《Piccola, devo andare a consegnare questi documenti in ospedale. Arrivo subito!!》
Mi disse papà guardandomi con i suoi occhi color ghiaccio.
《Posso venire con te?》
Chiesi speranzosa. Non mi andava di rimanere da sola in auto.
Scosse la testa in segno di "no" e mi incenerì con lo sguardo. Chiuse la portiera velocemente. Il mio papà non si era mai comportato così. Che gli era successo?
《Amore, non puoi venire. Sono cose di grandi. Ti prometto che non ci impiegherò molto. Più tardi poi andremo al cinema. Stai tranquilla.》
Mi girai verso il finestrino.
Annuii sorridendo ed ottenni un bellissimo sorriso da parte di papà come risposta.
Per me era l'uomo più bello del mondo, con quei capelli scuri e corti, con i baffetti, le labbra carnose e gli occhi color ghiaccio che potevano ipnotizzare chiunque.
Era anche molto alto. La sua altezza mi faceva sentire amata e protetta. Le sue mani, quando mi accarezzavano, mi infondevano tranquillità e sicurezza.
Quando nacqui, si prese cura di me. Non ho mai conosciuto mia mamma, ho visto solo qualche sua foto. Ogniqualvolta che io chiedevo informazioni sul suo conto a papà, lui mi rispondeva sempre allo stesso modo.
"E' in un posto migliore: in cielo"
Nonostante avessi solo 10 anni, col tempo avevo cominciato a capire che la mamma era morta. Proprio in quell'ospedale, casualmente. In quell'edificio bianco ed immenso che incute paura e timore. Si diceva che ci fossero i peggiori malati ed anche i pazzi.
Sarà stato vero?
Sbuffai spazientita.
Controllai l'ora sul display della macchina: era passata una buona mezz'ora e si stava facendo buio.
Dove era finito?
Senza pensarci due volte, scesi dall'auto.
Mi accolse un'aria quasi gelida ed un vento che, a quanto pare, aveva deciso di scompigliare la mia lunga chioma.
Papà diceva che io somigliavo molto alla mamma: perfetta come lei. Avevo i suoi stessi riccioli color delle castagne, le labbra chiari e sottili e gli occhi marrone chiaro tendenti al verde. A papà piaceva giocare con le mie onde: quel gesto mi rilassava nei momenti di nervosismo o tensione.
Arrivai velocemente all'entrata. In quel maledetto posto la mamma c'era entrata anni fa e mai più uscita. Spero che a papà non succeda la stessa cosa..
Non c'era nessuno all'interno, neanche dietro la reception. Che cosa strana, molto strana.
Voltai la testa a destra ed a sinistra, ma non vidi nessuna persona. Vuoto.
Non voglio che mio papà venga succhiato via da questo ospedale. Niente e nessuna cosa ci avrebbe separati. Noi due eravamo una cosa sola..
Ad un tratto sentii un leggero fastidio sotto la pancia.
Oddio. Proprio ora? E adesso?
Mi misi a correre alla ricerca di un bagno. I miei stivaletti neri riecheggiavano nel corridoio bianco e spoglio.
Che atmosfera da film horror!
Finalmente trovai la porta con l'insegna che indicava il wc.
La maniglia scricchiolò. Fece lo stesso rumore del gesso sulla lavagna. Che irritazione!!
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Buio || h.s. [au]
Romance《You have to know the darkness before you can appreciate the light》