Luce

165 5 0
                                    

Estate. 20:01. Qualche istante prima del tramonto, mi trovavo in acqua. La spiaggia era stranamente deserta. Mi trovavo in una spiaggia remota e lontana dalla mia. Il cielo era nuvoloso con squarci dove il sole poteva penetrare i suoi ultimo raggi prima di nascondersi, timidamente, dietro il ponente orizzonte. Dalla parte opposta, sul levante cielo, procedeva verso di me la luce dell'innevata luna, ancora un po' vergognosa.

Estate. 20:03. Qualche istante prima del tramonto, mi trovavo in acqua. Alzando lo sguardo potevo infatuarmi del cielo. Le due forze celesti erano li a colpirmi con le loro luci, una morente, una nascente. Io solo potevo cibarmi di loro. Immobile, lasciavo che la luce mi entrasse dentro e mi desse le virtù che l'immagine voleva regalarmi.

Estate. 20:13. Durante il tramonto, mi trovavo in acqua. Poco alla volta, il magnifico sole si spense e abdicò a favore delle sue sorelle più piccole stelle e a favore della dea luna che, come un'oasi, unica salvezza in un deserto, si presentava come unica luce in un cielo nero come l'anima di un uomo che uomo non è più.

Autunno. 9:27. Quando ti vidi per la prima volta, eravamo solo tu ed io. Io ero pietrificato. Alzasti la testa lentamente e mi guardasti coi tuoi occhi azzurri, verdi, indefinibili. Sorridesti. Nessuna luce più bella illuminó mai il mio sguardo. Nessuno spettacolo più bello avevo mai visto in tutta la mia vita, non c'era sole più penetrante, ne luna più luminosa. Le stelle si inchinarono a te.

Autunno. 9:27. Quando ti vidi per la prima volta, eravamo solo tu ed io. Mi ero già innamorato di te.

Omega&AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora