Capitolo 3

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Mi sveglio di soprassalto a causa dello strepito dei tuoni. Cerco di capire che ore siano: la sveglia sul comodino segna le 17.00.

Ho dormito qualche ora e mi sento decisamente più riposato. Il viaggio è stato estenuante e ne avevo proprio bisogno.

Mi alzo dal letto mentre la pioggia scroscia insistente contro le finestre- il tempo è parecchio volubile in questo periodo dell'anno- e prendo la giacca dallo schienale della sedia di fronte. L'estate sta cedendo il posto all'autunno e qui, a Boston, la pioggia si rivela sempre una buona compagnia.

Mi affaccio al balcone e inevitabilmente finisco per rimuginare sulla mia vita fino a poche ore prime, a New York, sui miei amici e tutto quello che mi sono lasciato alle spalle.

In cuor mio so che devo reagire e non cristallizzarmi nel passato, sforzandomi di riconoscere il bene anche dove sembra non albergare nient'altro che male,eppure...eppure in questo momento non ragioniam di lor,ma guarda e passa! mi appare una stronzata anacronistica quanto la lingua in cui questa celebre terzina Dantesca è stata scritta. L'ingenua scappatoia zen di chi non ha il fegato di incazzarsi fino in fondo o mantenere il punto. Cioè al "non ragioniam di lor" ci sarei pure arrivato abituato come sono oramai a fregarmene dell'opinione altrui,sono il "guarda" e "passa" il vero dilemma. "Perdona e dimentica" sono,infatti, come i buoni propositi per l'anno nuovo: è piacevole formularli,più difficile praticarli. Soprassedere in silenzio, poi,è l'equivalente di una favola della buona notte per me.

Vago con lo sguardo per la mia stanza,il santuario della mia infanzia, trovando ogni dettaglio uguale a prima, come la carta da parati di varie tonalità di blu. L'ho scelta io stesso perché mi ricordava le diverse sfumature del mare.

Sulla scrivania mi accorgo che il mio cellulare sta lampeggiando;devono essere arrivati degli SMS.

Il primo è di Major:

"Biglietto preso. Sai che non posso stare a lungo senza di te.

Partirò entro la fine della settimana. Non vedo l'ora di prendere

un appartamento con te."

Neanch'io vedo l'ora. Major si è messa d'accordo con il suo agente di fare avanti e indietro tra Boston e New York per i suoi shootings. Grazie alla sua avvenenza nessuno riesce mai a dirle di no. Incluso me,tanto da potersi concedere il lusso di prendere decisioni importanti per entrambi senza neppure informarmi perché sa che gliela darò vinta comunque.

Qualche settimana fa,per esempio, è rientrata dal lavoro,euforica per il nostro imminente trasloco di cui,però,s'era dimenticata di mettermi al corrente: "Andremo ad abitare assieme a Boston. L'ho deciso stamattina. Ho anche chiesto ad alcune delle mie vecchie conoscenze di scovare per noi un posto carino e a buon mercato." Ovviamente le sue "vecchie conoscenze" sono i suoi ex che segretamente sperano di scoparsela,sebbene lei ce l'abbia tatuato pure sul corpo ''I do not give another chance'' ovvero che non concede mai il bis.

Leggo il secondo SMS,stavolta di un numero sconosciuto:

"E' stato bello conoscerti, spero diventeremo buoni

amici oltre che cognati. Bentornato a casa.

Hank."

Il messaggio mi colpisce. Pensavo che Hank fosse il solito figo senza cervello, invece, si sta rivelando migliore di quanto mi aspettassi. Forse alle volte dò dei giudizi troppo affrettati sulla gente che neppure conosco. Memorizzo il numero e gli rispondo.

Da: Jack

a: Hank.

"Grazie per il passaggio. L'ospitalità non è da tutti da queste parti. Almeno non quando si tratta del sottoscritto."

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