William era un bambino innamorato della sua Londra e del pianoforte. Veniva da una ricca famiglia nobile che prospettava un altro futuro per il loro unico figlio, ma che lo accontentava sempre, per il bene immenso che gli volevano. Il padre gli ripeteva sempre: "Piccolo William io e tua madre siamo molto orgogliosi di te e di come suoni il piano e ti accontenteremo sempre in ogni tua scelta, illumina la gente con il tuo dono meraviglioso e non abbandonare mai i tuoi sogni ricordalo amore mio". Già all'età di tre anni appena sentiva l' incantevole melodia di quel soave strumento, come lo definiva lui, vedeva spuntare il sole anche nelle giornate invernali. Quando lo suonava veniva illuminato da una luce quasi celestiale che gli apriva l'anima avvolgendolo in un'ala candida e che gli dava protezione. Iniziò le lezioni di pianoforte già dai 4 anni, la musica era la sua vita e non l'avrebbe mai abbandonata diceva pieno di entusiasmo "Io me lo sento la musica è un dono che illumina l'anima e io ho questo dono fin dalla nascita e mi sento la persona più fortunata del mondo, darei la mia vita per il pianoforte e la dedicherò a fare apprezzare la sua musica, darò una nuova luce alla mia Londra uggiosa e alle vite delle persone". Purtroppo all'età di 8 anni subì un incidente che lo rese cieco, passò un terribile periodo, senza riuscire più ad alzarsi dal letto e ad aprire gli occhi, aveva troppa paura di vedere il nero di cui si era colorata la sua esistenza, sentiva che la sua vita era ormai rovinata e che non avrebbe più potuto suonare il piano senza vederne i magici componenti. Dopo un mese dall'incidente si alzava appena per mangiare, ma non aveva più la forza per reagire e vivere, la luce dei suoi occhi si era spenta, non perché aveva perso la vista, ma perché aveva rinunciato al suo sogno, la sua luce. La madre decise di parlare con il figlio per farlo riflettere: "William, perché non vuoi più suonare il piano?","Oh madre cara, io non vedo più niente, né i tasti, né gli spartiti, né la rara luce del sole londinese, la mia vita è ormai rovinata". La madre vedendolo disperato decide di parlare con lui e di dargli una lezione di vita che gli sarebbe servita anche negli anni successivi della sua vita portandogli come esempio il suo secondo grande amore dopo il pianoforte: la sua Londra. "Tesoro mio, la luce che ami tanto non si è spenta perchè è data dal suono del pianoforte, tu vedi tutto nero, ma nere ci sono molte cose: la tua giacca preferita,alcune giornate che vanno male, le giornate temporalesche, il bellissimo colore della tua pupilla che fa contrasto con il blu dell'iride e i tasti del pianoforte. Ricorda la tua vita senza pianoforte sarebbe come, Londra senza il Big Bang, l'enorme orologio che è uno dei tanti motivi per cui ti fa essere così orgoglioso della tua città, quell'orologio che senti rintoccare ogni ora dalla tua camera,che ti sveglia la mattina e che ti ha sempre dato la forza di reagire. Londra senza Big Bang non sarebbe Londra e tu senza pianoforte non saresti William. Fai rifai brillare i tuoi occhi di speranza e porta a termine i tuoi progetti, le note musicali saranno i tuoi occhi". William rifletté, qualche secondo e dopo disse alla madre:"Madre avete pienamente ragione e prometto che da oggi, qualsiasi cosa succeda non abbandonerò mai il mio sogno,io diventerò un grande compositore proprio qui nella mia Londra e tu e mio padre avrete un posto d'onore ai miei concerti come persone che non mi hanno mai abbandonato anche nei momenti più duri e che mi hanno sempre dato la forza di reagire". Appena disse ciò si rimise subito a comporre e a suonare, la madre dettava gli spartiti e lui li suonava e capì finalmente qual' era la vera luce e da dove nasceva: dal suo cuore.