Capitolo 2

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"Grassi? Presente. Minetti? Presente. Paci? Presente. Vici? Cloe Vici???" Disse la suora alzando lo sguardo cercando tra i suoi alunni il volto di Cloe. Tutti si guardavano attorno.
"Credo che sia ancora in camera madre." Disse Giulio. Era il suo migliore amico. Biondo, alto, occhi verdi. Giocavano insieme nella squadra di basket della scuola ormai da otto anni.
"Iiiih!" Fece un gridolino spazientito la suora.
Si sentì una porta sbattere rumorosamente e si vide una figura bassina dai capelli ricci e voluminosi dirigersi velocemente nella loro direzione. Indossava una grossa giacca rossa che le pendeva da una spalla. Cloe si fermò a pochi passi da loro con le mani sulle ginocchia e ansimando per lo sforzo.
"Scusi... Madre... Scusi... Il... Ritardo" disse tra un respiro e un altro.
"Eh... Eh..." Disse come al solito la suora.
"Signorina Vici! Un altro ritardo e la farò rimanere in camera per una giornata intera!" Disse sempre con la sua voce acuta e facendo un gesto secco con un dito. Appena voltò le spalle lei e Giulio si guardarono.
"Hai capito?!!" Disse Giulio imitando la sua voce e scimmiottando il gesto che aveva appena fatto.
Scoppiarono a ridere e lei gli mise una mano attorno ai fianchi. Si diressero a braccetto attraverso i corridoi del castello diretti verso la sala pranzo. Al contrario del resto dell'edificio, che era molto rustico, la sala pranzo sembrava non facesse parte di quel luogo. Aveva uno stile estremamente moderno che stonava completamente con il resto del castello. Cloe rimase un po' delusa. Si aspettava una sala pranzo come quella di Hogwarts con dei tavoli giganteschi e candele volanti.
C'era una fila chilometrica per entrare in sala. Due addetti dello staff facevano entrare gruppi di dieci persone alla volta, per non far affollare la sala. Vide ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo. C'erano dei Russi, dei Francesi e dei Tedeschi. A quanto pare erano l'unico gruppo di italiano.
Un vociare indistinto si sentiva dal fondo della fila. Ad un certo punto le voci si fecero sempre più vicine. Il gruppo di ragazzi incominciò a farsi largo tra la folla. Lei li osservò mentre Giulio aveva il suo braccio intorno alla spalla di lei. Erano ragazzi della loro età. Dai lineamenti e dall'accento sembravano spagnoli. Tra di loro vide il ragazzo che aveva visto quella mattina. I suoi occhi blu si posarono su di lei. Lei ricambiò lo sguardo. Fu intenso. Poi lui abbassò gli occhi e sorrise. La superò seguito dai suoi amici.
"Ehi ma quelli saltano la fila!" Urlò Giulio arrabbiato!"
Giulio provò a spiegare che non era molto contento che gli passassero avanti, ma loro fecero segno di non capire. Risero tra di loro e proseguirono.
"Meglio che questi spagnoli non continuino a rompermi le uova nel paniere. Altrimenti gli faccio capire io un po' di italiano. Con le buona si capisce sempre!" Disse serrando i pugni.
"Oh tranquillo non ti scaldare..." Disse lei con un gesto di noncuranza.
"Non hai notato chi è davanti a tutti nella fila?" Disse indicando l'ingresso alla sala da pranzo. Avanti a tutti con le mani conserte in grembo e uno sguardo dritto verso l'infinito come un suricato, c'era la suora.
"Lei di certo non si farà superare! Ah... E comunque... Ti hanno dato dello stupido." Disse lei ridacchiando.
"Ma perché tu parli spagnolo?"
"Ma se lo studio da quando ho cinque anni!" Disse lei ridendo.
Il gruppo di ragazzi spagnoli si dirigeva trionfante verso la fine della fila. Avevano un sorrisetto strafottente sul volto.
Uno dei ragazzi guardo la suora e disse:
"Scusa sorella ma devo passare. Perché intanto non vai a fare una preghierina?"
Ovviamente lo disse in spagnolo, convinto che la suora non avrebbe capito. Di tutta risposta la suora, senza degnare il gruppo di uno sguardo disse
"Tranquillo,fratello, Dio vede e provvede, non ci sarà bisogno di pregare per farvi comprendere la vostra maleducazione e demenza?" Lo disse in uno spagnolo perfetto e con una voce dolce e pacata che nascondeva un tono di sfida.
Gli spagnoli rimasero tutti a bocca aperta. Non sapevano cosa dire. Continuavano a guardare quella vecchietta senza emettere fiato. Come se fossero alla presenza di un grizzly. A quel punto un ragazzo dello staff le disse che era il suo turno. Solo a quel punto la suora li degnò di uno sguardo.
"Andiamo ragazzi!" Urlò verso Cloe e Giulio che si stavano godendo la scena morendo dalle risate. Piano piano il gruppo comincio ad entrare e quando Giulio passò loro davanti gli disse
"Chi è lo stupido adesso?"
La suora entrò per ultima. Guardò i ragazzi e disse
"Buona cena!" E gli voltò le spalle.
"Madre è stata fantastica! Davvero! Gliene ha dette quattro a quelli lì!"
"Oh io non ho fatto nulla. Con la dovuta gentilezza si ottiene tutto." Disse sorridendo.
Cloe si andò a sedere ad un tavolo vicino alla finestra. Con lei c'erano Giulio, Chiara e Arianna: i suoi migliori amici. Abbassò lo sguardo sul suo vassoio. Era mezzo vuoto. Aveva preso del riso in bianco e una banana. Era una che non amava mangiare e odiava tantissimo il cibo inglese. Erano nulla a confronto delle lasagne della sua mamma. Si ficcò in bocca due forchettate di riso e poi si mise a girarlo con la forchetta senza mangiarlo.
Proprio di fronte a lei, un tavolo dopo il suo, era seduto lui: lo spagnolo dagli occhi blu mare. La stava guardando e quando lei se ne accorse non distolse lo sguardo. Lei lo sostenne per pochi secondi e poi guardò altrove. Era imbarazzata e la scena le sembrava molto surreale. Se un uomo in un parco avesse fatto così lo avrebbe scambiato per un maniaco. Eppure anche lei non riusciva a smettere di guardarlo. Era diventata una specie di danza. Lei guardava, lui guardava. Pochi secondi ed entrambi guardavano altrove. E via dicendo.
"Hai capito?" Disse Arianna indicandola con la forchetta.
"Eh?? Cosa?"
"Ma mi stai ascoltando?"
"Certo che ti sto ascoltando!!!"
"Allora che ho detto?"
"Che questo cibo fa schifo, e hai ragione. Hai provato la frutta?" Disse ficcandosi una pezzetto di banana in bocca.
"Amo il tuo modo di arrampicarti sugli specchi..." Disse lei ridendo. "Ma no. Non ho detto questo. Ho detto che questa sera hanno organizzato una specie di discoteca nella sala grande. Ti ho chiesto se dopo posso passare in camera tua per prepararci insieme. Per te è ok?"
"Si... Certo!"
Discoteca...
Pensò tra se e se. Amava le discoteche.
"Oddio chi sa se incontreremo qualcuno di carino!" Disse quasi urlando Arianna.
"Ma ti sei guardata in giro? I tedeschi sono brutti, i russi pure e i francesi sono antipatici e apatici. Gli spagnoli sono mediamente passabili ma non sono il mio tipo." Disse Chiara aggiustandosi gli occhiali con un'aria di superiorità.
"Oh mamma mia Chiara! Che palle che sei! Ora capisco perché non ti sei mai fidanzata! Non te ne va mai bene uno e sei piena di pregiudizi!"
"Io dico solo quello che penso: ovvero la verità." Disse lei finendo il suo riso. Arianna sbuffò.
"E tu Cloe? Hai visto qualcuno di interessante???"
Cloe guardò il ragazzo dagli occhi blu. Rimase qualche secondo in silenzio.
"No..." Disse infine
"Non proprio."

Perdóname... Te quieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora