La luna pian piano saliva per in quel che sembrava una normale serata.
Tv, patatine fritte al momento e un pacchetto di sigarette avrebbero reso la serata di Giorgia un particolare momento di riposo e relax. Il suo ragazzo sarebbe arrivato a momenti, e di certo munito con il suo attesissimo regalo di compleanno. Il fratello più piccolo era a dormire a casa dei suoi stupidi amici, e quindi fuori dai piedi tutta la notte. Cosa c'era di meglio da desiderare? Cosa avrebbe rovinato una serata così perfetta come quella del suo 20° compleanno?L'inimmaginabile.
Già ,inimmaginabile. Chi è quella persona che sa, in uno dei momenti sicuramente migliori della sua vita, che sarebbe a poco avvenuta una tragedia?
Le 21 erano appena passati da un pezzo. "Caspita", continuava a ripetersi, "eppure le strade non erano trafficate mezz'ora fa... Perchè tarda così tanto?". Già perchè. Cosa stava dividendo Federik dalla sua amata? Qual'era la causa del suo ritardo?La sua morte.
Le 21e 30.La calma quiete di Giorgia stava diventando sempre più un infuocato stress, analogamente a quanto accadeva con le patatine che friggevano sul fuoco. Uno squillo. Il telefono. "Federik!", pensò lei, "E' lui! Chissà che scusa si inventerà per giustificare il ritardo!". Da quel maledetto momento in cui Giorgia alzò il telefono e rispose inizò quel che era il peggior giorno mai vissuto. Una voce. Una voce spaventata e assai turbata. Una voce disperata. Era quella di Marah, la migliore amica del fratello. "Giorgia! Giorgia devi correre subito qui! Tuo fratello, il fucile di papà... Giorgia devi correre, ho paura!". La telefonata si staccò con un urlo proveniente dall'altra parte della strada. Giorgia iniziò a correre verso la casa di Alex, il ragazzino che aveva programmato una festa notturna con tutta la classe di Fabri, il fratellino più piccolo e rompi di Giorgia. La porta era aperta, e davanti c'era parcheggiata un'autoambulanza. Due infermieri cercavano disperatamente di salvare un ragazzo , giacente sul verde prato che era diventato in breve una pozzanghera di sangue. Giorgia iniziò a piangere forte, come non aveva mai fatto. Stringeva forte a sè quel ragazzo ferito, allontanata bruscamente dagli infermieri impauriti. Non c'era possibilità. Marah e Alex, bianchi più della luna di quella maledetta serata, cercavano ad ogni costo di allontanare la povera Giorgia, sporca del sangue del defunto fratello. La disperazione era forte tanto da temere che la gioia fosse un emozione ormai incomprensibile per la povera ragazza. Ma quella disperazione si trasformò presto in follia. Follia. Quale sarebbe la reazione di una povera ragazza che corre verso il fiume del piccolo paesino, disperata dalla morte del fratello, e vedere proprio lì il corpo galleggiante del suo ragazzo? La follia. Era impossibile. Era inimmaginabile. Era un incubo stringere per la seconda volta nello stesso instante una persona tanto amata morta improvvisamente. Il pianto quasi mozzava la voce della ragazza, che continuava a girdare in quella fredda notte ai piedi del fiume, stringendo il povero fidanzato morto annegato qualche ora prima. Alzando lo sguardo Giorgia vide la macchina del ragazzo fumante ai bordi del fiume, uscita fuori strada dopo un brusco incidente e finita per metà bruciata e metà annegata nel nero fiume della città. Il dolore era forte. Il dolore era enorme. Il dolore era tale da sentir bruciare forte sulla pelle...come lanciarsi in un grande rogo infuocato... Giorgia stava aprendo appena gli occhi e vedeva la sua casa bruciare, le sue pareti bruciare, il suo corpo bruciare.
"E' stato tutto un sogno! Mi ero addormentata, e ho lasciato il gas acceso!". Questi sono stati gli ultimi pensieri della povera Giorgia, trovata carbonizzata nella sua casa dal fratello e dal ragazzo proprio nella sera del suo compleanno.