Capitolo 12

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Sean
Stupida campanella. Stavo passando la migliore ricreazione da quando sono arrivato al liceo. Mi stavo divertendo con i miei amici e una ragazza stupenda ci faceva compagnia e parlava, parlava di sé stessa. Sprigiona energia e serenità. Ha detto di non avere passioni in particolare, a parte scrivere. È molto misteriosa, sembra abbia qualcosa di nascosto dentro di lei che vuole dimenticare. Capisco queste situazioni, anch'io mi sento così. Voglio dimenticare ogni cosa brutta che ha fatto mia madre. So che dovrò portarmi questo peso per tutta la vita ma cerco sempre di distrarmi e concentrarmi su altro.
Ma è impossibile concentrarsi su altro.
Tutte le ragazze che frequento, almeno la maggior parte, le assomigliano. Non fisicamente, ma caratterialmente. Delle gatte morte. Mia madre è sempre stata una sanguisuga spocchiosa.
Mi spaventava quando la sera tornava a casa ubriaca e diventava viscida con mio padre non appena varcava la soglia. Cadeva ai suoi piedi e lo baciava sulla guancia mentre lui cercava di scostarsi. Ma era impotente. In quei momenti mi sembrava l'uomo più impotente sulla faccia della terra. Ma io ero solo un bambino, come potevo capire?
Non potevo. Ero impotente quanto lui. Per la megera non contavo niente, non esistevo. Non mi aveva mai rivolto la parola, se non per insultarmi se mi trovava in mezzo ai piedi. Fino a un anno mi aveva accudito, poi via con le sbronze e le notti fuori.
Non la vedevo mai. Non ho bei ricordi di noi tutti insieme. Neanche con mio fratello. È scappato di casa e non vedo mai neanche lui.
Da piccoli ci volevamo bene, poi PUFF, è finito tutto.
Scaccio i brividi e torno a concentrarmi su Sophie.
Così semplice e bella. Non è come mia madre, che esagera in tutto e diventa spaventosa. Lei è naturale. Naturalmente perfetta.

Sophie
Saluto velocemente i ragazzi e mi affretto verso la mia migliore amica. Sono spaventata dalla reazione di entrambe, pensavo fossero in buoni rapporti.
Sembra stiano per picchiarsi.
Ci sono delle persone intorno a loro che formano un cerchio e vedo Jack e Luke che corrono verso di me.

-Che succede?

-Potresti fermarle prima delle spiegazioni? È una storia lunga e per raccontarla tutta saranno già partiti un po' di denti
Dice Jack.

So già cosa sta accadendo. C'entra il fatto della presunta relazione tra Jack e Kelly.
Mi faccio spazio tra la folla che si era accumulata insieme a Luke e, nel momento esatto in cui riesco a vederle, le due si saltano addosso.

-Oddio

-Ferme! State ferme!
Tiro su Kelly e la trascino via, mentre Luke e Jack bloccano Lucy. Si insultano e sbraitano. Kelly sanguina dal naso ed è sporca di terra. È tutta sudata e i capelli sono un disastro. Il trucco cola per le lacrime e vorrei solo abbracciarla per calmarla.
Mi sta spaventando.
Kelly si dimena ma la tengo ferma per il polso.

-Lasciami! LASCIAMI!
Non sapevo avesse tutto questo fiato. La strattono fino all'entrata del giardino e mi meraviglio della mia costanza nel fermare un ciclone.
La folla si dirada.
È arrivata la preside.

Oh no

Si mette al centro del giardino.
È giovane, alta, autoritaria e fredda. Mi ha sempre spaventata, potrebbe uccidere con lo sguardo.

-Che sta succedendo?
Chiede con il suo tono autoritario.

-Ci sono state alcune discordanze
Dice Luke.

-Tutti e cinque in presidenza
Rivolta alle due litiganti, a Luke, a Jack e a me, gli unici rimasti.

Brividi.

Non posso già andare in presidenza! Perderò le lezioni e poi siamo solo agli inizi, non voglio dare cattive impressioni.
Sono terrorizzata e le lacrime vogliono scendere.
No non posso
Ora devo preoccuparmi per la mia migliore amica.

-Seguitemi

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