·Capitolo tredicesimo·

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~Helais

Mi abbracciò inondandomi di un odore buonissimo. Mi sembrava turbato ma non gli chiesi nulla. Prese il mio volto tra le sue mani e appoggiò la sua fronte sulla mia, avevo un batticuore assurdo ma cercavo di mantenere il sangue freddo -È successo un casino sai..- sussurò stringendo le labbra fino a farle diventare una linea sottile -Cosa?- chiesi non riuscendo a formulare una frase sensata -Sai Marlen mi ha chiamato dicendomi che vuole ricominciare..- rispose pacato -Quella stronza? Ma come ha avuto il tuo numero? Hai avvertito Carlisle?!- affilai una
serie di esclamazioni e domande senza rendermi conto che mi ero avvicinata un po' troppo alle sue labbra -Non ho avvertito nessuno per ora- disse fissandomi negli occhi -E perché?-domandai furiosa -Perché mi sono bloccato ad ammirare una certa Helais, che a quanto mi dice la giuria, si è vestita un po' troppo provocante- rispose alzando un sopracciglio. Non aspettandomi quella risposata, arrossii e lui si avvicinò ancora di più alla mia bocca sussurrando -Mi stai facendo impazzire- sentivo il suo alito caldo sfiorarmi le labbra tanto che stavo per baciarlo, ma Jenny ebbe la brillante idea di urlare - Andiamo a cena! Ho fame!- si accoccolò a Matt e partirono senza degnarci neanche di uno sguardo -Andiamo? - chiese Adam prendendomi sotto braccio e io ancora rossa annuii senza aver collegato il cervello al resto del corpo 'testa chiama cuore, ripeto, testa chiama cuore. Riprenditi per l'amor di Dio!' urlava in mio subconscio senza ritegno. Sentivo Adam fischiettare contento e non capivo come facesse ad esserlo sapendo che la madre l'aveva ormai rintracciato. -Adam sei sicuro di stare bene?-domandai titubante - Certo perché? - rispose lui sorridente - Da quando sei bipolare?- chiesi ridendo - Non lo so da quando..- rispose lui. Tralasciai il discorso appeso nell'aria e cambiai argomento -Ma sai per caso dove dobbiamo andare a mangiare?- -Sinceramente no- rispose freddo lui -Ah..- sapevo che stava male ma non potevo farci nulla, lui non si faceva aiutare -Forza giovani! Dietro l'angolo c'è un bellissimo ristorantino!- urlò dieci metri più avanti Janny -Sì arriviamo- le risposi subito -Adam, su corriamo- dissi in prenda all'entusiasmo - Come dovresti fare con questi comodissimi tacchi? - domandò lui stranamente con un lieve sorriso - Mi porti in braccio tu- lo indicai ridendo -Peggio per te- disse lui abbassandosi per prendermi a mo' di sposa ed io scoppiai a ridere -Shh ma che ti ridi!- esclamò anche lui ridendo -Non lo so ma è più forte di me- risposi in modo scemo ma gli strappai un sorrisone. Arrivammo davanti la trattoria e mi fece scendere -Grazie- dissi baciandolo sulla guancia - Se mi baci per così poco, potrei fare di tutto- esclamò lui fissandomi le labbra -Che ne vuoi un'altro?- chiesi mordicchiandomi il labbro inferiore. Osservai la sua espressione cambiare da soddisfatto ad impanicato. Feci per ridere ed entrai nell'edificio fatto di legno, dandogli le spalle con un movimento perfetto, perfino senza oscillare come un equilibristra su un filo sottilissimo. Mi accomodai accanto a Janny presi il menù fatto di carta stampata e presi la prima cosa che mi passò sotto gli occhi, un panino con bacon, carne macinata, insalata e pomodori. Notai molte persone ubriache già alle 21:10 sul bancone del bar lì dentro. Era una scena alquanto stravagante, gente elegante ai tavoli e gente brilla sul bancone del bar, tutti nello stesso posto. Entrò dopo un po' Adam con un espressione quasi felice. Si accomodò accanto a me e ordinò senza neanche guardare il menù. -Vi rendete conto? Io non me ne capacito che dobbiamo tornare a scuola...- disse Janny di punto in bianco -Ah già, waw mi ero completamente dimenticato- disse Adam ridendo. - Che stess- sbuffai io e gli altri concordarono pienamente. Dopo qualche minuto arrivò la nostra cena e con la fame che avevamo, quei panini fumanti li consumammo in pochissimi minuti. - Mi ero abituato a mangiare cosette sane e per niente sazianti- commentò Matt scherzando - Mamma mia quanto è buono- canticchiò Janny con il boccone. - Ma sul serio in questa landa desolata ci sono discoteche?- chiese Adam titubante -Ne abbiamo trovata una io e Matt non molto distante da qui- rispose felice Janny - Che aspettiamo ad andarci allora?- chiesi io. Ci alzammo dal tavolo e pagammo il conto alla cassa. Adam mi prese per mano, ed avvertii tanti piccoli brividi al suo contatto, e mi accompagnò fuori dalla trattoria e con ormai crepuscolo ci incamminammo verso la "discoteca".

Sono forte come un lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora