Capitolo 9

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I giorni cominciarono a correre lasciandoci ogni volta un bel ricordo.

Tra le ore passate ad abbrustolirci al sole e le rinfrescate nell'acqua limpida ci ritrovammo in un batter d'occhio sulla terrazza di Gian e Ignazio, a cercare di scorgere le ultime stelle cadenti che erano sfuggite alla strage che c'era stata la notte di San Lorenzo.

Nessuno di noi parlava, si sentiva l'ansia nell'aria, soprattutto tra me, Piero e Ignazio Questo è il nostro ultimo anno poi ognuno, per quanto sia triste ammetterlo, avrebbe preso la sua strada. Io ad esempio avevo intenzione di andare a Milano per laurearmi. So di aver ammesso di non essere pronta a lasciare la Sicilia, ma fin da piccola ho sempre sognato di andare a studiare giornalismo lì ed è quello che che farò.

Un brivido mi accolse da dietro dandomi la pelle d'oca e ovviamente io non avevo niente da mettermi addosso...fantastico.

Cominciai a guardarmi intorno alla ricerca di qualsiasi pezzo di stoffa da mettermi sulle spalle.

-Hey Aly tutto okay? - mi voltai verso Piero...forse si era accorto del fatto che stavo imprecando in tutte le lingue esistenti per non esser,i portata niente.

-Sì. Apparte il fatto che ho un freddo pazzesco...del resto tutto okay -

-AHAHAH! Sei sempre la solita!- mi disse ponendomi la sua felpa.Non persi tempo e la agguantai mettendomela velocemente.

-Aw la mia piccola Aly!- mi disse stringendomi a se. Per quanto sia dolce e gentile, "piccola Aly" non doveva dirmelo...il fatto che fossi più bassa delle altre ragazze non dava il diritto a nessuno a chiamarmi "piccola" e lui lo sapeva...come se poi lui fosse così alto.

-Piero, dolce Piero, voglio ricordarti che sei più alto di me di poco e soprattutto che io essendo nata il trenta aprile sono più grande di te caro il mio piccolo nanetto- gli dissi dandogli un buffetto sulla guancia

-Sei simpatica quanto la carta vetrata tesoro!-

-Però mi vuoi bene anche per questo-

Tornò il silenzio, ci avvolse come farebbe un piumino in inverno, che però venne tranciato dalla suoneria del mio cellulare.

-Pronto-

-ALISSA KATHLEEN JONES! È MEZZANOTTE E MEZZA E IL TUO CULO NON È RIENTRATO A CASA!- merda ! Mi ero completamente del coprifuoco...chiunque pensi che dopo i diciotto anni puoi nessere indipendente...beh sono la prova vivente che alcuni genitori ti vedono ancora come la ragazza di tredici anni nonostante tu sia maggiorenne.

-Sì mamma...non ci siamo accorti che era così tardi ora torno non preoccuparti-

-Ma lo sai qaunto mi hai fatto spaventare?- in teoria se faceva due passi...anche solo tre metri...mi vedeva e poteva costatare che nessuna forma aliena mi aveva rapita, però vabbe.

- Sì mamma okay, ora arrivo dammi dieci minuti, ciao.-

-Non guardarmi così o giuro che ti avada kedavrizzo- dissi a Ignazio

-La mia Hermione- disse abbracciandomi, poi indicò Piero -ti lascio nelle mani del tuo Ron, ci vediamo domani, buonanotte streghetta- fanculo Igna.

-Buonanotte babbano-gli risposi ridendo

E così ci ritrovammo sulla strada che avrebbe portato entrambi a casa, il telefono risuonò.

-Rispondi credo sia tua mamma-

-Non credo Piè...ha chiamato cinque minuti fa-

-Secondo me è lei- chissà forse avevo ragione... risposi senza neanche guardare il nome sul blocco schermo

Non farmi aspettare ||Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora