Capitolo 1: La "nuova"

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Guardai l'edificio di fronte a me e immediatamente mi assalì la sensazione di nausea al sol pensiero di dover varcare una delle porte delle classi di quella scuola. Man mano che mi avvicinavo, notai la grande insegna posta sopra le porte antipanico: Konoha High School.

Non avevo ancora varcato l'ingresso che quella sensazione sgradevole allo stomaco ritornò. Detestavo essere considerata la nuova arrivata, avrei dovuto presentarmi per la prima volta ad una classe già formata. Però d'altra parte non potevo starmene rinchiusa in casa senza socializzare e la mia settimana di "vacanza prolungata" era scaduta, non avevo altra scelta.

Afferrai la maniglia nera sollevandola verso me, aprendo la porta. Con uno scatto veloce mi diressi sulle scale facendo svolazzare lievemente la gonnellina blu della tipica divisa giapponese da marinaretta. Non che mi dispiacesse come abito ma non mi spiegavo ancora il perché le ragazze non potessero portare i pantaloni, li avrei trovati più comodi e di certo più coprenti dei collant color pelle, unico colore ammesso per "non disonorare la divisa".

Superai il primo piano, dedicato a tutte le classi prime e feci lo stesso con il secondo e terzo, fermandomi poi sul piano delle quarte. Frugai con una mano nella tasca della gonna alla ricerca del fogliettino con sopra il numero e la sezione della classe: 4^D, l'ultima in fondo al corridoio.

Rimasi per qualche secondo imbambolata di fronte alla porta laccata blu notte, quasi non riuscivo a muovermi per quanto fossi tesa. Da dove mi trovavo io, potei sentire una voce adulta collegabile a un professore che stava rimproverando qualcuno ma non riuscii a sentire il nome.

«Che stai facendo lì impalata?» disse una voce alle mie spalle, facendomi sobbalzare nonostante lo sconosciuto avesse usato un tono piuttosto calmo. Voltandomi, vidi un ragazzo di qualche centimetro più alto di me dagli occhi azzurri, paragonabili a un cielo limpido che si vede soltanto d'estate, e dai capelli biondo somigliante al colore del grano.

«Ah, sono nuova di qui e mi chiamo..» non mi lasciò finire la frase che venni afferrata per il polso dalla sua forte mano trascinandomi verso la classe senza che io gli dicessi altro «Aspetta cosa fai?! Lasciami subito!» le mie parole per quello strano ragazzo furono del tutto vane.

Spalancò la porta con la mano libera, urlando ai compagni «Ehi gente, guardate chi vi ho portato, una ragazza nuova!»

Panico. Completamente pietrificata davanti a tutti quegli sguardi scrutatori che mi esaminavano peggio di un metal detector. Ero stata presa alla sprovvista, non ho avuto il tempo di potermi presentare come si deve e, sopratutto, con sicurezza.

«Uzumaki Naruto sei sempre il solito, per l'ennesima volta hai disturbato la mia spiegazione! Forza, torna immediatamente al tuo posto!» tuonò il professore. A veder dalle scritte con il gesso sulla lavagna doveva essere quello di matematica, e a guardarlo bene era anche piuttosto bizzarro con quella mascherina bianca che gli copriva tre quarti del volto.

Naruto Uzumaki, il mio primo compagno di classe incontrato e onestamente avrei preferito non averlo fatto.

«Ti aspettavamo già da una settimana..» disse l'uomo, ora rivolgendomisi.

«Sì, ma vede.. non mi erano ancora arrivati tutti i libri di testo e ho preferito aspettare..» mi inventai, portandomi una mano dietro il mio caschetto castano. Non gli avrei mai detto la verità, ovvero che rimasi a casa perché ero agitata.

«Capisco, dunque tu sei..?»

Ecco, ora arrivò la parte più difficile per me. Di solito non sono una persona timida ma odio dovermi presentare, non ne sono in grado, lo vedo come una vendita e io non so vendermi alla perfezione.
Dal guardare il professore passai al sostenere lo sguardo degli studenti; deglutii prima di pronunciarmi «Mi chiamo Aqua Meiko, ho diciotto anni e sono originaria di Okinawa.. beh, spero di andare d'accordo con tutti voi» dopo quella breve ed imbarazzante presentazione, in classe calò il silenzio finché non venne interrotto dal professore «Benvenuta Aqua Meiko, io sono il professore di matematica, Hatake Kakashi» nonostante avesse la bocca coperta dalla mascherina intravidi un sorriso cordiale prima che rivolgesse lo sguardo ai vari banchi, indicandomene successivamente uno vuoto della fila attaccata al muro «Siediti pure lì, oggi è assente il tuo compagno di banco..» mi disse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 13, 2015 ⏰

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