Passo le mani sopra il vestito verde acqua, che ho deciso di indossare per questa sera, nel tentativo di fargli prendere una forma decente.
Mi guardo ansiosamente allo specchio, quando sento la voce del mio accompagnatore, risuonare per il piccolo appartamento, così bassa e roca che dalla mia stanza faccio quasi fatica a sentirlo.
Prendo i tacchi di colore bianco, sospirando, con il timore di non essere abbastanza che inizia ad opprimermi, e li infilo poco delicatamente, per poi afferrare la pochette e avviarmi lentamente verso il salotto.
Supero mia sorella e poi lo vedo, seduto sul divano, di fianco a mio padre, così bello da fare quasi male, così perfetto che per un momento mi sento girare la testa.
Dalla sua postura riesco a capire chiaramente che si sente a disagio.
Lo guardo per un po', concentrandomi sulla camicia nera che gli fascia perfettamente il petto scolpito e sui pantaloni troppo stretti, che sta indossando.
Gli fisso le braccia, dove le maniche con i risvolti mi permettono di intravedere i suoi avambracci macchiati dall'inchiostro nero dei suoi tatuaggi, a cui posso dire, di essermi quasi del tutto abituata.
Quello a cui non sono ancora abituata, invece, è il suo sorriso, quel bellissimo sorriso, con le guance pronunciate da due meravigliose fossette, che mi dedica ogni volta che mi vede, quel sorriso che mi toglie sempre il fiato.
E in quel momento ogni insicurezza mi abbandona, lasciando posto ad una serenità quasi surreale.
Si alza per venirmi incontro con lo sguardo bruciante fisso su di me, così penetrante che mi sembra di andare a fuoco, così profondo e intimo che mi fa sentire troppo piccola e indifesa davanti a lui.
Mi appoggia una mano sul fianco e si abbassa sul mio orecchio, sfiorandolo con le labbra.
"Sei.." Sussurra con la voce velata da un'insicurezza che non lo caratterizza per niente "Bellissima." dice deglutendo, per poi baciarmi delicatamente sulla guancia, premendo tutti e dieci i polpastrelli sul vestito per poi risalire con una sola mano e scostarmi i capelli da un lato per riuscire ad accarezzarmi il collo con le nocche, staccandosi decisamente troppo dopo, perché quello lo reputi semplicemente un bacio sulla guancia.
Sento il rumoroso colpo di tosse di mio padre che cerca di farci allontanare e mi infastidisco quando mi accorgo che mia mamma ci sta osservando entusiasta, con la macchina fotografica in mano.
"Forza ragazzi, mettetevi in posa!" Dice felice, facendoci segno di posizionarci davanti al camino.
Mi sistemo appoggiandomi al petto del riccio, forzando un sorriso che diventa spontaneo quando sento i denti di Harry, tirarmi giocosamente la pelle della spalla.
Lo spingo via delicatamente, divertita e spaventata allo stesso tempo che i miei abbiano potuto vederci, ma nessuno sembra essersi accorto di quella nostra dimostrazione d'affetto.
Dopo circa venti foto e un sacco di raccomandazioni, riusciamo ad uscire di casa e salire in auto.
"Ti bacerei. Se fossi sicuro che tuo padre non ci stesse spiando dalla finestra." Ride, scompigliandosi nervosamente i capelli con la mano destra, che appoggia subito dopo sul mio ginocchio, facendomi ridacchiare teneramente.
Il viaggio in macchina lo trascorriamo in silenzio, non in un silenzio imbarazzante, ma rassicurante, passato a stuzzicarci a vicenda.
Dopo aver parcheggiato viene ad aprirmi la portiera cingendomi poi, le spalle con il braccio.
Quando entriamo nella palestra della scuola, una fastidiosa musica assordante riempe il nostro piccolo spazio silenzioso e un ammasso di corpi sudati e informi di ragazzi che si scambiano i bicchieri di punch scaduto, ci si proiettano davanti, facendo sembrare quel ballo di fine anno, una discoteca a luci rosse.
Un verso scocciato risale dalla gola del ragazzo vicino a me, facendomi girare verso di lui.
"Ti va di venire via con me, uhm?" Mi chiede, ed io non posso fare a meno di annuire, concentrata dal movimento che fanno le sue labbra quando se le inumidisce con la lingua.
Mi prende la mano e mi trascina di nuovo verso l'uscita, così velocemente che rischio più volte di cadere a causa del mio precario equilibrio sopra i tacchi.
Poco dopo ci troviamo in uno spiazzo decisamente poco curato, dietro alla scuola, con un muretto in vecchie mattonelle; alcuni ragazzi stanno chiacchierando seduti in cerchio sopra una delle poche aiuole, con l'erba secca, che si trovano li a qualche metro più lontano da noi.
Harry mi attira a sè e devo appoggiarmi a lui per riuscire a restare in piedi. Sento i muscoli delle sue spalle tendersi sotto le mie mani e mi viene naturale mordermi le labbra, aggrappandomi a lui, cercando un appiglio.
Mi stringe i fianchi tra le braccia e non appena appoggio la testa sul suo petto sento una piccola goccia di pioggia cadermi sulla punta del naso, seguita da tante altre.
"Harry.. credo sia meglio rientrare." Mormoro osservando i ragazzi seduti per terra, alzarsi e correre al riparo sotto la tettoia della scuola.
"Balla con me." Dice lui, stingendo più forte la mia mano quando faccio per allontanarmi.
Lo vedo trafficare nella tasca posteriore dei jeans tirando fuori il cellulare e poco dopo le note della nostra canzone, si mischiano allo scrosciare della pioggia.
Harry si inchina davanti a me in un invito ad unirmi a lui; scoppio a ridere buttando la testa all'indietro e "Sei completamente pazzo." Dico inchinandomi a mia volta "Lo so." Mi risponde sorridendo ammiccante.
Allaccio le braccia dietro al suo collo e lui mi avvolge il bacino con le sue, mentre continuiamo a sorriderci.
Mi bacia la fronte, poi la gote arrossata a causa del freddo, poi il naso congelato e poi finalmente appoggia le labbra sulle mie, avvicinandosi di più per avere maggiore contatto con il mio corpo. Si stacca quasi subito appoggiando la fronte alla mia, con il respiro irregolare e il viso illuminato parzialmente dalla tenue luce dei lampioni, mentre mi guarda con quei due pozzi verdi.
Poi mi bacia di nuovo, ma questa volta con più urgenza, un bacio bisognoso, atteso da troppo tempo.
Mi spinge all'indietro, baciandomi con più passione, facendomi scontrare con il muretto per poi sollevarmi di peso e farmi sedere sopra di esso, insinuandosi tra le mie gambe.
Affondo le mani tra i suoi capelli quando si sposta a lasciarmi un piccolo bacio sulla mascella.
Dopo essersi allontanato nuovamente, lo sento tirarmi ripetutamente l'orlo del vestito ormai fradicio, come anche i suoi vestiti, nel tentativo di attirare la mia attenzione e mormorare
"Vieni a casa con me."-BlackNight