11. aiuto

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Passai la prima ora a correre in palestra, la seconda e la terza a disegnare, la quarta a suonare un insulso flauto e la quinta davanti a un libro che parlava di persone morte mille anni fa che secondo la mia prof erano "degne di nota"...
Intanto pensai che Tom era veramente gentile... solitamente la maggior parte dei ragazzi della mia età sono dei cafoni che pensano solo a cose stupide, si "vestono" per modo di dire e usano termini non appropriati a certe situazioni.
Invece Tom era diverso, era disponibile, simpatico, educato e soprattutto non si "vestiva" per modo di dire.
Lui era lui.
E forse Agata aveva ragione.
Lui mi piaceva per quello che era e non per come si mostrava alla gente.
Mi aveva detto che se avevo bisogno d'aiuto lui mi avrebbe ascoltata e sinceramente in quel periodo di aiuto né avrei avuto veramente bisogno.
Così finita la scuola gli chiesi se quel pomeriggio aveva impegni e no, non ne aveva quindi sarebbe potuto venire da me.
Mio padre era a casa, lo sapevo, per questo ci fermammo a mangiare fuori e una volta arrivati a casa mia Tom venne squadrato da cima a fondo da mio padre e inondato di domande del tipo "perché sei qui?" "Come ti chiami?" E infine disse "Stai bene attento a stare lontano da mia figlia"

A quel punto trascinati letteralmente fino in camera mia Tom e mi scusai per ciò che aveva detto mio padre.
Ci vedemmo sul letto e per un minuto che a me sembrò infinito ci guardammo senza dire niente.
Mi sentivo la faccia in fiamme così distolsi lo sguardo e una lacrima mi rigó la guancia senza il mio permesso.
Tom mi stava ancora guardando e mi disse di parlare, parlare di tutto ciò che mi passava per la testa.
Così iniziai a fare un discorso che conteneva perlopiù parole come "Roma" "trasloco" "amici" "sono arrabbiata ma anche triste" "Non so cosa fare" e via dicendo...
Alla fine mi resi conto che stavo ossessionato un povero ragazzo di 13 anni che avrebbe potuto fare molte altre cose al posto di ascoltare un discorso deprimente di una ragazza di cui magari non gli importava niente.
Così mi scusai per la noia che potevo provare e lui a quel punto fece una cosa che non mi sarei aspettata.
Restò in silenzio, come in attesa.
Cosi gli scossi una spalla dicendogli "Tom sono così noiosa?"
Per tutta risposta lui mi abbracciò provocandomi ancora una volta quella stranissima sensazione...

i sogni non si avverano da soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora