'Quando smise di urlare, si scostò dal muro contro cui si era rannicchiato e si avvicinò timidamente a El. Lui non si mosse.
- El? - lo richiamò, tremante. Si abbassò, in ginocchio.
Lo scosse delicatamente per le spalle, come faceva la domenica mattina quando si svegliava prima di lui e gli portava la colazione.
Silenzio, solo il battito furioso del proprio cuore.
- El!
Scrolloni più forti, decisi.
- El, ti prego, svegliati!
Due lacrime di gelido dolore caddero sulla sua maglietta e si fecero strada sul tessuto grigio e consunto.
- Ti prego! Ti prego, El!
Alle preghiere, al suo nome gridato, si alternavano i singhiozzi. Ogni sua risposta mancata era una pugnalata al proprio cuore già distrutto.
- Svegliati - ripeté dolcemente, sforzandosi di sorridere. Ma i suoi occhi restarono vuoti.'
Drake sussultò, tirandosi su di scatto e guardandosi attorno. Si era addormentato con il capo sulle braccia, sulla scrivania, mentre studiava. Il cellulare stava vibrando.
Le cose non sono andate esattamente così...
Come sempre gli incubi si divertivano a tormentarlo, ogni volta con qualche particolare ancor più terribile e nient'affatto reale. O sì?
Sospirò e sbloccò il telefono.
'Due nuovi messaggi'.
Aprì distrattamente la notifica.
'Forse è meglio se ci prendiamo una pausa da... 'noi'. xEvan'
Sbuffò, irritato.
- Col cazzo che sono d'accordo.
Decise di passare al secondo messaggio.
'Da: numero sconosciuto.
Ti hanno mai detto che sei bellissimo?'
Avvampò, indietreggiando con la sedia e lanciando il cellulare contro il quaderno come se scottasse. Si portò una mano al cuore; quello batteva forsennatamente come di consueto.
Si riavvicinò lentamente alla scrivania e riprese il telefono con circospezione, quasi diffidente. Il messaggio era ancora lì.
'Certo, mi capita tutti i giorni di sentirmi dire da degli emeriti sconosciuti che sono bellissimo.', rispose.
'Sei anche simpatico...'
Sentì le gote scottare, ma si disse di non essere irrazionale. Probabilmente era uno scherzo idiota e... chi aveva avuto la bella pensata di farglielo se la sarebbe vista brutta, l'indomani o in un futuro abbastanza prossimo.
'Seh, va bene. Dimmi chi sei o ti blocco.'
'Non posso dirti chi sono, mi dispiace :('
'Allora addio', digitò, eppure esitò prima di premere il tasto blocca.
L'idea di un'ammiratrice (o ammiratore?) era quasi intrigante.
Quasi, sottolineò mentalmente.
'Aspetta, ti prego! Non posso dirti chi sono, ma sappi che frequento la tua stessa scuola.'
'Hm... quale dei mille allievi, rispettivamente, allieve, sarai?'
'Mi piace il tuo pungente sarcasmo, ti si addice. Comunque te lo dirò, sono un ragazzo...'
Drake sbuffò ancora, sotto sotto divertito.
'Va bene, ora che mi hai rivelato questi dettagli indispensabili... potresti cortesemente spiegarmi COSA CAZZO VUOI DA ME?'
Nessuna risposta. Attese, attese e attese, finché non si stufò. E attese ancora. Provò a rileggere i propri appunti, ma non ci capiva nulla. Decise di rispondere al messaggio di Evan e proprio in quel momento il cellulare vibrò.
Lo sbloccò.
'Da: numero sconosciuto.
Cosa voglio da te? Nulla, solo dirti le cose che guardandoti in faccia non riuscirei mai a dire.'
Stavolta s'impose d'essere lui a non rispondere, anche perché era già sufficientemente imbarazzato. Compose il numero del biondo.
- Evan.
- Drake - replicò lui, asciutto. - Non si usa più rispondere ai messaggi?
- L'ho letto... ma volevo sentire la tua voce.
Lo udì sospirare rumorosamente.
- Pfff... evitami queste cose smielate.
- Comunque rifiuto - saltò su il ragazzo dagli occhi chiari, sforzandosi di utilizzare un tono casuale.
- Ri... fiuti? Cosa?
Drake abbozzò un sorriso malinconico.
- Senza colla il mio mondo crolla - disse piano. Evan sospirò ancora.
- Non hai bisogno di me, Drake.
- Sì.
- No.
- Sì.
- No!
- No - gli fece da pappagallo, sogghignando.
- Sì! - ci cascò il biondo, esasperato. - Cazzo!
- Manco una volta che tu non finisca per darmi ragione - sbuffò l'amico, ridacchiando.
- Sei davvero un... un seccatore, Drake!
Lui tacque per un lungo attimo.
- Ti amo anch'io, Evan - lo prese in giro, nella voce però una sfumatura davvero minima di ironia.
Di nuovo silenzio. Drake immaginò che fosse arrossito.
- Non... non dire queste cose - biascicò il ragazzo dagli occhi verdi. - Mi fanno effetto... e poi non sono vere.
Il moro sospirò.
- Perché non dovrebbero esserlo?
- Perché è sempre la stessa storia e io preferisco morire piuttosto che continuare a mentire a me stesso come fai tu! E ricordatelo bene, Drake! Se ora io e te siamo come siamo, be', è solo colpa sua! Lui ha rovinato tutto! - sbottò, la voce un po' tremante. Evan stava crollando.
- Io...
- Smettila. Se le tue parole possiedono almeno un briciolo di verità, ti prego, smettila.
E gli appese in faccia.
Drake osservò il cellulare con interesse, colpito da una folgorazione assai improbabile: e se fosse stato Evan il suo ammiratore segreto?
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Un bacio per caso
RomanceDrake ha ventun anni, i capelli dello stesso colore del pelo dei cavalli frisoni e dei particolarissimi occhi chiari che paiono bianchi. Qualcuno lo definisce emo, a lui non piacciono le etichette. È, insieme ad Ares, suo migliore amico numero uno...