N.d.a: BPD sta per Boston Police Department; ogni capitolo conterrà una canzone da mettere come sottofondo per la lettura.Aveva, come altre persone, l'abitudine di sorridere esageratamente quando voleva trattenere il pianto.
- Carlos Ruiz Zafón, L'ombra del vento.
Il Capitano Jones della polizia di Boston non aveva mai creduto al destino, alle storie scritte nelle stelle e tutta quella robaccia lì. Nelle sue ore passate ad osservare il cielo dalla sua nave, non aveva mai visto nessuna scritta che dicesse che si sarebbe innamorato di un'agente federale quando era solo un novellino, non c'era scritto nemmeno che lei sarebbe morta o che lui avrebbe per sempre portato la cicatrice del giorno in cui cercò di salvarla intorno al suo polso sinistro; non c'era scritto che sarebbe diventato il capo del dodicesimo distretto della BPD, alla giovane età di trent'anni. Pressione e responsabilità erano cose con lui non andava molto d'accordo, per questo quand'era a casa prendeva la bottiglia di rum dal suo davanzale e beveva due bicchieri, quanto bastava per fermare gl'incubi di un marito geloso scappato all'arresto, di occhi grigi che si chiudevano; ma non abbastanza per impedirgli di essere vigile con una doccia e due pastiglie se mai il lavoro avesse chiamato ad un orario insolito come spesso accadeva.
La sua vita era un casino, la voce di suo fratello glielo ricordava ogni giorno (anche se sapeva che il Liam dei suoi ricordi era leggermente più duro di quello che l'aveva cresciuto per ben ventidue anni prima di morire) e lui annuiva, sospirava, si passava una mano sul viso e continuava a fare il suo lavoro.
Da quando era diventato capitano trattava solo i casi più importanti: serial killer, maniaci e psicopatici, bambini scomparsi, Gold. Il nome che rimbombava nella testa di Killian durante ogni minuto di lucidità, l'ex marito di Milah, quello che l'aveva ucciso nella loro vecchia casa - davanti ai suoi occhi - senza mostrare nessun segno di rancore prima di scappare.
Si malediva ogni giorno per non aver fatto qualcosa, per non essere stato in grado di resistere qualunque sostanza quel mostro gli avesse iniettato durante il loro corpo a corpo, quel miscuglio chimico che lo aveva paralizzato mentre la donna che amava esalava il suo ultimo respiro.
Era un uomo rovinato dalla vendetta, dall'alcol e dall'odio che provava a nascondere il suo cinismo dietro un lavoro onesto e passivamente violento. Dio solo sapeva cosa ne sarebbe stato di lui quando il suo tempo su questa terra sarebbe scaduto.Emma Swan era un animo turbato, un fantasma senza sentimenti che girava per le strade di New York con tre mete precise ogni giorno: lavoro, bar, appartamento. In quest'ordine.
Ovviamente l'appartamento sopracitato non era sempre e per forza il suo, spesso si sarebbe ritrovata ad andare a casa con qualche ragazzo che preferiva guardarle la scollatura piuttosto che gli occhi, che le avrebbe tenuto compagnia per un po' e che non avrebbe fatto nessuna domanda vedendola raccogliere le sue cose e andarsene senza un bacio d'addio.
Non aveva mai raccontato a nessuno della sua prima e unica relazione vera, parzialmente perché la prima e unica volta che si era svegliata la mattina dopo in un letto con qualcun altro quel qualcuno l'aveva lasciata in prigione qualche mese dopo, incinta e senza un posto dove andare o dei soldi con cui vivere una volta uscita; parzialmente perché non aveva nessuno a cui raccontarlo. E comunque, non l'avrebbe fatto.
Se ogni tanto si ritrovava a piangere pensando al bambino che aveva dato via quasi dieci anni prima - mi somiglia? Mi perdonerebbe? È felice? Mi ha mai cercata? - nessuno l'avrebbe mai saputo, Emma teneva le sue emozioni ben rinchiuse e nascoste dietro muri indistruttibili e il momento in cui li lasciava cadere era la notte, da sola nel suo letto con un cuscino come conforto e le stelle come testimoni.
L'unico aspetto della sua vita che le dava un po' di soddisfazione era il suo lavoro da poliziotto, ma a volte era dannatamente difficile, come quando la trasferivano senza preavviso da una città all'altra. Di solito un trasferimento le avrebbe fatto piacere, spesso ne chiedeva uno lei quando cominciava ad attaccarsi ai posti, alle persone, ma fino a quel momento non aveva trovato nessun diner accogliente a New York e la città era abbastanza grande da poter cambiare bar ogni sera in modo da incontrare gente diversa. Stava bene, era tutto ok. Ma ok evidentemente non poteva essere in questione quando si parlava di lei così raccolse le sue cose - quattro scatole, messe nel retro del maggiolino - e si diresse verso Boston.
STAI LEGGENDO
Don't look too close
FanfictionEmma non ha mai messo radici in un posto per più di qualche mese, finché delle persone speciali non la convinceranno a restare al Boston Police Department. In particolare un poliziotto dagli occhi blu e il passato torbido quanto il suo. [Cop AU]