Sta già chiamando." Sorrisi sapendo di aver vinto.
"Shade!" Disse Harry, dopo nemmeno due squilli.
"Harry. Che succede?" Gli chiese visibilmente preoccupata.
"Non sono più ventidue. Si sono aggiunti altri cinque ragazzi."
Che? Chi? Cosa significa?
Guardai Shade cercando una risposta, ma lei continuò a tenere lo sguardo sul pavimento.
"C-cosa? Siamo pari ora?" Balbettò passandosi una mano tra i capelli.
"Teoricamente si, ma praticamente siete sempre voi in vantaggio."
La conversazione iniziava ad avere un filo logico.
"In vantaggio?" Chiese confusa.
"Avete me."
Ma che cazz... "Cosa significa, Shade? Chi é?!" Sbottai.
"Ti richiamo tra un minuto, Harry." Disse al ragazzo.
"S-si." Rispose quell'Harry.

Shade's Point Of View

"Siediti." Ordinai a Justin.
"Chi é Harry?" Chiese impaziente sedendosi sul letto.
"Sta mattina avevo appuntamento con Nathaniel." Justin mi interruppe.
"Che? Sei stata con lui?! Ma ti sei bevuta il cervello?!" Sbottò.
"Cazzo Justin! Lasciami parlare!" Lo zittii. "Sta mattina sono andata da lui perché doveva ridarmi la maschera. Prima di dare fuoco a casa mia, l'ha presa, e quindi me l'ha ridata." Spiegai velocemente. "Harry é uno dei The Street, e mi ha chiesto aiuto." Alzai le spalle.
"Che tipo di aiuto?" Domandò freddo.
"Nathaniel ha violentato sua sorella fino ad indurla al suicidio, e lui vuole vendicarsi."
La sua espressione si addolcì.
"Oggi pomeriggio gli ho detto di venire al capanno. É una risorsa importante, soprattutto ora che loro sono pari a noi di numero." Conclusi.

***

Harry era venuto al capanno, e i ragazzi, che inizialmente lo avevano guardato male, si erano dovuti ricredere. Avevamo ripassato e ridefinito il piano nei minimi dettagli, aggiungendo Harry, ci eravamo allenati, e dopo le 16:30 ero andata a trovare mia madre in ospedale. Stava bene a parte qualche bruciatura, e il giorno stesso l'avrebbero mandata a casa dalla sua amica, - che non sapevo esistesse - che l'aveva gentilmente ospitata.
Ora, rapita da Tris e Reby, mi stavo preparando per il ballo.
Ci eravamo già truccate, e pettinate.
Rebecca aveva gia addosso il suo bellissimo vestito: era in stile ottocentesco, come il tema della festa, aveva un corpetto stretto con lo scollo a cuore decorato con pietre argento, una cintura in vita, sempre di pietre argento, e un'ampia gonna, che come il corpetto, era verde acqua chiaro. Era splendida. Gli occhi avevano un leggero velo di ombretto dello stesso colore del vestito, e i capelli ricci, erano sciolti, lasciati liberi sulle spalle.
"Wow!" Esclamammo all'unisono io e Tris.
"Come sto?" Chiese guardandoci imbarazzata.
"S-sei bellissima." Balbettò senza parole Tris.
"Bradley impazzirà quando tutti non ti staccheranno gli occhi di dosso." Dissi io.
"Grazie." Sorrise arrossendo.
"Ora tocca a te." Mi rivolsi a Tris.
Prese il suo vestito ed entrò in bagno a cambiarsi. Quando uscì, la mia autosima, che già era per terra a causa della bellezza di Reby, ora stava scavando per scendere ancora più a fondo per colpa di Tris.
Era incantevole! Indossava un bellissimo abito color rosa cipria, le spalline decorate con dei diamanti, come la cintura sotto il seno ed in fine la gonna. Una bellissima gonna stile ottocentesco, che le stava da dio!
"Lo sapevo che avrei fatto schifo!" Esclamò guardandosi male allo specchio.
"Che cazzo stai dicendo?!" Sbottai andando velocemente vicino a lei. "Sei bellissima! Io davvero, non ho parole! La mia autostima é scesa ancora più in basso di quanto già non sia! Quindi chiudi quella cazzo di bocca inutile e guardati seriamente. Sei bellissima." Dissi indicando il suo riflesso sullo specchio.
"Aww." Mi abbracciò. "Sei troppo dolce."
Rebecca ci interruppe. "Si, okay! Ora tocca a te, Shade." Un ghigno le si dipinse sul volto.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora