C'è così tanto silenzio al mattino. L'unico rumore che riesco a percepire è il tubare dei piccioni appollaiati sul davanzale della mia finestra, il che non mi da tanto fastidio, dato che sono ancora più nel mondo dei sogni che in quello reale.
La luce è ancora flebile, forse troppo; se apro anche leggermente gli occhi, riesco a distinguere perfettamente i pochi raggi di sole che trapassano tra le fessure delle tapparelle. Ma non ho voglia di fissarli ancora per molto, le palpebre sono troppo pesanti ed incontrollabili; tutto il mio corpo è ancora intorpidito ed immobile. Credo che tornerò a dormire, la sveglia ancora non è suonata.
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Il rumore assordante della sveglia mi fa sbarrare gli occhi di scatto, e contemporaneamente fa martellare il mio cuore più forte del solito: dannato aggeggio infernale, sembra quasi che debba venirmi un infarto.
Allungo il braccio verso il comodino, e tastando un po' da per tutto alla cieca, cerco di trovare la sveglia e il dannato tastino per spegnerla; ma accidentalmente la urto col polso e la faccio rotolare a terra, dannazione.
Continua a suonare imperterrita, assordandomi malamente: sospiro, mi sporgo dal letto per raccoglierla e finalmente la faccio tacere.
Dio santo, questo è il rumore che più preferisco in assoluto, il silenzio.
Mi accascio nuovamente al letto, stropicciandomi la faccia che quasi sicuramente avrà l'aspetto di uno straccio; lascio cadere le mani e rimango a fissare il soffitto perso nei primi pensieri del mattino.
Strizzo gli occhi e mordendomi il labbro faccio mente locale di ciò che è successo ieri sera, Gerard è stato qui: abbiamo parlato, siamo stati uno accanto all'altro finché non mi sono disteso sul letto e... momento, adesso che ci penso, lui mi ha rimboccato la coperta! Mi ha rimboccato la cazzo di coperta e ha mormorato qualcosa!
Sollevo la schiena e mi ritrovo all'improvviso seduto sul letto, di scatto, come una molla; la realizzazione di ciò mi ha svegliato ancor di più del trillo della sveglia, facendomi spalancare nuovamente le palpebre e guardarmi attorno come in cerca di qualcosa.
Automaticamente i miei occhi iniziano a fare una panoramica della stanza e tutto sembra esser al suo posto; così torno a respirare, non mi ero neanche accorto di star trattenendo il fiato, ed il battito torna regolare. Mi porto le ginocchia al petto e poggiandoci sopra un gomito passo una mano tra i capelli tirando indietro il ciuffo che mi pende sulla fronte, come quando sono nervoso: lancio un'ultima occhiata dinnanzi a me e tutto è esattamente uguale a come l'avevo lasciato qualche secondo fa, allora perché mi sento così?
Come se mi stessi facendo sfuggire qualcosa, come se sentissi la mancanza di qualcosa senza sapere bene di che si tratta... probabilmente sto diventando pazzo, ecco tutto. Non c'è altra spiegazione, Frank ti stai fottendo il cervello, ben fatto, prossima tappa: il manicomio.
Scosto la coperta con il braccio ed esco a piedi scalzi dal letto: ho già perso fin troppo tempo pensando a queste cose quando invece dovrei darmi da fare, e muovermi per non arrivare in ritardo.
Entro in bagno sospirando, perché ahimè, so già che ci passerò buona parte del tempo che ho a disposizione. Apro la porta scorrevole della cabina doccia e giro completamente la maniglia del rubinetto; in fretta si forma una cappa di vapore e velocemente mi svesto per entrare dentro.
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The ghost of you
FanficUn funerale e un ragazzo perseguitato da un fantasma, cosa potrà mai accadere? E se la realtà delle cose fosse ben diversa da come sembra, e se l'apparizione di questo fantasma avesse uno scopo? Cosa ne sarà di Frank, una volta scoperta la verità?