Confessioni di un uomo comune

Giorno 5

Mi svegliai quella mattina pensando alla sera prima.

Avevo in mente un sacco di confusione. Avevo vissuto qualcosa di irreale. 

Il giorno prima mi sembrava di aver fatto un passo indietro nella mia vita di dieci anni, quando ancora si vivevano le cotte post adolescenziali. 

Con la sensazione di essere abbastanza adulto da vivere qualcosa di serio, ma sentirsi talmente giovane da pensare che si ha ancora tanto tempo prima di impegnarsi per la vita.

Al mio ritorno a casa ho trovato lei, mia moglie, la persona a cui devo gran parte della mia felicità.

Sono in debito con lei di molto. 

Riesce sempre a farsi in quattro per me, non mi fa pesare neppure il compito di padre, mi lascia lo spazio ludico con il nostro piccolo angelo.

Che sensazione strana che ho provato ad aprire la porta di casa. 

Nel mio mondo, quello reale, quello in cui vivo, quello in cui ho una famiglia tutto funzionava ancora come prima. 

Ero in ritardo di un'ora. 

"Dove sei stato?" sorridendo mi chiese.

Le risposi con tono entusiasta. Non fingevo. Ero davvero felice. 

"Ho perso più tempo del solito a pensare a qualche nuova storia,lo sai, il mare mi rilassa"

Mi guardò negli occhi, erano stanchi ma soddisfatti. Aveva preparato la cena, aveva passato il pomeriggio a sbattersi per me. Si, per me. Quel uomo che meno di un'ora prima si lamentava della sua metà con una perfetta sconosciuta. 

Diedi un bacio alla bambina, sperando e pregando Dio che non diventi mai come me.

Mi lavai le mani, guardandomi allo specchio  volevo auto convincermi di non aver fatto niente di male.

In effetti che avevo fatto? Avevo conosciuto una ragazza con cui avevo passato del tempo piacevole.

Poteva essere un'amica. 

Poteva...ma lo sarebbe davvero stata? 

Misi la mano in tasca; neppure a farlo apposta il destino aveva deciso di prendermi in giro.

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