💜CAPITOLO 1💜
Mi chiamo Charlotte, Charlotte Casper. Vivo in un piccolo paesino dell'Australia, fuori dal mondo. Ma meglio così.
Due anni fa ho perso mia madre. In un incidente d'auto. Si chiamava Paithon Connery. Ho sempre adorato il suo nome, mi faceva pensare a cose belle, mi dava sicurezza. Ero molto legata a mia madre, facevamo tutto insieme: da fare shopping a fare giardinaggio; l'annuncio della sua morte mi è stato dato il 5 agosto 2013. Ricordo di essermi inginocchiata a piangere per terra, sotto gli sguardi tristi della polizia che era venuta a darmi la notizia a casa mia, alle 10:30 di mattina. Dopo quel giorno non fui piu la stessa, diventai più fredda, irrascibile, non mi curavo piu del mio aspetto. Vestivo sempre con felponi lunghi fino alle ginocchia, coda alta, giusto un filo di trucco e scarpe da ginnastica. E ancora oggi, nonostante siano passati due anni da questa tragedia, sono ancora cosi. E non c'è niente che possa cambiarmi.Ora, abito insieme a mio padre Carl e mio fratello Phil.
Phil ha 17 anni, 2 anni piu di me. È un bel ragazzo, ci somigliamo molto: capelli biondi, occhi marroni, alcune lentiggini sul naso e pelle olivastra. Ho un rapporto molto "bipolare" con lui, ma mi ha sempre aiutata, soprattutto a superare la morte di nostra madre e mi ritengo fortunata ad avere una persona come lui accanto a me.
Per quanto riguarda mio padre il rapporto è buono. Cerchiamo di non tirare mai fuori il discorso "mamma". Lui teneva molto a lei. Erano inseparabili, ma destinati a stare separati: appena si conobbero, precisamente 28 anni fa, mia madre lavorava in una ditta specializzata in impianti elettrici, quindi era spesso via per lavoro, ma nonostante ciò, si amavano sempre di piu ogni giorno. Dopo pochi mesi si fidanzarono ufficialmente e un anno dopo comprarono una casa in questo paesino dell'Australia. Starono insieme molti anni finchè diedero alla luce Phil, e due anni dopo naqui io. Ricordo che prima di trasferirci in questa casa, abitavamo in un palazzetto di quattro piani in cui in un appartamento proprio vicino a nostro abitava una famiglia che aveva un bambino di nome Theo o, come lo chiamavo io, Ti-Ti. Eravamo una sorta di coppietta: giocavamo tutto il giorno insieme, sotto la pioggia, con il sole o con la neve. Avevamo persino fatto un nostro rifugio segreto, costruito con dei vecchi ombrelli e stracci, sostenuti da dei bastoni; ricordo anche che quando mi trasferii in questa schifosa casa lui si mise a piangere, abbracciandomi e regalandomi il suo pupazzetto preferito, Bubu. Da quel giorno non lo rividi piu e devo dire che ripensandoci mi manca molto.Frequento il liceo artistico di questo piccolo paese, faccio il secondo anno.
In questa scuola ho conosciuto la mia migliore amica: Jamie. È una ragazza molto solare, riesce a rimanere calma di fronte ad ogni problema, mi aiuta sempre e, soprattutto, è un'ottima cuoca.
In argomento materie, vado bene in tutte a parte una: storia. La detesto con tutto il mio cuore, non entra nella mia fottuta testolina e non intendo farcela entrare, ma sarà difficile dato che durante la settimana ho ben tre ore di questa "meravigliosa" materia, tra cui il lunedì alla prima ora e sapete che giorno è oggi? Lunedì! E manca mezz'ora alla prima ora. Bene, sarà proprio una bella giornata...
STAI LEGGENDO
Meglio così.
RandomLe persone e i fatti ci cambiano. Forse per sempre, forse solo per un certo periodo. E diciamo che la maggior parte delle volte, è meglio cosi.