La ragazza del martedì

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Mi sveglio, è tardi ma non troppo. In casa già c'è un gran fermento, Riccardo urla, Matteo corre per le scale e i miei sono alle prese con l'ennesima discussione. Vado in bagno, lavo i denti, il viso, mi guardo allo specchio, non mi riconosco. Gli stessi capelli scuri, gli stessi dread, gli stessi grandi occhi verdi ma non mi riconosco. Torno in camera, mi vesto. Scelgo la solita maglietta pulita ma non stirata, i soliti pantaloni e le solite scarpe sfondate, anche se vorrei andare scalzo. Scendo per fare colazione, faccio mente locale mentre bevo una spremuta.  Come al solito mille cose da fare, meglio che mi dia una mossa.

Sono le quattro e mentre aspetto l'autobus incontro Sofia, la conosco da una vita, siamo cresciuti insieme. "Oh, bella Gio!" la solita coatta, quanto le voglio bene. Sono questi incontri che fai per caso che ti fanno davvero ricordare chi sei, in una giornata come questa, una giornata un po' così, inziamo a parlare dell'altra sera, è andata ad una serata reggae, quanto mi pento di non esserci andato, da come la racconta è stata una serata davvero divertente e parlando del Dj e del locale mi rendo conto che mi sono spostato dalla fermata, l'autobus è arrivato e io devo iniziare a correre. "Cazzo l'auto!" la saluto così , tutto nella norma. Salgo con il fiato corto, dovrei smettere di fumare! Mi siedo nei posti a quattro, non c'è nessuno, tranne un gruppetto di ragazze un paio di sedili dietro, sono lì a ridacchiare, spero non di me. Non ho voglia dimettere le cuffie e azzerare i rumori intorno a me, cavolo oggi non mi riconosco! Guardo quelle ragazze, come sono vestite, truccate. Detesto quando le ragazze si truccano, perchè dovrebbero, insomma tutta quella roba chimica sulla loro pelle nuda, non lo sopporto. Mentre mi struggo tra i miei problemi interiori guardando un punto fisso nel vuoto e all'improvviso non è più così tanto vuoto. Il mio sguardo si riempie del suo. Nascosta dietro ad un sedile c'era Lei, non l'avevo notata prima, non un filo di trucco nè gioielli vistosi, solo dei bellissimi capelli castani, un po' arruffati, come si se fosse appena svegliata, e degli occhi meravigliosi, in realtà non è che li vedessi benissimo, però è come se avessero riempito quel vuoto che mi accompagnava da quando avevo aperto gli occhi.
 Cosa faccio? Mi avvicino a lei? Attacco bottone? Dio, come sono timido. E mentre decido sul da farsi lei è scesa e io ho perso un'occasione irripetibile. Ora peròho capito ch devo fare qualcosa, devo trovare il modo di rivederla, non può finire così questa storia!

Arrivala mia fermata, scendo, mi dirigo verso casa di Cate. Caterina è la mia migliore amica la conosco da circa sei anni, siamo lo yin e lo yang ma a volte sento che è l'unica che cerca di capirmi e non di cambiarmi.  Appena citofono scende di corsa le scale e mi salta addosso, tutto nella norma. "Tesoroo!!! Mi sei mancato un sacco!!" In effetti non ci vediamo molto spesso, lei sta sempre a studiare. Inizia a raccontarmi di tutto e quando dico tutto intendo proprio tutto!! Dopo che abbiamo passeggiato sulla spiaggia per almeno due ore e che lei ha smesso di raccontarmi tutto quello che doveva dirmi cala il silenzio, adoro questo momento, quando camminiamo fianco a fianco solo con il sottofondo delle onde del mare, in quel momento capisco perchè è così importante per me. "Ehy, ho parlato per due ore e tu come al solito non mi racconti nulla, hai una faccia, cosa hai fatto?" Non so se voglio dirglielo, è una cosa mia dopotutto, però Cate è Cate, mi faccio coraggio, glielo dico. "Oggi sull'auto ho incontrato una ragazza..."  neanche finisco di parlare che inizia ad urlare di gioia, la solita! "Quanti anni ha? ah no no, prima dimmi come si chiama! Ah ma la conosco? E' simpatica??" Eccola che parte con il quarto grado. "Non la conosci, non la conosco neanche io, l'ho solo vista, ma aveva degli occhi stupendi..."  " Ma come? Non le hai parlato?" "Non ho avuto il coraggio..."

Lei mi guarda afflitta, un po' delusa, so che vuole vedermi felice. "Dai Gio andiamo, altrimente faccio tardi."  Perchè ogni volta che usciamo abbiamo delle scadenze. "Tardi per cosa?" "Gio, è martedì, ho danza!"

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