Meriti

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Ester 

Gianluca. 

Un solo nome, mille problemi. 

Non riuscivo a capirlo quel ragazzo.

Compariva e scompariva magicamente dalla mia vita, di continuo. 

Quando avevo bisogno di lui non c'era, quando non ne avevo o pensavo di non averne bisogno ritornava come un angelo vendicatore disposto a tutto pur di proteggermi e difendermi da qualsiasi male. 

Era un grosso punto interrogativo, almeno per me. 

Per Anastasia non esistevano problemi di alcun tipo, invece. Per lei Gianluca era diventato un fratello maggiore, un ragazzo di cui potersi fidare anche ad occhi chiusi, con cui confidarsi, una spalla su cui piangere. Si era totalmente legata a lui, così tanto da farmi preoccupare. 

Non faceva che parlarmi di lui, quando c'era e quando non c'era. 

Con Gianluca nei paraggi si sentiva al sicuro, era se stessa. Da tanto tempo non vedevo Ana essere così contenta e comportarsi in questo modo. 

Ero grata a Gianluca per tutto quello che stava facendo per me e la mia sorellina, ma se non fosse stato per lui a quest'ora non mi sarei ritrovata con due costole incrinate. 

Già, ti saresti ritrovata fra le braccia di chissà quanti altri uomini, però . Sussurrò una voce dentro di me. La voce del cuore. 

Non sapevo cosa pensare, cosa fare, cosa dire. Sulla pelle sentivo soltanto il sapore della libertà...

Ormai eravamo tutti e tre lì, da circa quattro giorni, separati dal mondo e rifugiati fra quelle alte ed imponenti montagne. 

Io non volevo essere di peso...a nessuno. 

Ero stanca di stare distesa in posizione supina, stanca di mandare giù antidolorifici di continuo e di premere ghiaccio sulle costole, anche perché mi veniva un gran freddo alle ossa! La febbre non c'era più, il desiderio di alzarmi triplicava anche per questo.  

Gianluca diceva di essersi preso qualche settimana di ferie dal lavoro, affermava che non gli pesava assolutamente stare nella sua baita assieme a noi, lontano dalla città. 

Ma io mi sentivo davvero di troppo. 

Per noi cucinava, tagliava la legna per il camino, mi assisteva come fosse il mio medico e mi sgridava di continuo quando provavo ad alzarmi dal letto e rifiutavo d' ingoiare pillole per calmare il dolore. 

Potevo realmente fidarmi di lui? Di Gianluca?

Avevo il timore che da un momento all'altro potesse sparire, proprio come quella notte che sarebbe dovuto venire a prendermi ed invece... 

Sì, era un gran punto interrogativo quel ragazzo. 

Quando si piazzò davanti a me con un vassoio in legno carico di prelibatezze non riuscii a non scuotere la testa. 

" Devi mangiare " ordinò con un sorriso

 " Non merito questo trattamento, io..." esordii in imbarazzo, stringendo con forza le coperte.

Lui mi guardò dritto negli occhi: " Lo meriti. In questo istante, più di qualsiasi altra donna " ...



Broken Ice...l'amore è bianco o neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora